Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 9 Ottobreย 2022.
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Dalla guarigione alla fede
Possiamo correre il pericolo di ridurre il messaggio del Vangelo di oggi ad una lezione di galateo: bisogna ricordarsi di dire grazie a chi ci ha beneficato.
Il lebbroso samaritano รจ additato a volte a modello di riconoscenza e nulla piรน. Interpretata in questo modo, la scena con cui si chiude il racconto โ un gruppo di persone inspiegabilmente scortesi e un Gesรน rabbuiato โ comunica tristezza piรน che gioia, mentre da ogni pagina del Vangelo noi ci attendiamo soltanto gioia. Il tema non รจ la riconoscenza.
Gesรน rimane sorpreso: un samaritano โ eretico, miscredente โ ha avuto unโintuizione teologica che nove giudei, figli del suo popolo, educati nella fede e conoscitori delle Scritture, non hanno avuto.
Lungo il cammino, tutti e dieci si sono resi conto che Gesรน era un guaritore. La grande notizia doveva essere subito annunciata alle guide spirituali dโIsraele: Dio ha visitato il suo popolo, ha inviato un profeta pari a Eliseo. Fin qui ci sono arrivati tutti e dieci.
Solo nella mente e nel cuore del samaritano รจ brillata una luce nuova: ha capito cheย Gesรน era piรน che un guaritore. Nel suo gesto di salvezza ha colto il messaggio di Dio. Lui, lโeretico che non credeva nei profeti, ha sorprendentemente intuito, per primo, cheย Dio ha inviato colui che i profeti hanno annunciato, colui che apre gli occhi ai ciechi e le orecchie ai sordi, che fa camminare gli storpi, risuscita i morti e sana i lebbrosi (Lc 7,22).
ร stato il primo a intuire cheย non รจ vero che Dio sta lontano dai lebbrosi, che li sfugge, che li rigetta.
Ha intuito cosa doveva dire a coloro che istituzionalizzano, in nome di Dio, ย le emarginazioni dei lebbrosi: fatela finita con la religione che esclude, che giudica, che condanna le persone impure! In Gesรน,ย il Signore รจ apparso in mezzo a loro, le tocca e le risana.
Il messaggio di gioia รจ questo: gli impuri, gli eretici, gli emarginati non solo non vengono allontanati da Dio, ma giungono a lui e a Cristo prima e in modo piรน autentico degli altri.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โFa, o Signore, che la comunitร cristiana non emargini i lebbrosi, ma li tocchi e li risaniโ.
Prima Lettura (2 Re 5,14-17)
In quei giorni,ย 14ย Naaman Siro, scese e si lavรฒ nel Giordano sette volte, secondo la parola dellโuomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito.
15ย Tornรฒ con tutto il seguito dallโuomo di Dio; entrรฒ e si presentรฒ a lui dicendo: โEbbene, ora so che non cโรจ Dio su tutta la terra se non in Israeleโ. Ora accetta un dono dal tuo servoโ.ย 16ย Quegli disse: โPer la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderรฒโ. Nร aman insisteva perchรฉ accettasse, ma egli rifiutรฒ.
17ย Allora Nร aman disse: โSe รจ no, almeno sia permesso al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne portano due muli, perchรฉ il tuo servo non intende compiere piรน un olocausto o un sacrificio ad altri dei, ma solo al Signore.
Lโantefatto: siamo nella seconda metร del IX secolo a.C. Damasco ha esteso il suo dominio sulla maggior parte della Siria e della Palestina e il personaggio piรน in vista e stimato del regno รจ Nร aman, il comandante in capo dellโesercito. Costui sarebbe lโuomo piรน felice e fortunato se non fosse affetto dalla lebbra, la terribile malattia ritenuta uno dei peggiori castighi di Dio.
Un giorno una ragazza dโIsraele, rapita durante una razzia, gli rivela che nella sua terra un profeta opera guarigioni straordinarie. ร Eliseo, il discepolo di Elia.
Nร aman va a trovarlo, ma quando sta per giungere alla casa dellโuomo di Dio, gli viene incontro un suo servo che gli ingiunge di andare a lavarsi sette volte nellโacqua del fiume Giordano.
Nร aman si indigna. Si aspettava da Eliseo il compimento di qualche rito, unโinvocazione al suo Dio, lโimposizione delle mani. Niente di tutto questo, Eliseo non si รจ neppure degnato di venirlo a salutare.
Imprecando, sta per allontanarsi quando i suoi servi gli si avvicinano e gli fanno un ragionamento elementare: se il profeta ti avesse ordinato qualcosa di difficile, certo lโavresti fatto. Perchรฉ non mettere in pratica un comando tanto semplice?
A questo punto della storia si inserisce la nostra lettura: Nร aman scende al Giordano, si lava sette volte e la sua carne diviene come quella di un giovinetto; รจ guarito (v.14).
Torna indietro per ringraziare Eliseo con un regalo, ma questi si rifiuta di riceverlo: non vuole che sorgano equivoci.
La guarigione non deve essere attribuita a lui, ma al Signore.
Nร aman capisce ed esclama: โOra sono convinto che su tutta la terra non cโรจ che il Dio dโIsraeleโ (vv.15-16), dโora in poi non adorerรฒ altri dรจi allโinfuori del Signore. Per questo chiede il permesso di portare con sรฉ un poโ di โterra santaโ per costruire, nella sua cittร , un altare al Signore (v.17).
Nร aman รจ curato non solo dalla lebbra del corpo, ma anche da quella dellโanima. Dal paganesimo รจ passato alla fede nellโunico, vero Dio. Ambedue le guarigioni gli sono state concesse gratuitamente: sono state un dono del Signore.
La lettura termina qui, maย il racconto non รจ finitoย e credo valga la pena ricordare come si รจ concluso il dialogo fra Eliseo e Nร aman. Questi โ come abbiamo visto โ ha preso la decisione di adorare il Signore tuttavia il suo cammino di fede รจ solo agli inizi. Si rende subito conto che ci sono delle difficoltร . Un problema morale lo inquieta, non gli lascia la coscienza tranquilla: vuole esporlo ad Eliseo, che giร considera la sua guida spirituale.
Ascoltiamo la sua commovente confessione.
Nella mia terra โ dice โ io ho lโincombenza di accompagnare il re durante le cerimonie pagane nel tempio di Rimmรฒn. Quando si inginocchia davanti alla statua del dio, il sovrano si appoggia al mio braccio e anchโio mi devo prostrare. Tornando a Damasco riprenderรฒ questo servizio e, anche se a malincuore, dovrรฒ compiere un gesto di idolatria. Insomma, so che commetterรฒ un peccato, ma รจ โinevitabileโ.
Nร aman non pretende che Eliseo approvi la sua azione, chiede solo un poโ di comprensione per la sua debolezza (v.18).
Apprezziamo la sinceritร con cui riconosce la sua fragilitร , ma cosa rispondergli? Come mettere dโaccordo la coerenza con i principi morali e la misericordia verso il peccatore?
La soluzione piรน facile per Eliseo sarebbe quella di trincerarsi dietro le disposizioni giuridiche, applicare freddamente le norme e โ se occorre โ minacciare chi si permette di ipotizzare una vita di compromessi e di incoerenze.
Ma Eliseo che รจ un vero pastore dโanime non si comporta in questo modo.
Conosce i principi, ma sa di trovarsi di fronte a un uomo in difficoltร dal quale sarebbe insensato pretendere immediatamente la perfezione.
Ma vaโ in pace!ย โ gli dice. E possiamo immaginare che abbia accompagnato le sue parole con un sorriso, quel sorriso amico di chi ha capito le angosce e i drammi spirituali che gli sono stati confidati.
Seconda Lettura (2 Tm 2,8-13)
8ย Ricordati che Gesรน Cristo, della stirpe di Davide, รจ risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo,ย 9ย a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non รจ incatenata!ย 10ย Perciรฒ sopporto ogni cosa per gli eletti, perchรฉ anchโessi raggiungano la salvezza che รจ in Cristo Gesรน, insieme alla gloria eterna.
11ย Certa รจ questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;ย 12ย se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anchโegli ci rinnegherร ;ย 13ย se noi manchiamo di fede, egli perรฒ rimane fedele, perchรฉ non puรฒ rinnegare se stesso.
Quando scrive la seconda lettera a Timoteo, Paolo si trova in prigione a Roma. Ha giร subรฌto un primo processo durante il quale nessuno ha avuto il coraggio di presentarsi a testimoniare in suo favore (2 Tm 4,16).
Molti amici lo hanno abbandonato o addirittura si sono schierati contro di lui (2 Tm 4,9-15).
I pagani lo considerano un malfattore e i giudei un traditore.
Questa รจ la sorte che attende chiunque si dedichi lealmente alla causa del Vangelo!
Cosa consola lโApostolo in questa situazione difficile? Il pensiero che anche Cristo รจ passato attraverso le stesse sofferenze e incomprensioni prima di entrare nella gloria del Padre. Per questo dice a Timoteo ed anche a se stesso: โRicordati di Gesรน Cristo!โ (v.8). Per giungere alla salvezza รจ necessario percorrere il suo stesso cammino: โSe moriamo con lui, vivremo anche con lui, se con lui perseveriamo, con lui anche regneremoโ (vv.11-12).
Ciรฒ che รจ accaduto a Paolo e a Gesรน si ripete nella vita di ogni autentico discepolo.
Chi si impegna in favore della propria comunitร deve mettere in conto anche le critiche, le incomprensioni e addirittura le persecuzioni, ma, pur nelle difficoltร , deve coltivare la serenitร e la gioia, certo che il messaggio di amore e di pace che annuncia porterร frutti abbondanti. โLa parola di Dio, infatti, non รจ incatenataโ (v.9).
Vangelo (Lc 17,11-19)
11ย Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesรน attraversรฒ la Samaria e la Galilea.
12ย Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza,ย 13ย alzarono la voce, dicendo: โGesรน maestro, abbi pietร di noi!โ.
14ย Appena li vide, Gesรน disse: โAndate a presentarvi ai sacerdotiโ. E mentre essi andavano, furono sanati.ย 15ย Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce;ย 16ย e si gettรฒ ai piedi di Gesรน per ringraziarlo. Era un Samaritano.
17ย Ma Gesรน osservรฒ: โNon sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?ย 18ย Non si รจ trovato chi tornasse a render gloria a Dio, allโinfuori di questo straniero?โ. E gli disse:ย 19ย โAlzati e vaโ; la tua fede ti ha salvato!โ.
Si diceva al tempo di Gesรน: โQuattro categorie di persone sono equiparate a un morto: il povero, il lebbroso, il cieco e colui che รจ senza figliโ.
I lebbrosi non potevano avvicinarsi ai villaggi e i luoghi in cui abitavano erano considerati impuri, come i cimiteri. Alcuni rabbini dichiaravano che, se avessero incontrato un lebbroso, lo avrebbero preso a sassate e gli avrebbero gridato: โTorna al tuo posto e non contaminare le altre persone!โ.
Tutte le malattie erano ritenute un castigo per i peccati, ma la lebbra era il simbolo stesso del peccato. Dio se ne serviva โ si diceva โ per colpire soprattutto gli invidiosi, gli arroganti, i ladri, i responsabili di omicidi, di falsi giuramenti e di incesti.
La guarigione dalla lebbra era un miracolo paragonabile alla risurrezione di un morto, solo il Signore la poteva curare, prima perรฒ dovevano essere espiate tutte le colpe che lโavevano provocata.
I lebbrosi si sentivano per questo rifiutati da tutti: dagli uomini e da Dio.
Essendo queste le consuetudini e la mentalitร , si capisce la ragione per cui i dieci lebbrosi si sono fermati a distanza e, da lontano, hanno gridato: โGesรน maestro, abbi pietร di noi!โ (v.13).
Si noti bene: non gli chiedono la guarigione, ma soloย che senta compassione, che si intenerisca di fronte alla loro condizione disperata. Forse si aspettano soltanto lโelemosina.
Gesรน, appena li vede dice: โAndate a presentarvi ai sacerdotiโ (v.14).
La legge stabiliva che, chi guariva da questa malattia, si doveva presentare ad un sacerdote il quale, dopo le opportune verifiche, decideva se riammetterlo o no nella comunitร (Lv 14,2-7).
I dieci lebbrosi dunque se ne vanno e, lungo la strada, si sentono curati.
Cโรจ qualcosa di singolare in questo miracolo:ย la guarigione non avviene immediatamente. La lebbra scompare in seguito, quando i malati sono lungo il cammino e questo rende lโepisodio molto simile al racconto che abbiamo trovato nella prima lettura. Anche Nร aman guarisce dopo essersi allontanato da Eliseo.
Vedendosi curato, uno dei dieci lebbrosi torna indietro e, trovato il Maestro, gli si getta ai piedi per ringraziarlo.
ร un samaritano.
Gesรน si meraviglia che solo costui, uno straniero, abbia sentito il bisogno di rendere gloria a Dio. Lo solleva e gli dice: โAlzati e vaโ; la tua fede ti ha salvato!โ.
Questo il fatto. Quale il messaggio?
Per coglierlo concentriamoci su alcuni dettagli significativi.
Notiamo anzitutto cheย non si parla di uno, ma di dieci lebbrosiย e Luca non sottolinea questo particolare solo per dovere di cronaca.
Il numero dieci nella Bibbia ha un valore simbolico: indica la totalitร (sono dieci le dita delle mani). I lebbrosi del Vangelo rappresentano dunque tutto il popolo, lโintera umanitร lontana da Dio. Tutti โ vuole dirci Luca โ siamo lebbrosi e abbiamo bisogno di incontrare Gesรน. Nessuno รจ puro, tutti portiamo sulla nostra pelle segni di morte che soltanto la parola di Cristo puรฒ sanare.
Chi non prende coscienza della propria condizione di peccatore finisce per ritenersi un giusto e in diritto di condannare altri allโemarginazione.
Dio non ha creato due mondi: uno per i buoni e lโaltro per i malvagi, ma โ sia nel presente che nel futuro โ un unico mondo in cui chiama a vivere insieme tutti i suoi figli, tutti peccatori salvati dal suo amore.
Il medesimo messaggio รจ contenuto in un secondo particolare:ย la lebbra mette insieme giudei e Samaritani, unisce cioรจ persone che, quando sono in buona salute, si disprezzano, si odiano, si combattono. La presa di coscienza della comune disgrazia e del comune dolore li ha resi amici e solidali.
ร esattamene ciรฒ che accade nel campo spirituale: se qualcuno si ritiene giusto e perfetto, inevitabilmente innalza barriere e steccati per proteggersi dai โlebbrosiโ. Chi invece si rende conto di essere egli stesso un lebbroso, non si sente superiore, non giudica, non allontana, non disprezza, si sente solidale nel bene e nel male con i fratelli.
Gesรน non ha paura di essere considerato un peccatore, non รจ un โfariseoโ che si allontana da chi รจ impuro. Al termine del racconto della guarigione di un lebbroso, lโevangelista Marco nota che, dopo aver steso la mano ed averlo curato, egli โnon poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร , ma se ne stava fuori, in luoghi desertiโ (Mc 1,45). Accarezzando il lebbroso sapeva di compiere un gesto che lo avrebbe reso immondo e che per questo avrebbe dovuto allontanarsi dalla societร dei puri. Lo ha accarezzato ugualmente perchรฉ aveva scelto di condividere la condizione degli emarginati, degli esclusi, dei reietti.
Anche il terzo particolare insiste sulla solidarietร fra gli uomini: i dieci lebbrosiย non cercano di salvarsi ognuno per proprio conto. Vanno insieme alla ricerca di Gesรน. La loro preghiera รจ comunitaria: โGesรน, maestro, tu che comprendi la nostra condizione, abbi pietร di noiโ.
Questa invocazione รจ una condanna di quella pseudospiritualitร individualistica e intimistica che ha predicato la ricerca della โsalvezza della propria animaโ.
La salvezza puรฒ essere raggiunta solo assieme ai fratelli.
I grandi personaggi della Bibbia sono sempre stati solidali con il loro popolo. Azaria, il giovane dalla vita integra ed esemplare, prega: โNoi abbiamo peccato (non dice: โessi hanno peccatoโ), noi abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo, non abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro beneโ (Dan 3,29-30); Mosรจ si rivolge al Signore dicendo: โPerdona il loro peccato, se no cancellami dal tuo libro che hai scrittoโ (Es 32,32) e Paolo arriva a pronunciare una frase paradossale: โVorrei essere io stesso anร tema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carneโ (Rm 9,3).
In paradiso nessuno, nemmeno Dio, puรฒ essere felice finchรฉ anche lโultimo degli uomini non sia liberato dalla โlebbraโ che lo tiene lontano dal Signore e dai fratelli.
Un quarto particolare del racconto รจ un invito a riflettere sullโefficacia salvifica della parola pronunciata da Gesรน. I lebbrosiย lo invocano da lontanoย (vv.11-12). Non possono avvicinarsi a lui. Riuscirร egli a percepire il loro grido disperato? Potrร fare qualcosa in loro favore o la distanza gli impedirร di intervenire?
Questi i dubbi, i timori che angustiano non solo i dieci lebbrosi, ma anche i cristiani delle comunitร di Luca โ che non hanno avuto la fortuna di โavvicinarsiโ materialmente al Maestro โ e sono i dubbi che bloccano anche noi.
Siamo convinti che quando Gesรน era vicino, quando camminava lungo le strade della Palestina, quando si poteva avvicinarlo, toccarlo, parlargli, egli prestava attenzione a tutti, ascoltava ogni richiesta di aiuto e, con la sua parola, curava ogni malattia. Ma ora che egli non รจ piรน visibilmente in questo mondo, ora che รจ โlontanoโ, egli tende lโorecchio verso di noi? Si interessa ancora della nostra โlebbraโ? ร capace di salvare anche โa distanzaโ?
La risposta che Luca dร ai suoi cristiani e a noi รจ semplice: non cโรจ distanza che possa impedire alle nostre preghiere di giungere fino a lui e non cโรจ situazione disperata che, con la sua parola, anche pronunciata โda lontanoโ, egli non possa risolvere.
La parola che cura ogni โlebbraโ continua ad essere annunciata oggi e mantiene intatta la sua efficacia. Basta fidarsi, come ha fatto il lebbroso samaritano al quale Gesรน riconosce: โLa tua fede ti ha salvatoโ (v.19).
I dieci lebbrosi vengono curatiย lungo la strada. Come mai Gesรน non li guarisce immediatamente โ come รจ solito fare โ e non li manda dai sacerdoti in seguito per la verifica prescritta dalla legge? Voleva mettere alla prova la loro riconoscenza?
A questo dettaglio dellโepisodio รจ certamente legato un messaggio teologico. Nel NT, la vita cristiana รจ paragonata ad un โitinerarioโ, a un viaggio lungo e faticoso.ย La guarigione dalle โlebbreโย che ci fanno sentire lontani da Dio, rifiutati dai fratelli e disprezzati dalla nostra stessa coscienza โ lo sappiamo e lo verifichiamo ogni giorno โ non avviene di colpo,ย รจ progressiva, richiede unโintera vita. ร questo il cammino che Gesรน invita a percorrere con pazienza, serenitร , ottimismo, guidati in ogni passo dalla sua parola. Lungo la strada chi ha fede verificherร il prodigio: gradualmente vedrร โla sua pelle divenire come quella di un giovinettoโ โ come รจ accaduto a Nร aman.
Siamo cosรฌ arrivati al punto piรน difficile del racconto: perchรฉย uno solo รจ tornato a ringraziare? Perchรฉ Gesรน si รจ lamentato del comportamento degli altri nove quando lui stesso aveva ordinato di andare a mostrarsi ai sacerdoti? Chi ha disobbedito non รจ stato forse il samaritano?
Diciamolo subito: sicuramente anche gli altri nove saranno poi tornati a ringraziare. Essi sono prima andati dai sacerdoti per sbrigare le โformalitร โ delle verifiche ed essere riammessi alla vita comunitaria. Poi sono corsi dalle loro famiglie e sono certamente tornati da Gesรน. ร questa lโunica ricostruzione dei fatti che ha una logica. Allora perchรฉ Gesรน si รจ lamentato?
Egli non parla di ringraziamenti, non si rattrista perchรฉ ha verificato una mancanza di riconoscenza. Dice che il samaritano รจ stato lโunico cheย ha dato gloria a Dio, cioรจ, lโunico che ha capito subito che la salvezza di Dio giunge agli uomini attraverso Gesรน. ร stato lโunico che ha riconosciuto non solo il bene ricevuto, ma anche lโintermediario scelto da Dio per comunicare i suoi doni. Ha voluto proclamare davanti a tutti la sua riconoscenza e la sua scoperta.
Gli altri non erano cattivi, solo non si sono resi immediatamente conto della novitร . Hanno continuato a seguire i cammini tradizionali: hanno pensato che a Dio si arrivava attraverso le pratiche religiose antiche, attraverso i sacerdoti del tempio.
Gesรน rimane sorpreso che la gente del suo popolo, pur abituata a leggere le Sacre Scritture ed educata dai profeti, sia stata preceduta da un samaritano nel riconoscimento del Messia di Dio.
Il fatto della guarigione dei dieci lebbrosi รจ riletto da Luca come una parabola, come unโimmagine di quanto รจ accaduto al suo tempo: gli eretici, i pagani, i peccatori sono stati i primi a riconoscere in Gesรน il mediatore della salvezza di Dio.
AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: per gentile concessione di Settimana News



