p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 6 Agosto 2023

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 6 agosto 2023.
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Contemplare il suo volto

Subito dopo il racconto della trasfigurazione, i tre vangeli sinottici narrano lโ€™episodio della guarigione di un ragazzo epilettico. Gesรน scende dal monte con Pietro, Giacomo e Giovanni ed ecco un uomo staccarsi dalla folla, corrergli incontro e chiedergli aiuto. Mio figlio โ€“ dice โ€“ รจ โ€œposseduto da uno spiritoโ€ che lo afferra, lo getta a terra, lo fa schiumare e urlare finchรฉ non si accascia sfinito; โ€œho supplicato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riuscitiโ€ (Lc 9,38-40).

Gesรน aveva conferito loro โ€œpotere e autoritร  su tutti i demoni e di curare le malattieโ€ (Lc 9,1). Come mai non sono stati capaci di svolgere la loro missione?

La ragione รจ presto trovata: perchรฉ non sono stati sul monte con il Maestro.

Chi non ha visto il suo volto glorioso รจ incapace di contrastare efficacemente le forze del male che affliggono lโ€™umanitร .

La tradizione colloca la trasfigurazione di Gesรน sul Tabor, un monte che sorge, isolato, al centro della fertile pianura di Esdrelon. Coperto di lecci, carrubi e pini, fin dai tempi piรน remoti, era chiamato il monte santo e sulla sua cima erano offerti culti alle divinitร  pagane. Oggi il luogo invita al raccoglimento e alla preghiera. Lรฌ viene spontaneo elevare lo sguardo al cielo e il pensiero a Dio.

Per quanto possa essere suggestiva questa esperienza, va tenuto presente che il vangelo non parla del Tabor, ma di un monte elevato e, nel linguaggio biblico, il monte non indica un luogo materiale, ma lโ€™esperienza interiore di una manifestazione di Dio, il momento in cui lโ€™intimitร  con il Signore raggiunge il culmine.

Ricorrendo al linguaggio dei mistici potremmo definirlo la condizione spirituale dellโ€™anima che si sente dissolvere in Dio, giungendo quasi a identificarsi con i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

Gesรน lascia la pianura e conduce in alto alcuni discepoli; li allontana dai ragionamenti e dai calcoli umani per introdurli negli imperscrutabili disegni del Padre. Li fa salire per riportarli poi, trasformati, sulla terra dove sono chiamati ad operare.

Chi ama veramente lโ€™umanitร  e vuole impegnarsi nella costruzione del regno di Dio nel mondo deve prima alzare gli occhi al Cielo, sintonizzare i propri pensieri e progetti con quelli del Signore. Deve soprattutto avere โ€œvistoโ€ colui che fa della vita un dono non nella veste oscura dello sconfitto, ma avvolto di luce sfolgorante e gloriosa.

Sul โ€œmonteโ€, Gesรน appare diverso da come lo hanno giudicato gli uomini. Lรฌ si assiste a una metamorfosi: il suo volto sfigurato si trasfigura, il buio dellโ€™insuccesso si illumina, lโ€™abito logoro del servo si tramuta in splendida veste regale, la tenebra della morte si dissolve nellโ€™aurora della Pasqua.

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Per interiorizzare il messaggio, oggi ripeteremo:
Donaci Signore di contemplare nel volto sfigurato dagli uomini, il volto del Cristo trasfigurato.

Prima Letturaย (Dn 7,9-10.13-14)

9ย Io continuavo a guardare,
quandโ€™ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
10ย Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
13ย Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo,
uno, simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
14ย che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
il suo potere รจ un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno รจ tale
che non sarร  mai distrutto.

Il capitolo dal quale รจ tratta la lettura si apre con una drammatica visione notturna. Daniele vede emergere dallโ€™oceano โ€“ che nellโ€™antico Medio Oriente era il simbolo del mondo ostile e del caos โ€“ quattro enormi bestie: un leone, un orso, un leopardo e una quarta belva spaventosa, terribile, dalla forza eccezionale, capace di stritolare ogni cosa con i suoi denti di ferro (Dn 7,2-8).

Il linguaggio e le immagini sono apocalittiche. I riferimenti e le allusioni alla storia dei popoli che vi sono simboleggiati non sono difficili da decodificare perchรฉ รจ lo stesso profeta, nel seguito del racconto, a chiarirne il significato (Dn 7,17-27). Le fiere rappresentano i quattro grandi imperi che si sono succeduti nel mondo e che hanno oppresso il popolo di Dio.

Il leone indica il regno sanguinario di Babilonia, la maledetta, la cittร  crudele che ha distrutto Gerusalemme e il suo tempio; lโ€™orso รจ il popolo della Media, vorace e sempre pronto ad aggredire; il leopardo con quattro teste รจ il simbolo dei persiani che scrutano in ogni direzione in cerca di preda; la quarta bestia, la piรน spaventosa, raffigura il regno di Alessandro Magno e dei suoi successori, i diadochi.

Di questi, uno si presenta particolarmente sinistro, Antioco IV, il persecutore dei santi fedeli alla legge di Dio. Egli detiene il potere proprio nel tempo in cui viene redatto il libro di Daniele.

Nella storia si sono sempre succeduti regni crudeli e impietosi con i deboli, imperi che hanno violato i diritti dei popoli e si sono imposti con la violenza e il sopruso, che si sono comportati come le belve.

Il mondo sarร  sempre vittima di dominatori arroganti che fanno della forza il loro dio? Il Signore assisterร  indifferente allโ€™oppressione del suo popolo?

Sono questi gli interrogativi angoscianti ai quali Daniele, in nome di Dio, vuole rispondere. Eccolo infatti introdurre la scena grandiosa che รจ ripresa nella prima parte della nostra lettura (vv. 9-12).

In cielo vengono collocati dei troni, un vegliardo โ€“ che rappresenta lo stesso Signore โ€“ si asside per il giudizio e pronuncia la sentenza: alle belve รจ tolto il potere e lโ€™ultima viene uccisa, fatta a pezzi e gettata nel fuoco (Dn 7,9-12). Poi cosa accade?

Il veggente continua a riferire la sua rivelazione: โ€œGuardando nelle visioni notturne, ecco apparire, con le nubi del cielo, uno simile ad un figlio dโ€™uomoโ€ al quale il vegliardo โ€“ Dio โ€“ affida il potere, la gloria ed il regno.

Figlio dโ€™uomo รจ unโ€™espressione ebraica che significa semplicemente uomo.

Il mondo รจ sempre stato gestito da persone mosse da istinti bestiali, ora non piรน, sta per giungere uno con cuore dโ€™uomo.

Chi รจ questo personaggio?

Non viene dal mare come i quattro mostri, ma dal cielo, cioรจ da Dio.

Lโ€™autore del libro di Daniele non pensava a un singolo individuo, si riferiva a Israele che, dopo la grande tribolazione sopportata sotto Antioco IV, avrebbe ricevuto da Dio un regno eterno che non sarebbe mai tramontato. Tutti i popoli gli sarebbero stati sottomessi, senza essere oppressi, perchรฉ il suo re avrebbe avuto un cuore dโ€™uomo.

Con questa profezia, scritta durante la persecuzione dellโ€™empio Antioco IV (167-164 a.C.), lโ€™autore voleva infondere coraggio e speranza nel suo popolo. Lโ€™oppressione โ€“ assicurava โ€“ stava volgendo alla fine; ancora pochi anni e Dio avrebbe consegnato a Israele il dominio del mondo.

Quando si รจ compiuta questa profezia?

Dopo due o tre anni, Israele riuscรฌ a ottenere lโ€™indipendenza politica e molti ritennero che era finalmente giunto il regno del โ€œfiglio dโ€™uomoโ€ promesso da Daniele.

I fatti, purtroppo, smentirono queste attese.

I Maccabei โ€“ eroici capi della resistenza giudaica โ€“ conquistato il trono, dimenticarono presto lโ€™alleanza con il Signore e si tramutarono in oppressori.

Continuarono a recitare il copione delle fiere: faide familiari, intrighi per il potere, crudeltร , vita di corte raffinata, corruzione religiosa e morale.

La profezia โ€“ oggi noi lo sappiamo โ€“ non si รจ realizzata con loro, ma con lโ€™avvento di Gesรน, il โ€œfiglio dโ€™uomoโ€ che ha dato inizio al regno dei santi dellโ€™Altissimo (Mc 14,62).

Egli non ha messo in scena attori nuovi per recitare il copione antico, ha cambiato il copione, ha introdotto un criterio nuovo, opposto a quello che, in ogni epoca, ha dato origine a regni di belve: non piรน salire per dominare, ma scendere per ricevere ordini, non piรน lโ€™asservimento dei deboli, ma il servizio reso ai deboli.

Il suo regno non รจ iniziato con una vittoria, ma con una sconfitta. I poteri politico, economico e religioso del suo tempo si sono coalizzati per eliminarlo e lo hanno ucciso, certi di aver posto fine alla sua proposta. Invece la sua sconfitta ha segnato lโ€™inizio del mondo nuovo.

Avendo in sรฉ una forza divina, questo regno del Figlio dโ€™uomo, malgrado le rabbiose opposizioni che dovrร  sempre affrontare, รจ destinato espandersi e a prendere possesso di tutti i cuori. Sarร  โ€œcome la luce dellโ€™alba, che va aumentando in splendore fino a quando รจ giorno pienoโ€ (Pr 4,18).

Seconda Lettura (2 Pt 1,16-19)

16ย Fratelli, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesรน Cristo, ma perchรฉ siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.
17ย Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: โ€œQuesti รจ il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciutoโ€.
18ย Questa voce noi lโ€™abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.
19ย E cosรฌ abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere lโ€™attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finchรฉ non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori.

I primi cristiani โ€“ e lo stesso Paolo โ€“ erano convinti che il Signore si sarebbe presto manifestato nella sua gloria e avrebbe introdotto i suoi fedeli nel suo regno.

Verso la fine del I sec. d.C. cominciรฒ perรฒ a serpeggiare fra i discepoli la delusione per la mancata venuta del Signore, mentre i miscredenti chiedevano beffardi: โ€œDovโ€™รจ la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi tutto rimane come al principio della creazioneโ€ (2 Pt 3,4).

Per minare la fede dei discepoli, alcuni scettici diffondevano anche il sospetto che la profezia della venuta del Signore altro non fosse che un mito elaborato da gente scaltra per mantenere sotto controllo le persone ingenue e credulone.

A queste malevole insinuazioni risponde un discepolo di Pietro che, scrivendo in nome del maestro, adduce, come prove inconfutabili della veritร  del messaggio annunciato, lโ€™esperienza personale vissuta da Pietro โ€œsul santo monteโ€ e la testimonianza resa dagli apostoli che hanno โ€œvistoโ€ la grandezza del Signore Gesรน.

Avvolti nella gloria di una epifania divina, essi hanno โ€œuditoโ€ la voce del Cielo: โ€œQuesti รจ il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciutoโ€.

Non รจ stata dunque inventata alcuna favola. รˆ stata trasmessa una rivelazione ricevuta da coloro che sono vissuti accanto a Gesรน di Nazaret. Essi, illuminati dallโ€™alto, hanno contemplato il suo volto luminoso e glorioso.

Poi continua: noi siamo come le sentinelle che vegliano durante la notte e scrutano lโ€™orizzonte, in trepida attesa, per veder apparire la radiosa โ€œstella del mattinoโ€ (Ap 2,28; 22,16), apportatrice del nuovo giorno.

Nellโ€™attesa di questa gioiosa aurora, i volti dei credenti sono illuminati e i loro passi guidati da una lampada che brilla in un mondo ancora avvolto in dense tenebre. La lampada รจ la parola di Dio trasmessa dalle sacre Scritture (v. 19).

Vangelo ย โœ Mt 17, 1-9

1ย Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
2ย E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
3ย Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui.
4ย Pietro prese allora la parola e disse a Gesรน: โ€œSignore, รจ bello per noi restare qui; se vuoi, farรฒ qui tre tende, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaโ€.
5ย Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra.
Ed ecco una voce che diceva: โ€œQuesti รจ il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltateloโ€.
6ย Allโ€™udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
7ย Ma Gesรน si avvicinรฒ e, toccatili, disse: โ€œAlzatevi e non temeteโ€.ย 8ย Sollevando gli occhi non videro piรน nessuno, se non Gesรน solo.
9ย E mentre discendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: โ€œNon parlate a nessuno di questa visione, finchรฉ il Figlio dellโ€™uomo non sia risorto dai mortiโ€.

Nellโ€™interpretazione di un testo evangelico bisogna sempre essere molto cauti perchรฉ quella che, a prima vista, puรฒ apparire la semplice cronaca di un fatto, ad un esame piรน accurato si rivela spesso una pagina di teologia, redatta secondo i canoni del linguaggio biblico. Il racconto della trasfigurazione di Gesรน, riferito in modo quasi identico da Marco, Matteo e Luca, ne รจ un esempio.

Compito del biblista รจ identificare la forma letteraria del racconto, evidenziare i riferimenti allโ€™Antico Testamento e decodificare le varie immagini, in modo che dal brano possa emergere, nitido, il messaggio che lโ€™evangelista intende comunicare.

La pagina evangelica che ci viene proposta oggi richiede un approccio attento e uno studio accurato, anche se potrร  sembrare meticoloso e forse anche un poโ€™ arido.

Iniziamo con lโ€™annotazione apparentemente irrilevante con cui inizia: โ€œSei giorni dopoโ€. Non viene notato dopo che cosa, ma il riferimento piรน probabile รจ al dibattito sullโ€™identitร  di Gesรน avvenuto poco prima nella regione di Cesarea di Filippo (Mt 16,13-20).

Lร  Pietro aveva professato la sua fede in Gesรน: โ€œTu sei il Cristoโ€; ma i sogni che coltivava non erano quelli del Maestro che infatti lo aveva ammonito: โ€œTu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiโ€ e aveva ingiunto ai discepoli di non parlare di lui a nessuno (Mt 16,20). Prima doveva essere chiarito lโ€™equivoco, il fraintendimento riguardo alla sua identitร  di Messia: continuavano caparbiamente a volerlo orientare verso il successo, mentre la meta stabilita da Dio si trovava nella direzione opposta.

รˆ in questo contesto di cambiamento di mentalitร  che รจ collocata da Matteo la โ€œtrasfigurazioneโ€. Gesรน prende con sรฉ tre discepoli e sale su un monte.

Il monte, nella Bibbia โ€“ come, del resto, presso tutti i popoli dellโ€™antichitร  โ€“ era il luogo dellโ€™incontro con Dio. Sul Sinai Mosรจ era stato testimone della manifestazione di Dio e aveva ricevuto la rivelazione che poi aveva trasmesso al popolo; anche Elia aveva incontrato il Signore in cima allโ€™Oreb.

Se scorriamo il libro dellโ€™Esodo, scopriamo che anche Mosรจ era salito sul monte โ€œdopo sei giorniโ€ (Es 24,16), che non vi era andato da solo, ma aveva preso con sรฉ tre persone, Aronne, Nadab e Abiu (Es 24,1.9), che anchโ€™egli era stato avvolto da una nube e che il suo volto era stato trasfigurato dallo splendore della gloria divina (Es 34,30).

รˆ quanto basta per concludere che, con queste allusioni allโ€™Antico Testamento, lโ€™evangelista intendeva comunicare un messaggio. Aveva come obbiettivo presentare Gesรน come il nuovo Mosรจ, come colui che consegna al popolo, rappresentato dai tre discepoli, la nuova legge. Voleva dirci: Gesรน รจ la rivelazione definitiva di Dio.

Il volto splendente e le vesti luminose (v. 2) sono motivi che ricorrono spesso nella Bibbia. Li abbiamo trovati nella prima lettura, li hanno usati gli autori dei Salmi: Il Signore รจ โ€œrivestito di maestร  e di splendore, avvolto di luce come di un mantoโ€ (Sl 104,1-2).

Riprendendo queste immagini, lโ€™evangelista fa una autentica professione di fede nella divinitร  di Gesรน.

Completa questo messaggio lโ€™immagine biblica della nube luminosa che avvolge tutti con la sua ombra (v. 5). Nel libro dellโ€™Esodo si parla di una nube lucente che proteggeva il popolo dโ€™Israele nel deserto (Es 13,21). Era il segno della presenza di Dio accanto al suo popolo in cammino verso la terra promessa. Quando Mosรจ ricevette la legge, il monte fu avvolto da una nube (Es 24,15-16) e anchโ€™egli discese con il volto splendente (Es 34,29-35). Nube e volto splendente sono dunque il riflesso della presenza di Dio.

Servendosi di queste immagini, Matteo afferma che Pietro, Giacomo e Giovanni, in un momento particolarmente significativo della loro vita, sono stati introdotti nei pensieri di Dio, hanno goduto di unโ€™illuminazione speciale che ha fatto loro comprendere la vera identitร  del Maestro e la meta del suo cammino. Egli non si sarebbe manifestato come il messia trionfatore che tutti si attendevano, ma come colui che, dopo un aspro conflitto con il potere religioso, sarebbe stato osteggiato, perseguitato e ucciso. Si sono resi conto anche che il loro destino non sarebbe stato diverso da quello del Maestro.

La voce del cielo (v. 5) รจ unโ€™espressione letteraria impiegata frequentemente dai rabbini quando, dopo un acceso dibattito, tiravano le conclusioni e introducevano il pronunciamento di Dio.

Lโ€™argomento trattato nel capitolo precedente (Mt 16) riguardava lโ€™identitร  di Gesรน. Lo stesso Maestro aveva aperto il dialogo con la domanda: โ€œLa gente chi dice che sia il Figlio dellโ€™uomo?โ€ (Mt 16,13). Gli apostoli avevano riferito le varie opinioni e, per bocca di Pietro, avevano dichiarato la loro fede in Gesรน. La voce del cielo โ€“ introdotta nel racconto della trasfigurazione โ€“ presenta il giudizio di Dio: โ€œGesรน รจ il predilettoโ€, il servo fedele del quale egli si compiace (Is 42,1).

Giร  al momento del battesimo รจ risuonata questa stessa โ€œvoceโ€: โ€œQuesti รจ il Figlio mio predilettoโ€ (Mt 3,17); ora รจ aggiunta lโ€™esortazione: โ€œAscoltatelo!โ€. Ascoltate lui, anche quando sembrerร  proporre cammini troppo impegnativi, indicare strade anguste e impervie, scelte paradossali, umanamente assurde.

Nella Bibbia il verbo โ€œascoltareโ€ non significa soltanto โ€œudireโ€, ma equivale spesso a โ€œobbedireโ€ (Es 6,12; Mt 18,15-16). La raccomandazione che il Padre fa a Pietro, Giacomo e Giovanni e, attraverso di loro, a tutti i discepoli, รจ di โ€œporre in praticaโ€ ciรฒ che Gesรน insegna. รˆ lโ€™invito a puntare la vita sulla sua proposta di beatitudine.

Chi sono Mosรจ ed Elia? Il primo รจ colui che ha dato la Legge, lโ€™altro era ritenuto il primo dei profeti. Per gli israeliti questi due personaggi rappresentavano lโ€™insieme delle sacre Scritture.

Tutti i libri santi dโ€™Israele hanno lo scopo di condurre a dialogare con Gesรน, orientano a lui. Senza di lui lโ€™Antico Testamento รจ incomprensibile; ma anche Gesรน, senza lโ€™Antico Testamento, rimane un mistero. Nel giorno di Pasqua, per far capire ai discepoli il significato della sua morte e risurrezione, egli ricorrerร  allโ€™Antico Testamento: โ€œCominciando da Mosรจ e da tutti i profeti, spiegรฒ loro ciรฒ che, in tutte le Scritture, si riferiva a luiโ€ (Lc 24,27).

Il significato dellโ€™immagine delle tre tende non รจ facile da determinare. Certo hanno un riferimento al cammino dellโ€™esodo e qui indicano, forse, il desiderio di Pietro di fermarsi, per perpetuare la gioia sperimentata in un momento di intimitร  spirituale con il Maestro. Chi costruisce una tenda vuole fissare la sua dimora in un posto e non muoversi, almeno per un certo tempo. Gesรน invece รจ sempre in cammino: รจ diretto a una meta e i discepoli lo devono seguire.

La nostra esperienza spirituale ci puรฒ aiutare a capire. Dopo aver dialogato a lungo con il Signore, non torniamo volentieri alla vita di ogni giorno: i problemi, i conflitti sociali e i dissensi familiari, i drammi con cui ci dobbiamo confrontare ci incutono paura, tuttavia ci rendiamo conto che la nostra vita non si esaurisce nellโ€™ascolto della parola di Dio. Il rapporto โ€œsanoโ€ con il Signore non porta al ripiegamento su se stessi, non rinchiude in uno sterile intimismo spirituale, ma spinge allโ€™incontro con i fratelli.

Dopo aver scoperto nella preghiera la meta da raggiungere, รจ necessario lasciare lโ€™oasi e incamminarsi con Gesรน che va a donare la vita.

Proviamo ora a fare una sintesi degli elementi che abbiamo evidenziato.

Tutto lโ€™Antico Testamento (Mosรจ ed Elia) riceve senso da Gesรน, ma Pietro non capisce il significato di quanto sta accadendo. A parole riconosce che Gesรน รจ โ€œil Cristoโ€ (Mt 16,16), ma nel suo intimo rimane convinto che egli sia solo un grande personaggio, un uomo al livello di Mosรจ ed Elia, per questo suggerisce che vengano costruite tre tende uguali.

Interviene Dio per correggere questa falsa interpretazione: Gesรน non รจ solo un grande legislatore o un profeta, รจ il โ€œFiglio predilettoโ€ del Padre.

I tre personaggi non possono continuare insieme, Gesรน si stacca nettamente dagli altri, รจ assolutamente superiore.

Israele aveva ascoltato la voce del Signore che gli era stata trasmessa da Mosรจ e dai profeti. Ora questa voce โ€“ dichiara il Padre โ€“ giunge agli uomini attraverso Cristo. รˆ lui e solo lui che i discepoli devono ascoltare, per questo viene notato che, quando i tre alzano gli occhi, non vedono altri che Gesรน. Mosรจ ed Elia sono scomparsi, hanno portato a compimento la loro missione: hanno presentato al mondo il Messia, il nuovo profeta, il nuovo legislatore.

Per gentile concessione di Settimana News.