p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 14 Giugno 2020

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Nella parte piรน profonda

ยซProporre allโ€™uomo soltanto lโ€™umano รจ tradire lโ€™uomo e volere la sua infelicitร , perchรฉ dalla parte principale di se stesso, che รจ lo spirito, lโ€™uomo รจ chiamato a qualcosa di meglio di una vita puramente umanaยป.[1] Scriveva cosรฌ J. Maritain, nella sua grande opera che porta significativamente il titolo di Umanesimo integrale, pubblicata nel 1936. La domanda di fondo che guidava Maritain in quegli anni riguardava proprio ciรฒ che realizza pienamente una persona.

Oggi, ancor piรน che negli anni โ€™30, siamo indotti a pensare allโ€™uomo solo alla luce dei suoi bisogni fisici, delle sue soddisfazioni personali, eppure รจ sempre piรน chiaro che se non curiamo quella parte piรน profonda e propria dellโ€™essere umano, che รจ il suo spirito, egli rimane sempre infelice.

Vivere o sopravvivere?

Ce ne siamo accorti anche in questi mesi, dove la pandemia ci ha impedito di accompagnare i nostri cari nella loro morte, ci ha allontanato dai nostri affetti, ci รจ stata tolta persino la possibilitร  di partecipare allโ€™Eucaristia. Paradossalmente, abbiamo sperimentato solo adesso quel vuoto che ci fa comprendere ciรฒ senza cui non possiamo vivere.

Vivere qui vuol dire vivere pienamente, perchรฉ abbiamo anche sperimentato che si puรฒ semplicemente sopravvivere, ci si puรฒ accontentare, senza farsi troppe domande. Ma questa differenza tra sopravvivere e vivere pienamente ci puรฒ far comprendere meglio le parole di Gesรน sul pane, sulla sua carne e sul suo sangue, con cui vuole nutrirci. La carne e il sangue indicano chiaramente la vita di una persona: Gesรน vuole nutrirci della relazione con lui. E se abbiamo fatto esperienza di come le relazioni possono cambiare la qualitร  della nostra vita, possiamo assaporare forse cosa significa vivere nella relazione con Gesรน attraverso lโ€™Eucaristia.

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Il cammino della vita

Lungo il cammino della vita ci nutriamo di tante cose, altre volte invece sperimentiamo la fame perchรฉ non troviamo quello che cerchiamo. Anche il libro del Deuteronomio al cap. 8 ci presenta la vita come un viaggio attraverso il deserto, un viaggio perรฒ che non รจ un vagabondare, ma un pellegrinaggio, cioรจ un cammino verso una meta. Si tratta infatti del cammino attraverso cui Israele cerca la terra che Dio gli ha indicato, una terra, che costituisce il luogo della relazione con Lui, una terra nella quale non sopravvivere da schiavo, ma essere una persona libera e profondamente amata.

Quel cammino diventa emblematico per Israele, ma diventa anche il paradigma del cammino di ogni uomo. Se infatti rileggiamo quel testo, ci accorgiamo come ciascuno di noi possa ritrovarsi in quegli elementi che accompagnano il viaggio di Israele. Si tratta anzitutto di un viaggio che dura quarantโ€™anni ovvero una vita intera, un viaggio durante il quale capita di essere umiliati e messi alla prova: umiliati perchรฉ ci rendiamo conto di non avere le forze per camminare da soli, messi alla prova perchรฉ gli eventi della vita ci svelano, ci conosciamo e siamo conosciuti attraverso le scelte che operiamo, attraverso le nostre reazioni. Quello che ci portiamo nel cuore, nel bene e nel male, non resta mai nascosto.

Di cosa ho fame?

La fame รจ la compagna di ogni cammino. E molto spesso la fame รจ accompagnata dalla paura di non trovare un cibo adeguato. La nostra vita dipende da come abbiamo gestito questa fame: alcuni mangiano quello che capita, altri non distinguono quello che nutre da quello che avvelena, altri ancora preferiscono andare a caccia da soli, altri si propongono di condividere anche il poco che hanno. La vita spirituale in fondo consiste nellโ€™accorgersi che Dio stava giร  provvedendo alla nostra fame e che non ci ha mai lasciato senza cibo. Al contrario, il peccato รจ illudersi che quello che ho me lo sono procurato da solo, con i miei sforzi e la mia astuzia. Proprio per questo il peccato non ci permette di accedere allโ€™Eucaristia perchรฉ non ci apre alla relazione con Dio. Ci fa sentire autosufficienti.

Dichiarazione dโ€™amore

Ricevere il corpo di Cristo richiede un passaggio fondamentale, esige di prendere consapevolezza della propria fame piรน profonda. Occorre rendersi conto che sopravvivere non basta, perchรฉ la nostra parte piรน profonda e vera trova risposta solo nella relazione piรน intima e autentica che lโ€™essere umano possa vivere, la relazione con Dio in Gesรน Cristo.

Lโ€™Eucaristia รจ la dichiarazione dโ€™amore di Dio per ogni uomo, perchรฉ in essa Egli dice che vuole nutrirci con la sua vita, vuole darsi a noi corpo e sangue, cioรจ con tutta la sua persona. รˆ un atto coraggioso, perchรฉ Dio si espone anche al rifiuto. Come ogni vero amante ci lascia nella libertร  di accogliere o meno il suo dono. E forse molte persone lo rifiuteranno, perchรฉ si sazieranno di cibi cosรฌ superficiali e poveri da non rendersi piรน conto di cosa hanno fame veramente.

Leggersi dentro

  • Di cosa mi sto nutrendo in questo periodo della mia vita?
  • Quale spazio do alla relazione con Gesรน Cristo?

[1] J. Maritain, Umanesimo integrale, Borla, Roma 2009, 58.

P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


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