p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 30 Aprile 2023

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 30 aprile 2023.
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Difende il gregge, salva anche i briganti

Al faraone che li interroga su quale sia il loro mestiere, i fratelli di Giuseppe rispondono: โ€œPastori di greggi sono i tuoi servi, noi e i nostri padriโ€ (Gn 47,3). Erano pastori i patriarchi, รจ stato custode di greggi Mosรจ e Davide fu preso dai pascoli, mentre seguiva le pecore (1 Cr 17,7).

In tutto lโ€™antico medio Oriente, il sovrano che si prende cura del suo popolo รจ immaginato come un pastore. Nelle iscrizioni mesopotamiche โ€œpascereโ€ รจ comunemente usato nel senso di โ€œgovernareโ€. Il faraone era chiamato: โ€œPastore di tutte le gentiโ€, โ€œpastore che veglia sui suoi sudditiโ€ e, come simbolo del suo potere, teneva in mano il bastone ricurvo.

In Israele questโ€™immagine รจ applicata spesso ai capi militari e politici e anche a Dio. รˆ commovente lโ€™invocazione: โ€œTu pastore dโ€™Israele ascolta, tu che guidi il tuo popolo come un greggeโ€ (Sal 80,2) ed รจ deliziosa la sensazione di sicurezza che comunica il celebre canto: โ€œIl Signore รจ il mio pastore, non manco di nullaโ€ฆโ€ (Sal 23,1).

Sorprende invece il fatto che, in nessun testo dellโ€™AT, il re in carica sia designato come โ€œpastoreโ€. Questo titolo รจ riservato a un unico re: il futuro Messia, discendente di Davide. Dopo aver pronunciato severe parole di condanna contro i sovrani che hanno condotto il popolo alla rovina, il Signore promette di assumere egli stesso lโ€™ufficio di pastore, di radunare il gregge disperso, di condurlo al pascolo e annuncia: โ€œStabilirรฒ sulle mie pecore un unico pastore che le pascerร . Io sarรฒ il loro Dio e il mio servo Davide sarร  il capo in mezzo ad esseโ€ (Ez 34,23-24).

La profezia sโ€™รจ adempiuta in Gesรน.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œEravamo erranti come pecore, ora abbiamo un pastore che ci guidaโ€.

Prima Lettura (At 2,14a.36-41)

14ย Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlรฒ a voce alta cosรฌ: โ€œ36ย Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesรน che voi avete crocifisso!โ€.
37ย Allโ€™udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: โ€œChe cosa dobbiamo fare, fratelli?โ€.ย 38ย E Pietro disse: โ€œPentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesรน Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.ย 39ย Per voi infatti รจ la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerร  il Signore Dio nostroโ€.ย 40ย Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: โ€œSalvatevi da questa generazione perversaโ€.ย 41ย Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.

Continua nella lettura di oggi il discorso di Pietro iniziato domenica scorsa. Al popolo di Gerusalemme egli ha presentato la vita di Gesรน (โ€ฆun uomo che รจ passato facendo del bene a tutti), poi ha rivolto ai suoi uditori unโ€™accusa pesante: โ€œVoi lโ€™avete crocifisso per mano di empi e lโ€™avete uccisoโ€ (2,23), infine ha ricordato lโ€™opera di Dio che ha glorificato il suo servo fedele, risuscitandolo da morte. Il discorso riprende da questo punto: โ€œSappia, dunque, tutto il popolo dโ€™Israele che Dio ha costituito Signore e messia quel Gesรน che voi avete crocifissoโ€ (v. 36).

Allโ€™udire queste parole, i presenti prendono coscienza dellโ€™errore commesso, si sentono โ€œtrafiggere il cuoreโ€ dal pentimento e cercano una soluzione al loro dramma interiore. Non trovandola, rivolgono agli apostoli una domanda accorata: โ€œFratelli, che cosa dobbiamo fare?โ€ (v. 37). รˆ lโ€™espressione della loro totale disponibilitร  a seguire, senza preclusioni, il cammino che il Signore vorrร  loro indicare.

La parola di Dio รจ sempre una denuncia del peccato ed รจ un invito al rinnovamento, alla conversione, รจ โ€œpiรน penetrante di una spada a doppio taglioโ€ (Eb 4,12), โ€œtrafigge il cuoreโ€ (v. 37) e mette a nudo ogni debolezza, ogni malvagitร , ogni errore.

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Di fronte a questa parola, lโ€™unico atteggiamento onesto รจ lโ€™umile ascolto, la disponibilitร  a lasciarsi mettere in causa, a cambiare, a rinnegare gli errori del passato, a iniziare una vita nuova.

La risposta di Pietro presenta le tre tappe che segnano il cammino della salvezza: la conversione dalla vita antica e dagli errori fatti, il battesimo, la gioia di accogliere il dono dello Spirito (v. 38).

Seconda Lettura (1 Pt 2,20b-25)

20ย Se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciรฒ sarร  gradito davanti a Dio.ย 21ย A questo infatti siete stati chiamati, poichรฉ anche Cristo patรฌ per voi, lasciandovi un esempio, perchรฉ ne seguiate le orme:ย 22ย egli non commise peccato e non si trovรฒ inganno sulla sua bocca,ย 23ย oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
24ย Egli portรฒ i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perchรฉ, non vivendo piรน per il peccato, vivessimo per la giustizia;ย 25ย dalle sue piaghe siete stati guariti.
Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Continua lโ€™esortazione di Pietro ai neoโ€‘battezzati. Verso la metร  del suo discorso lโ€™apostolo sente che รจ necessario affrontare un problema sociale veramente delicato: i rapporti fra padroni e schiavi. Deve toccare lโ€™argomento perchรฉ, fra coloro che hanno ricevuto il battesimo, ci sono persone nobili e benestanti, ma ci sono anche molti schiavi. Alcuni di questi, particolarmente fortunati, sono alle dipendenze di signori buoni e miti; ma altri hanno a che fare con gente dura, rozza, arrogante, con matrone altere e insolenti. Alle prepotenze dei padroni si aggiungono anche vessazioni e soprusi da parte dei compagni di schiavitรน che se la prendono proprio con i cristiani che, dopo il battesimo, hanno rotto con le antiche abitudini e hanno assunto uno stile di vita irreprensibile. Come comportarsi con chi provoca, offende, maltratta, fa dei torti? Ci si deve ribellare? Si puรฒ reagire ricorrendo alla violenza?

La risposta del predicatore fa riferimento a Gesรน e al modo con cui egli ha risposto allโ€™ingiustizia: poteva contare su dodici legioni di angeli, non su dodici discepoli paurosi, ma si รจ consegnato inerme a chi era venuto ad arrestarlo con spade e bastoni (Mt 26,47); ha condannato lโ€™uso della spada come mezzo per ristabilire la giustizia (Mt 26,53); ha chiamato โ€œamicoโ€ Giuda nel momento in cui lo consegnava nelle mani dei nemici (Mt 26,50) e sulla croce ha perdonato coloro che lo stavano uccidendo (Lc 23,34).

Il predicatore riassume il comportamento di Gesรน rifacendosi al famoso testo del profeta Isaia che presenta il servo fedele al Signore: โ€œEgli non aveva peccato, non si era trovato menzogna alcuna sulla sua boccaโ€ (Is 53,9) e continua: โ€œOltraggiato non rispondeva con oltraggi, soffrendo non minacciava vendettaโ€ (v. 23).

Queste scelte radicali del Maestro lasciano aperto al discepolo un unico cammino, chiaro, inequivocabile: quello del perdono, quello dellโ€™amore incondizionato. Nulla รจ piรน contrario al messaggio di Gesรน dellโ€™uso della violenza. Per costruire un mondo nuovo in cui regnino la giustizia, la pace, lโ€™amore, il cristiano puรฒ impiegare solo i mezzi proposti da Cristo, mai quelli che egli ha esplicitamente rigettato.

La lettura si conclude con unโ€™immagine che riassume in modo vivo questo messaggio: โ€œEravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre animeโ€. Appartenere al gregge di Gesรน pastore significa seguire le sue orme, rinunciare agli odi, ai rancori, alle vendette e fare propri i suoi sentimenti e i suoi gesti di amore.

Vangelo (Gv 10,1-10)

1ย โ€œIn veritร , in veritร  vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da unโ€™altra parte, รจ un ladro e un brigante.ย 2ย Chi invece entra per la porta, รจ il pastore delle pecore.ย 3ย Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.ย 4ย E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perchรฉ conoscono la sua voce.ย 5ย Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiโ€.ย 6ย Questa similitudine disse loro Gesรน; ma essi non capirono che cosa significava ciรฒ che diceva loro.
7ย Allora Gesรน disse loro di nuovo: โ€œIn veritร , in veritร  vi dico: io sono la porta delle pecore.ย 8ย Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.ย 9ย Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร  salvo; entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo.ย 10ย Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanza.

La quarta domenica di Pasqua รจ detta domenica del buon Pastore perchรฉ, in ognuno dei tre anni del ciclo liturgico, viene proposto un brano del capitolo 10 del vangelo di Giovanni. Oggi รจ riportata la prima parte di questo capitolo (vv. 1-10) dove il tema di Gesรน buon Pastore non viene sviluppato, ma solo accennato; lโ€™immagine centrale infatti รจ quella della porta. Piรน avanti, nel suo lungo discorso ai giudei, Gesรน proclamerร : โ€œIo sono il buon pastoreโ€ (v. 11); oggi egli si presenta, per due volte, come la porta (v. 7). A questa immagine se ne aggiungono altre: il recinto, i ladri e i briganti, il guardiano, gli estranei. Chi sono, chi rappresentano, qual รจ il significato della โ€œsimilitudineโ€?

Premettiamo una nota esplicativa sulle usanze dei pastori della Palestina.

Lโ€™ovile era un recinto circondato da mura di pietra sulle quali venivano posti fasci di spine o lasciati crescere rovi per impedire alle pecore di uscire e ai ladri di entrare. Poteva trovarsi davanti a una casa oppure essere costruito allโ€™aperto, lungo il pendio di una montagna; in questo secondo caso era in genere utilizzato da piรน pastori che vi introducevano le loro pecore durante la notte; uno di loro vegliava, mentre gli altri dormivano.

Dire โ€“ come fa Luca nel racconto della nascita di Gesรน (Lc 2,8) โ€“ che chi montava di guardia โ€œvegliavaโ€, non รจ del tutto esatto. In realtร , armato di un bastone, costui si posizionava allโ€™entrata dellโ€™ovile โ€“ che non aveva porta โ€“ si accoccolava e, in quella posizione, sbarrando lโ€™accesso, diveniva egli stesso โ€œla portaโ€. In genere si appisolava, ma la sua presenza era sufficiente per dissuadere i predoni dallโ€™accostarsi allโ€™ovile e per impedire ai lupi di entrare nel recinto. Alle pecore si poteva avvicinare soltanto chi egli lasciava passare.

Al mattino, quando ogni pastore si presentava alla porta, le pecore ne riconoscevano immediatamente il passo e la voce, si alzavano in piedi e lo seguivano, sicure di essere condotte in pascoli di erbe fresche e in oasi con acqua pura e abbondante. Lo seguivano perchรฉ si sentivano amate e protette, il pastore non le aveva mai nรฉ deluse nรฉ tradite.

Partendo da questa esperienza di vita del suo popolo, Gesรน imposta una parabola che non รจ immediatamente chiara: in essa si accumulano e si sovrappongono immagini enigmatiche per gli stessi giudei (v. 6).

Cominciamo col dividerla in due parti.

Nella prima (vv. l-6) viene introdotta la figura del vero pastore.

Lโ€™inizio del discorso รจ piuttosto brusco e provocatorio. Contiene misteriose allusioni a pericoli, a nemici, ad aggressori: โ€œChi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi si arrampica da unโ€™altra parte, รจ un ladro e un briganteโ€ (v. 1); poi entra in scena il vero pastore. La caratteristica che lo contraddistingue รจ la tenerezza: conosce le sue pecore per nome e le chiama, โ€œuna per unaโ€.

Per Gesรน non esistono masse anonime; egli si interessa a ciascuno dei suoi discepoli, tiene conto delle doti, dei pregi e delle debolezze di ognuno. Contempla lieto i capretti che, giovani ed agili, sgambettano e corrono avanti a tutti, ma le sue premure, le sue attenzioni vanno ai piรน deboli del gregge: โ€œporta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madriโ€ (Is 40,11). Capisce le loro difficoltร , non forza i tempi, non impone ritmi insostenibili, valuta la condizione di ognuno, aiuta e rispetta.

In contrapposizione a questo pastore, compaiono i ladri e i banditi. Chi sono? Come riconoscerli? A chi si riferisce Gesรน?

Al suo tempo non mancavano certo i โ€œpastoriโ€.

Cโ€™erano i capi religiosi e i capi politici che si atteggiavano a guide premurose del bene del popolo, ma in realtร  cercavano soltanto il proprio interesse; i loro obiettivi erano il dominio, il prestigio personale, lo sfruttamento; i loro metodi la violenza e la menzogna.

Non erano pastori autentici, per questo un giorno Gesรน, di fronte alle folle, si commosse โ€œperchรฉ erano come pecore senza pastoreโ€, le condusse fuori, le fece adagiare โ€œsullโ€™erba verdeโ€ e distribuรฌ loro in abbondanza il pane e lโ€™alimento della sua parola (Mc 6,34-44).

Si noti, in questa prima parte del brano evangelico, lโ€™insistenza sulla โ€œvoce del pastoreโ€, che รจ โ€œascoltataโ€ (v. 3), โ€œriconosciutaโ€ (v. 4) e immediatamente distinta da quella degli estranei (v. 5).

Anche dopo la risurrezione Gesรน sarร  riconosciuto per la sua voce.

Gli occhi dei discepoli saranno tratti in inganno: verrร  preso per un viandante, per un fantasma (Lc 24,15.37), per un pescatore (Gv 21,4); ma lโ€™udito no, non poteva sbagliarsi, la sua voce era inconfondibile.

Oggi questa voce continua a risuonare, nitida e viva nella parola del vangelo. รˆ lโ€™unica che al discepolo risuona familiare, le altre che vi si sovrappongono, anche se forti e insistenti, gli risultano estranee.

Chi รจ โ€œistruito dallo Spiritoโ€ รจ in grado, in mezzo al frastuono di tante altre voci, di discernere quella del pastore, e fugge quando ode i passi dei ladri e dei predoni: gli impostori che vengono solo per trascinarlo in cammini di morte.

Nella seconda parte del brano (vv. 7-10), Gesรน si presenta prima come โ€œla porta delle pecoreโ€, poi come โ€œla portaโ€. Se si tiene presente il chiarimento dato sopra, potremmo dire che egli รจ il guardiano che si posiziona sullโ€™entrata come โ€œportaโ€.

La porta ha una duplice funzione: lascia passare i padroni di casa e impedisce lโ€™ingresso agli estranei. Sono queste due funzioni che vengono sviluppate, in altrettante allegorie, da Gesรน.

Egli รจ colui che decide chi puรฒ avere accesso alle pecore e chi deve stare lontano dal gregge (vv. 7-8). Puรฒ passare, ed รจ riconosciuto come vero pastore, colui che ha assimilato i suoi stessi sentimenti e le sue medesime disposizioni nei confronti delle pecore, chi รจ disposto cioรจ a donare la vita come egli ha fatto.

I ladri e i banditi sono coloro che sono venuti prima di lui (v. 8). Certamente egli non si riferiva ai profeti e ai giusti dellโ€™AT.

Ladri erano i capi religiosi e politici del suo tempo che sfruttavano, opprimevano e causavano ogni sorta di sofferenze al popolo.

Banditi erano i rivoluzionari che volevano costruire una societร  piรน libera e piรน giusta; coltivavano ideali nobili, ma ricorrevano a metodi sbagliati, fomentavano lโ€™odio per il nemico, predicavano il ricorso alla violenza, proponevano lโ€™uso delle armi. Chi agisce in questo modo non ha gli stessi sentimenti e le stesse disposizioni di Gesรน: non passa attraverso la porta.

Nellโ€™ultimo versetto (v. 10) viene ripresa questa contrapposizione. In un drammatico crescendo รจ descritta lโ€™opera del ladro: egli ruba, uccide, distrugge. Tre verbi che riassumono le opere di morte. Chiunque si accosta allโ€™uomo per togliergli vita รจ โ€œladroโ€, sta dalla parte del maligno, รจ โ€œfiglio del diavoloโ€ che โ€œfu omicida fin da principioโ€ (Gv 8,44).

Lโ€™azione del pastore รจ antitetica: viene per portare vita e vita in abbondanza.

Attraverso la porta non passano solo i pastori, ma entrano ed escono anche le pecore. Gesรน si presenta come porta anche in questo senso (v. 9). Solo chi passa attraverso di lui raggiunge pascoli ubertosi, trova il โ€œpane che saziaโ€ (Gv 6) e โ€œlโ€™acqua che zampilla per la vita eternaโ€ (Gv 4), ottiene la salvezza.

Gesรน รจ una porta stretta (Mt 7,14) perchรฉ chiede la rinuncia a se stessi, lโ€™amore disinteressato agli altri, ma รจ lโ€™unica che conduce alla vita; tutte le altre sono tranelli, trabocchetti che fanno precipitare in baratri di morte: โ€œLarga รจ la porta e spaziosa รจ la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essaโ€ (Mt 7,13).

Per gentile concessione di Settimana News.