p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 19 Aprile 2020

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a paura รจ quella pietra che spesso usiamo per sigillare il sepolcro della nostra vita. Ci chiudiamo dentro quando le cose non vanno come noi vorremmo. Ci chiudiamo dentro quando restiamo delusi. Ci chiudiamo dentro quando ci sembra di non avere il coraggio di affrontare la realtร . Anche in questo tempo, spaventati da una normalitร  che sembra non voler piรน tornare, ci siamo chiusi dentro. Rischiamo perรฒ che le nostre case si trasformino in un sepolcro se perdiamo la speranza. รˆ Pasqua, la pietra tombale รจ stata rotolata, il sepolcro รจ aperto, le nostre case invece sono chiuse. Sembra di vivere un paradosso, dal quale possiamo uscire solo spalancando le porte del cuore alla speranza.

Il sepolcro รจ aperto

E questa domenica ci ritroviamo di fronte a una pagina del Vangelo, in cui leggiamo che anche i discepoli si sono chiusi dentro, nel cenacolo, mentre la tomba di Gesรน, al contrario, รจ ormai vuota e aperta. I discepoli hanno paura, hanno chiuso le porte. Hanno paura di quello che cโ€™รจ fuori, hanno paura di morire, hanno paura di essere sconfitti, di non essere capiti, hanno paura di costatare che i loro progetti e le loro speranze si possano rivelare un fallimento. Forse anche noi, oggi, abbiamo paura di costatare che la fiducia nelle grandi risorse dellโ€™umanitร , lโ€™idolatria della scienza, la pretesa di onnipotenza, il senso spavaldo che ci dava lโ€™impressione di essere invincibili, si riveli un fallimento. Rischiamo di chiuderci dentro per la paura di costatare che non รจ andato tutto bene e che cโ€™รจ un mondo da rifare.

Le porte del cuore

Nel nostro dramma, che ha dunque molti elementi simili allโ€™esperienza dei discepoli, Gesรน non ci lascia soli, ma entra nel luogo della nostra paura per rimuovere la pietra che pesa sulle nostre vite.

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Benchรฉ le porte del Cenacolo siano chiuse, Gesรน non si rassegna davanti alla desolazione dei discepoli: attraversa quelle porte che somigliano molto alle porte chiuse dei nostri cuori che non vogliono piรน correre il rischio di sperare.

Il primo dono di Gesรน alla comunitร  รจ il dono della pace. Abbiamo bisogno di ritrovare pace nel nostro presente per essere capaci di portare il perdono nelle relazioni lacerate, nei conflitti familiari, nelle diatribe che nascono dalla ricerca del proprio interesse personale. Sรฌ, abbiamo innanzitutto bisogno di pace nelle nostre vite che non riescono piรน a immaginare un futuro. Abbiamo bisogno di accogliere prima la pace del Risorto, poi possiamo cominciare a riorganizzare il domani.

Ricostruire la speranza

Quando ci troviamo sotto il peso della paura รจ difficile credere che Dio possa cambiare la storia. La consolazione torna subito a lasciare il posto alla disperazione. Quando la fiducia รจ stata messa alla prova, quando la realtร  ci ha deluso, quando ci siamo sentiti sconfitti, facciamo fatica a ricostruire la speranza. Non รจ un cammino immediato. Proprio per questo Gesรน continua a visitarci con il suo amore paziente.

Dubbio legittimo

Otto giorni dopo infatti, dice il testo del Vangelo, le porte del cenacolo erano ancora chiuse, nonostante la visita di Gesรน. Lโ€™esperienza dellโ€™incontro con il Risorto non cambia automaticamente la nostra vita. La tradizione popolare si รจ ritrovata nellโ€™incredulitร  di Tommaso fino a trasformare il discepolo nel prototipo dellโ€™uomo diffidente. Bisognerebbe chiedersi perรฒ come avrebbe potuto Tommaso credere a quello che i discepoli raccontavano, visto che, nonostante lโ€™incontro che avevano avuto con il Risorto, le porte del cenacolo erano ancora chiuse. Nulla era cambiato. Tommaso non crede che Gesรน sia risorto perchรฉ continua a vedere una comunitร  impaurita e chiusa dentro.

Allo stesso modo, oggi, il modo in cui noi cristiani viviamo non aiuta a credere nella presenza viva di Gesรน in mezzo a noi. Se continuiamo ad avere paura, se continuiamo a non avere fiducia, se continuiamo a non custodire la pace nel cuore, come possiamo pensare che il mondo possa credere nella risurrezione di Gesรน?

รˆ vero, Tommaso somiglia molto a tanti uomini che oggi fanno fatica a credere, ma molte volte la responsabilitร  รจ della comunitร  che non testimonia quello che annuncia. Tommaso infatti รจ detto Didimo, cioรจ doppio, gemello. รˆ doppio per la sua ambiguitร , perchรฉ ci viene descritto come uno che un poโ€™ sta dentro la comunitร , un poโ€™ se ne allontana. Il suo comportamento non รจ coerente. Un poโ€™ non crede, un poโ€™ si lancia in meravigliose confessioni di fede.

Ma Tommaso รจ anche gemello, cioรจ somiglia a noi, perchรฉ in lui possiamo ritrovare tutta la nostra ambiguitร , la nostra incertezza e la nostra fatica di credere.

Dalla sofferenza alla vita

La comunitร  dei discepoli รจ chiamata a riconoscere innanzitutto che la sofferenza non รจ inutile, ma fa parte della storia della salvezza. Gesรน non nasconde le sue piaghe. Anzi, le sue ferite diventano il luogo del riconoscimento della sua identitร . Gesรน รจ il Salvatore proprio perchรฉ รจ colui che รจ passato attraverso il dolore e la morte. La sofferenza non รจ archiviata, non รจ dimenticata. Quello che siamo รจ sempre generato anche dalle nostre ferite.

La Pasqua ci ricorda che la vita nasce dal dolore. Per questo, oggi, in questo presente di dolore, possiamo essere certi che tutta questa sofferenza non รจ inutile, ma ci darร  la forza per rotolare la pietra della paura che adesso pesa sulle nostre vite lacerate.

Leggersi dentro

  • Riesci a custodire la speranza in questo tempo di sospensione?
  • La tua testimonianza aiuta gli altri a credere nella risurrezione di Cristo?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


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