I passaggi della vita
Ci sono molti passaggi nella nostra vita, passaggi a volte naturali, altre volte cercati, altre volte addirittura imposti dagli altri. Ci sono infatti i passaggi da unโetร allโaltra della vita o i passaggi dei ruoli e dei compiti, quando per esempio โdiventiamo grandiโ o โdiventiamo genitoriโ. E anche in questo caso non รจ sempre facile e immediato accogliere questi cambiamenti. Ma ancora piรน difficile รจ accogliere questi passaggi quando sono imposti dagli altri o dalle situazioni. In alcuni casi infatti questi passaggi sembrano un vero esilio: siamo costretti a lasciare quello che stavamo costruendo, siamo costretti a rinunciare a noi stessi, ai progetti, ai desideri, persino alle relazioni.
In esilio
Forse per questo la memoria dellโesilio รจ rimasta non solo fortemente impressa nella storia del popolo dโIsraele, ma quellโesperienza รจ diventata paradigmatica, un simbolo cioรจ di quello che puรฒ accadere nella vita di un popolo e di ogni singola persona. Il testo del libro delle Cronache, che viene proposto in questa quarta domenica di quaresima, รจ solo uno dei numerosi riferimenti allโesperienza dellโesilio che troviamo nellโAntico Testamento.
Per Israele, lโesilio significa non essere piรน padrone della propria vita: un altro decide al suo posto, lo deporta da una terra familiare a una terra straniera. Israele improvvisamente deve smettere di costruire quello a cui stava lavorando e quando poi tornerร finalmente nella sua terra troverร solo macerie. Il tempo dellโesilio perรฒ diventa per Israele anche un tempo paradossalmente privilegiato, perchรฉ vivrร anche lโesperienza della premura di Dio. Negli anni dellโesilio, Israele rivedrร anche il suo rapporto con Dio e imparerร a crescere nella fedeltร , ma soprattutto si renderร conto di come Dio non abbia mai smesso di accompagnarlo. E una volta rientrato nella terra della promessa, potrร cominciare a ricostruire.
Sulla strada del ritorno
I passaggi della vita quindi, benchรฉ senzโaltro dolorosi, ci permettono anche di ricostruire in modo nuovo su una terra rigenerata. Ricominciare รจ sempre difficile, soprattutto quando ti ritrovi davanti alle macerie di una cittร per lungo tempo lasciata deserta. Erano forse questi i sentimenti che albergavano nel cuore degli israeliti che, mentre tornavano verso la loro terra, cantavano il salmo 136 che la liturgia ci propone in questa domenica. Insieme ad altri salmi fa parte proprio di quei canti rivolti a Dio sulla strada del ritorno.
Come si puรฒ cantare in una terra straniera? Possiamo cantare solo nel momento in cui ci viene data la possibilitร di riappropriarci della nostra vita, della nostra identitร , di quello che siamo veramente. Lโesilio รจ lโesperienza di abitare una realtร che non รจ nostra, siamo in esilio quando siamo costretti a vivere una vita che non รจ vera, che non ci appartiene, nella quale non ci ritroviamo.
Liberati dalla morte
Ma sicuramente lโesilio piรน pericoloso รจ quello che viviamo quando abitiamo situazioni di morte, quando ci sentiamo traditi e sconfitti, quando ci sentiamo vittima di un giudizio nel quale non ci riconosciamo. Da quellโesilio perรฒ ci salva Cristo. La lettera agli Efesini ci ricorda infatti che Cristo รจ venuto a liberarci dalla morte, il vero e piรน pericoloso esilio. Cristo viene a riportarci alla vita. Ogni volta che ci sentiamo dentro situazioni di morte, dobbiamo ritornare a questa certezza: da morti che eravamo, Cristo ci ha riportato alla vita!
Un nuovo modo di amare
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Anche Nicodemo, come leggiamo nel capitolo 3 del Vangelo di Giovanni, si trova in un passaggio importante della vita. Sta inseguendo le sue domande. ร animato dal dubbio e dalla curiositร . Il modo forse in cui stava vivendo la sua fede non rispondeva piรน alle esigenze del suo cuore. Sta cercando un modo nuovo di credere e di amare. Anche per lui si profila un passaggio che Gesรน descrive con unโimmagine: รจ un passaggio dalle tenebre alla luce, dal dubbio alla veritร , dalla paura alla vita.
Nicodemo รจ un personaggio noto, un capo dei Giudei, un fariseo, e forse per questo va da Gesรน di notte. Forse non vuole essere visto, non vuole compromettere la sua immagine. O forse quella notte indica nel Vangelo di Giovanni la notte che cโรจ nel suo cuore. Gesรน infatti insiste su questo passaggio. Chi รจ nelle tenebre ha paura di essere giudicato, chi invece รจ nella luce รจ libero e puรฒ essere pienamente se stesso. Chi รจ nelle tenebre รจ in esilio da se stesso, non riesce ad abitare la propria vita. Chi รจ nelle tenebre รจ schiavo delle paure e dei pregiudizi, quindi รจ in esilio. Abbiamo tutti bisogno di percorrere questo cammino che ci riporta nella luce, cioรจ nella veritร di noi stessi.
Il passaggio fondamentale
Per questo Gesรน, nel dialogo con Nicodemo, richiama unโaltra esperienza fondamentale del popolo di Israele. Quella del cammino nel deserto, durante il quale Israele si lascia prendere dalle sue paure. Paure sicuramente comprensibili, ma che piano piano prendono sempre piรน spazio nel cuore delle persone. Israele si lascia ossessionare cosรฌ tanto da quelle paure, che esse si materializzano: la paura prende la forma di serpenti velenosi che avvelenano gli israeliti, proprio come le nostre paure, a cui diamo spazio e da cui ci lasciamo avvelenare. Per guarire da quella paura, Dio dร unโindicazione: occorre guardare il serpente di rame innalzato da Mosรจ su unโasta. La guarigione รจ possibile solo guardando in faccia lโoggetto della nostra paura.
Attraverso questa immagine, Gesรน vuole aiutare perรฒ Nicodemo a fare un passaggio ulteriore: la nostra liberazione dalla paura, adesso, passa attraverso il figlio dellโuomo innalzato sulla croce, รจ a lui che dobbiamo guardare per risorgere dalle nostre situazioni di morte. Cristo รจ colui che ci fa compiere il piรน grande passaggio della nostra vita, quel passaggio che dalla morte, e da ogni situazione di morte, ci fa entrare nella vita.
Leggersi dentro
- In quale grande passaggio della vita ti trovi in questo momento?
- In che modo il Signore ti sta aiutando a uscire dalle tue situazioni di morte?
Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte