p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 26 Luglio 2020

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 26 luglio 2020.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

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Lโ€™archeologo Carter rimase per alcuni istanti stupefatto, allibito, quasi paralizzato quando, introdotta una candela in un pertugio della tomba inviolata di Tutankhamon, scorse il tesoro piรน ricco mai scoperto. I tre amici che erano con lui lo interpellavano con insistenza, ansiosi di sapere cosa lo avesse ammaliato. Riuscรฌ a farfugliare: โ€œCose meravigliose, cose meravigliose!โ€. Non fosse per questo tesoro, di Tutankhamon โ€“ un faraone della XVIII dinastia, morto diciannovenne โ€“ ricorderemmo a malapena il nome.

Salomone visse nello sfarzo: โ€œHo accumulato โ€“ diceva โ€“ argento e oro, ricchezze di re e di province, insieme con le delizie dei figli dellโ€™uomoโ€ (Qo 2,8), ma non furono questi i tesori che lo resero famoso.

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โ€œTesoroโ€ รจ lโ€™epiteto piรน ricorrente sulla bocca degli innamorati. Non si puรฒ vivere senza legare il cuore a un tesoro; neppure Dio puรฒ farne a meno, infatti โ€œsi รจ scelto Israeleโ€ (Sal 135,4).

Il tesoro dei saggi รจ la sapienza: โ€œVale piรน scoprire la sapienza che le gemme. Non la eguaglia il topazio dโ€™Etiopia; con lโ€™oro puro non la si puรฒ scambiareโ€ (Gb 28,18-19). Ad essa i rabbini dedicavano tempo ed energie perchรฉ sta scritto: โ€œMediterai su di essa giorno e notteโ€ (Gs 1,8) e commentavano: โ€œVaโ€™ e cerca quale ora non รจ nรฉ giorno nรฉ notte e consacrala alle altre scienzeโ€.

Nella scelta del tesoro ci si puรฒ anche ingannare, perchรฉ รจ facile prendere abbagli, confidare in ciรฒ che รจ inconsistente, inaffidabile. Gesรน ci mette in guardia: โ€œNon accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, perchรฉ lร  dovโ€™รจ il tuo tesoro, sarร  anche il tuo cuoreโ€ (Mt 6,19-21).

La vita va investita, non si puรฒ non scegliere; su un tesoro bisogna puntare. Quale?

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œInsegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuoreโ€.

Prima Lettura (1 Re 3,5.7-12)

5 In Gร baon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte e gli disse: โ€œChiedimi ciรฒ che io devo concedertiโ€. 7 Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi. 8 Il tuo servo รจ in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo cosรฌ numeroso che non si puรฒ calcolare nรฉ contare. 9 Concedi al tuo servo un cuore docile perchรฉ sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perchรฉ chi potrebbe governare questo tuo popolo cosรฌ numeroso?โ€.
10 Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare. 11 Dio gli disse: โ€œPerchรฉ hai domandato questa cosa e non hai domandato per te nรฉ una lunga vita, nรฉ la ricchezza, nรฉ la morte dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento per ascoltare le cause, 12 ecco faccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te nรฉ sorgerร  dopo di te.

Non furono nรฉ tranquilli nรฉ felici gli ultimi anni del regno di Davide: sommosse, rivolte, tentativi di sbalzarlo dal trono. Negli intrighi per ottenere il potere ben tre dei suoi figli perirono di morte violenta. I disordini continuarono finchรฉ Salomone riuscรฌ a impossessarsi del potere. Non fu un guerriero come suo padre, non cโ€™erano nemici da combattere, fu un uomo di pace. Ereditรฒ un grande regno che doveva essere mantenuto unito e governato con giustizia ed equitร . Ci riuscรฌ.

Fu un abile politico, un grande costruttore, un uomo ricchissimo, ma divenne famoso per la sua saggezza. Nellโ€™AT il suo nome รจ citato circa trecento volte e significa โ€œpaceโ€, โ€œprosperitร โ€. Da tutto il mondo accorrevano a Gerusalemme per conoscerlo e per ascoltarlo. La visita piรน celebre fu quella della regina di Saba che, ammirata per la sua sapienza esclamรฒ: โ€œEra dunque vero quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua saggezza! Beati i tuoi uomini, beati questi tuoi ministri che stanno sempre davanti a te e ascoltano la tua saggezza! Nel suo amore eterno per Israele il Signore ti ha stabilito re perchรฉ tu eserciti il diritto e la giustiziaโ€. (1 Re 10,6-9).

Da dove gli veniva tanta sapienza? Ce lo racconta la lettura di oggi.

Prima di iniziare a governare, Salomone andรฒ al santuario di Gabaon per offrire sacrifici. Durante la notte il Signore gli apparve in sogno e lo invitรฒ ad esprimere un desiderio; qualunque cosa avesse chiesto gli sarebbe stata concessa. Non domandรฒ nulla per sรฉ: nรฉ ricchezza, nรฉ salute, nรฉ la vittoria contro i nemici (v. 11).

Era giovanissimo quando Davide, su suggerimento di Betsabea โ€“ la moglie di Uria, divenuta poi la favorita โ€“ lo aveva designato come suo successore. Si rendeva conto di essere ancora inesperto ed era cosciente di quanto sia facile per chi comanda lasciarsi corrompere dalla frenesia del potere e commettere errori e ingiustizie. Chiese a Dio โ€œun cuore docile per rendere giustizia al suo popolo e per distinguere il bene dal maleโ€ (v. 9). Fu esaudito. Il Signore gli concesse un cuore saggio e intelligente come non ci fu prima di lui nรฉ mai ci sarร  (v. 12).

Fu lโ€™inizio della sua fortuna: โ€œTi concedo โ€“ disse il Signore โ€“ anche quanto non hai domandato, cioรจ ricchezza e gloria come nessun re ebbe maiโ€ (v. 13). Dalla sapienza gli derivarono tutti gli altri beni. La regina di Saba, โ€œquando ebbe ammirato tutta la saggezza di Salomone, il palazzo che egli aveva costruito, i cibi della sua tavola, gli alloggi dei suoi dignitari, lโ€™attivitร  dei suoi ministri, le loro divise, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza fiatoโ€ (1 Re 10,4-5).

Ci trovassimo di fronte alla lampada di Aladino e potessimo esprimere un desiderio, probabilmente non chiederemmo โ€œun cuore capace di ascoltare la voce del Signoreโ€. Non abbiamo la saggezza di Salomone: non abbiamo capito che la โ€œsapienza di Dioโ€ non solo non esige la rinuncia ad alcuno vero bene, ma รจ la fonte di ogni bene.

Seconda Lettura (Rm 8,28-30)

28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 29 Poichรฉ quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi allโ€™immagine del Figlio suo, perchรฉ egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

รˆ facile credere che Dio esiste e che ha creato il mondo, piรน difficile credere nella sua provvidenza e, nonostante i segni apparentemente contradditori che verifichiamo ogni giorno, concludere che egli riuscirร  comunque a condurre a buon fine il suo progetto.

Le parole con cui inizia la lettura sono un invito alla speranza: nulla di ciรฒ che accade sfugge a Dio, nulla puรฒ coglierlo di sorpresa. Egli fa sรฌ che โ€œtutto collabori al beneโ€ e alla realizzazione della salvezza (v. 28).

Nella seconda parte del brano (vv. 29-30) vengono ricordate le tappe del cammino che porta alla salvezza. Cโ€™รจ anzitutto la predestinazione eterna: Dio sceglie coloro che sono destinati a divenire suoi figli; poi cโ€™รจ la chiamata: attraverso la predicazione, a coloro che sono predestinati viene annunciato il vangelo e rivolto lโ€™invito ad accoglierlo. Alla chiamata segue la giustificazione cioรจ la trasformazione interiore che avviene nel battesimo. Infine cโ€™รจ la glorificazione, il momento in cui la nuova condizione di figli di Dio diviene manifesta.

Di tutto questo processo, il momento che ci lascia un poโ€™ sconcertati รจ il primo: la predestinazione. Significa forse che Dio sceglie alcuni e rifiuta altri? Assolutamente no. Vuol dire che, prima ancora di venire chiamati alla salvezza, gli uomini, tutti gli uomini, sono oggetto dellโ€™amore eterno di Dio. Naturalmente, solo una parte di loro avrร  la fortuna di venire a conoscenza del vangelo e di ricevere il battesimo; ma Dio vuole che anche tutti gli altri si salvino (1 Tm 2,4).

Vangelo (Mt 13,44-52)

44 Il regno dei cieli รจ simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
45 Il regno dei cieli รจ simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
47 Il regno dei cieli รจ simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48 Quando รจ piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49 Cosรฌ sarร  alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร  pianto e stridore di denti.
51 Avete capito tutte queste cose?โ€. Gli risposero: โ€œSรฌโ€. 52 Ed egli disse loro: โ€œPer questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli รจ simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose anticheโ€.

Capita spesso agli archeologi di rinvenire, sotto i pavimenti delle abitazioni, casse o vasi contenenti monete. Sono stati probabilmente collocati lร  dai proprietari prima di darsi a una precipitosa fuga. Nellโ€™imminenza di una guerra o di unโ€™invasione nemica, tutti cercavano di nascondere in fretta ciรฒ che avevano di prezioso e non potevano portare con sรฉ, sperando di poterlo ricuperare un giorno, non appena fosse passato il pericolo. I veri padroni perรฒ molte volte non tornavano e la casa veniva occupata da altri che non avevano alcun sospetto della ricchezza che giaceva sotto i loro piedi.

Al tempo di Gesรน si favoleggiava molto su tesori scoperti per caso. Si raccontava di poveri braccianti che, intenti a dissodare con lโ€™aratro un campo non loro, accidentalmente urtavano contro un ostacolo, si chinavano per controllare ed ecco apparire un contenitore traboccante di monili, gemme, gioielli, pietre preziose. La fantasia popolare amava cullarsi con questi sogni di inattesi colpi di fortuna.

La prima parabola del vangelo di oggi (v. 44) riprende una di queste storie: per puro caso un uomo scopre, nel campo in cui sta lavorando, un tesoro; lo nasconde di nuovo, poi va, vende tutto ciรฒ che possiede e compera quel campo.

Molti si sono soffermati a disquisire sul comportamento morale di questโ€™uomo e sulla liceitร  dellโ€™operazione finanziaria da lui compiuta, ma non รจ questo il punto. Ha incuriosito i commentatori anche il fatto che il tesoro, dopo il ritrovamento, viene di nuovo nascosto. Apparentemente illogico e superfluo, questo dettaglio รจ invece prezioso: porta a supporre che il bracciante, attratto dallโ€™inconfondibile sfavillio di un oggetto dโ€™oro che affiorava dal terreno, abbia subito intuito che, sotto le zolle, poteva celarsi una ricchezza immensa e, per non perderne neppure una briciola, abbia deciso di comperare tutto il campo.

Siamo cosรฌ introdotti nella parabola: il tesoro di cui Gesรน parla รจ il regno dei cieli, la condizione nuova in cui entra chi accoglie la proposta delle beatitudini. Ha un valore incalcolabile e, solo progressivamente, viene scoperto da chi รจ deciso a puntare su di esso la propria vita.

Il fatto che questo tesoro sia trovato per caso indica la sua gratuitร : Dio lo offre agli uomini senza alcun loro merito; non รจ un premio per le loro opere buone.

Cโ€™รจ perรฒ un comportamento da assumere di fronte a questo dono. Chi lo scopre non puรฒ avere esitazioni, perplessitร , dubbi. Se tentenna, perde tempo prezioso, lโ€™occasione favorevole puรฒ sfuggirgli e non ripresentarsi piรน. La decisione va presa con urgenza, la scelta non รจ dilazionabile. Non si puรฒ mancare allโ€™appuntamento con il Signore.

Poi bisogna puntare tutto. Non si chiede di rinunciare a qualcosa, ma di spostare tutti i propri pensieri, le proprie attenzioni, i propri interessi, i propri sforzi sul nuovo obiettivo.

Il tesoro โ€“ come avverrร  anche con la perla โ€“ non รจ acquistato per essere rivenduto e tornare in possesso dei beni di prima, ma per tenerlo in sostituzione di quanto, fino a quel momento, aveva dato senso alla vita. La scoperta del regno di Dio comporta un cambiamento radicale. รˆ questo il significato della decisione di โ€œvendere tutti i propri averi per comperare il campoโ€.

รˆ quanto รจ accaduto a Paolo, il giudeo irreprensibile e fanatico, convinto che la Torร h era il tesoro che gli avrebbe dato la salvezza. Un giorno, sulla via di Damasco, ha incontrato Cristo, e tutto quello che per lui poteva costituire un guadagno fu considerato una perdita. โ€œDi fronte alla sublimitร  della conoscenza di Cristo Gesรน, mio Signore โ€“ dichiara โ€“ ho lasciato perdere tutto e tutto considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristoโ€ (Fil 3,7-8).

Un simile cambiamento provoca sorpresa, meraviglia, stupore. Chi non ha scoperto lo stesso tesoro non riesce a capacitarsi, non trova una spiegazione che giustifichi la novitร  di vita di chi รจ entrato nel regno di Dio.

Chi ha visto il contadino vendere tutto per comperare il campo deve aver pensato che era impazzito: la terra brulla e sassosa della Palestina non giustificava simili sacrifici. Egli solo era cosciente della sua scelta: stava concludendo lโ€™affare della sua vita.

ย Chi conosceva Paolo โ€“ il rabbino scrupoloso osservante della legge โ€“ e improvvisamente lโ€™ha visto abbandonare le sue sicurezze per puntare tutto su un uomo giustiziato lโ€™ha considerato un folle: โ€œSei pazzo, Paolo โ€“ gli dice il procuratore Festo โ€“ la troppa scienza ti ha dato al cervello!โ€ (At 26,24). Invece egli aveva trovato il bene piรน prezioso, โ€œCristo crocifisso, scandalo per i giudei e stoltezza per i paganiโ€ (1 Cor 1,23).

Da un segno, perรฒ, tutti โ€“ i vicini del contadino e i correligionari di Paolo โ€“ avrebbero dovuto capire che stava agendo con luciditร  e a ragion veduta: la gioia. Chi ha capito di avere tra le mani un inatteso e insperato tesoro non puรฒ che essere colmo di gioia: โ€œSono pervaso di gioiaโ€ (2 Cor 7,4) โ€“ assicura lโ€™Apostolo โ€“ โ€œho provato grande gioia nel Signoreโ€ (Fil 4,10); โ€œil regno di Dio รจ gioiaโ€ (Rm 14,17).

Insomma, chi osserva il volto raggiante di chi ha scoperto il regno di Dio dovrebbe intuire che ha intravisto, come lโ€™archeologo Carter, โ€œcose meraviglioseโ€.

La seconda parabola (vv. 15-16) รจ detta gemella della precedente e contiene lo stesso messaggio. Si diversifica per alcuni dettagli significativi: il protagonista anzitutto non รจ un povero bracciante, ma un ricco mercante che gira il mondo con un obiettivo ben preciso: trovare perle.

Nellโ€™antichitร  le perle erano pregiate quanto lo sono oggi i diamanti. Venivano pescate nel mar Rosso, nel golfo Persico e nellโ€™oceano Indiano e, nellโ€™epoca imperiale, erano considerate la cosa piรน preziosa, tanto da divenire proverbiali. Afrodite, la dea dellโ€™amore e della bellezza, era venerata come la dea delle perle; un bambino molto amato era detto โ€œperlaโ€; di un uomo saggio si diceva che aveva una bocca da cui uscivano perle; le dodici porte del cielo โ€“ scrive il veggente dellโ€™Apocalisse โ€“ โ€œsono dodici perle; ciascuna porta รจ formata da una sola perlaโ€ colossale, meravigliosa (Ap 21,21).

Essendo ritenute di gran pregio, Gesรน le ha scelte come immagine del tesoro inestimabile che egli offriva: il regno di Dio.

A differenza del contadino che sโ€™imbatte per caso in un tesoro, il mercante trova la perla dopo unโ€™estenuante ricerca. Le due scoperte sono frutto una della fortuna, lโ€™altra del proprio impegno.

Il comportamento del mercante รจ lโ€™immagine dellโ€™uomo che cerca appassionatamente ciรฒ che puรฒ dare senso alla sua vita e riempire di gioia i suoi giorni

Le due parabole si completano: il regno di Dio, da un lato รจ dono gratuito di Dio, dallโ€™altro รจ anche frutto dellโ€™impegno dellโ€™uomo.

La terza parabola (vv. 47-50) riprende il tema introdotto domenica scorsa dalla parabola del grano e della zizzania. Lโ€™immagine รจ presa dalla pesca sul lago di Tiberiade dove erano impiegate grandi reti a strascico che catturavano pesci buoni, ma anche pesci non commestibili o impuri (Lv 11,10-11). Sulla spiaggia i pescatori procedevano alla separazione. Cosรฌ โ€“ dice Gesรน โ€“ avviene nel regno dei cieli.

Secondo la concezione degli antichi il mare era il regno delle forze diaboliche, nemiche della vita. Ai discepoli รจ affidata la missione di โ€œpescare uominiโ€, sottraendoli al potere del male. Passioni incontenibili, egoismi, cupidigie li avviluppano come onde impetuose che, come un vortice, li trascinano verso lโ€™abisso. Il regno dei cieli รจ una rete che li tira fuori, li fa respirare, li porta verso la luce, verso la salvezza.

In questa rete non vengono accolti soltanto i buoni e i bravi, ma tutti, senza distinzione. Il regno di Dio non si presenta oggi allo stato puro; nella comunitร  cristiana va serenamente ammessa, accanto al bene, la presenza del male e del peccato. Nessuno, anche se impuro, deve sentirsi escluso o essere emarginato. Questo รจ il tempo della misericordia e della pazienza di Dio che โ€œnon vuole che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsiโ€ (2 Pt 3,9).

Certo, giungerร  il momento della separazione e Matteo, comโ€™รจ solito fare, ne parla servendosi del linguaggio drammatico dei predicatori del suo tempo; impiega le immagini con cui nella Bibbia รจ descritta la distruzione dei nemici del popolo dโ€™Israele (Ez 30; 38-39): i giusti entreranno nella pace e i malvagi saranno puniti in una prigione infuocata.

Nella letteratura rabbinica si parla spesso di questo giudizio di Dio, non per minacciare la punizione eterna ai peccatori, ma per mettere in risalto lโ€™importanza del tempo presente e lโ€™urgenza delle decisioni da prendere oggi: ogni attimo sprecato รจ definitivamente perso e gli errori commessi in questo mondo avranno conseguenze eterne. Lโ€™eventualitร  di dissipare, di sperperare la propria esistenza puntandola su โ€œtesoriโ€ sbagliati รจ tuttโ€™altro che remota. Tuttavia, alla fine, la separazione non sarร  tra buoni e cattivi, ma tra bene e male: solo il bene entrerร  in cielo, tutte le negativitร  verranno annientate primaโ€ฆ dal fuoco dellโ€™amore di Dio.

Il discorso di Gesรน si conclude con la domanda: โ€œAvete capito?โ€ e con il richiamo allโ€™opera dello scriba (vv. 51-52). La domanda รจ rivolta ai discepoli, a coloro che hanno trovato il tesoro e la perla preziosa. Il regno dei cieli che ora possiedono รจ stato preparato attraverso lโ€™AT (le cose vecchie) e realizzato in Cristo (le cose nuove). I cristiani sono invitati a rendersi conto, a prendere coscienza, attraverso lo studio delle sacre Scritture, dellโ€™immenso dono che hanno ricevuto da Dio.


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it/ascolto-annuncio/xv-annum-fra-cielo-terra-la-parola-2/

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