Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 24 marzo 2024.
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Gesรน, un uomo, non un superuomo
La croce era lo strumento del piรน crudele e orribile dei supplizi, era la pena capitale riservata ai banditi, agli schiavi ribelli, ai marginali della societร , colpevoli di delitti efferati. Cicerone, lโoratore e scrittore romano, vissuto nel I secolo a.C., ne parla come di โuna pena della quale il nome stesso deve essere allontanato, non soltanto dalla persona dei cittadini romani, ma anche dal loro pensiero, dai loro occhi, dalle loro orecchieโ.
Professarsi seguaci di un crocefisso? Una follia! Una vergogna, una scelta contraria al buon senso. Ai Corinti, Paolo scrive: โI giudei domandano miracoli e i greci cercano la sapienza; ma noi, noi predichiamo un Cristo crocefisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i paganiโ (1 Cor 1,22-23).
Fin dagli inizi della loro storia, i cristiani si sono scelti dei simboli della loro fede. Sulle tombe troviamo lโancora, il pesce, il pescatore, il pastore, ma non la croce. Per lungo tempo hanno mostrato, per cosรฌ dire, un certo pudore a riconoscersi nella croce. Solo nel IV secolo d.C., divenne il simbolo per eccellenza e si cominciรฒ a fabbricare croci con i metalli piรน preziosi e a incastonarle di perle.
Durante la settimana santa, questo simbolo verrร proposto alla nostra contemplazione.
Venerare la croce non significa inchinarsi di fronte a un oggetto materiale e neppure soffermarsi sullโaspetto doloristico della passione di Gesรน. La croce indica una scelta di vita, quella del dono di sรฉ. Contemplarla vuol dire prenderla come punto di riferimento di ogni decisione.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โTi seguirรฒ ovunque tu vada โ ripete la sposa allโamatoโ.
Prima Lettura (Is 50,4-7)
4ย Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perchรฉ io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perchรฉ io ascolti come gli iniziati.
5ย Il Signore Dio mi ha aperto lโorecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6ย Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
7ย Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.
Nella prima lettura della festa del battesimo del Signore, abbiamo incontrato un personaggio misterioso che entra in scena nella seconda parte del libro dโIsaia. Si tratta del โServo del Signoreโ.
Nel brano di oggi รจ egli stesso che si presenta e che parla.
Descrive anzitutto la missione che gli รจ stata affidata: รจ inviato ad annunciare un messaggio di consolazione a chi รจ abbattuto e senza speranza (v. 4).
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Chi si รจ smarrito su vie non buone e non ritrova il retto cammino, chi รจ avvolto dalle tenebre e brancola nel buio non deve temere: da lui non udrร rimproveri e minacce, ma sempre e solo parole di conforto.
Poi chiarisce il modo con cui porterร a compimento la sua missione (vv. 4-5). Il Signore gli ha dato un orecchio che sa ascoltare e una bocca capace di comunicare.
Ciรฒ che ha udito non รจ piacevole, ma non รจ sceso a compromessi, non si รจ tirato indietro, ha saputo resistere (v. 5).
Infine racconta ciรฒ che gli รจ successo, quali sono state le conseguenze della sua coerenza. Ha comunicato fedelmente il messaggio che gli รจ stato affidato ed รจ stato percosso, insultato, schiaffeggiato; gli hanno sputato in faccia, ma non ha reagito e ha continuato a confidare nel Signore (v. 7).
Se si riflette, soprattutto sullโultima parte della lettura, si รจ spontaneamente indotti ad accostare questo Servo a Gesรน. Subito dopo la Pasqua, infatti, i cristiani hanno fatto questo collegamento. Come il โServo del Signoreโ, Cristo si รจ mantenuto in ascolto del Padre, ha pronunciato parole di consolazione e speranza, ha dato conforto agli sfiduciati e agli emarginati, la sua vita si รจ conclusa drammaticamente (cf. Mt 27,27-31).
Non basta soffermarsi a contemplare e ammirare la fedeltร di Gesรน, commuoversi di fronte a ciรฒ che egli ha sofferto, provare sdegno per le ingiustizie che ha subito e inchinarsi di fronte a qualche eroe che, anche oggi, ha il coraggio di affrontare la medesima, dolorosa esperienza del Servo del Signore.
Non qualche eroe, ma ogni credente รจ chiamato a riprodurre in sรฉ la figura di questo โServoโ: mantenersi in ascolto della parola di Dio, tradurre in atto ciรฒ che ha udito ed essere disposto anche a portarne le conseguenze.
Seconda Lettura (Fil 2,6-11)
6ย Cristo Gesรน, pur essendo di natura divina,
non considerรฒ un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7ย ma spogliรฒ se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8ย umiliรฒ se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9ย Per questo Dio lโha esaltato
e gli ha dato il nome
che รจ al di sopra di ogni altro nome;
10ย perchรฉ nel nome di Gesรน
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11ย e ogni lingua proclami
che Gesรน Cristo รจ il Signore, a gloria di Dio Padre.
La comunitร di Filippi era molto buona e Paolo ne era orgoglioso, ma, come spesso succede, cโera anche un poโ dโinvidia fra i cristiani. Qualcuno cercava di attirare su di sรฉ lโattenzione, voleva spadroneggiare un poโ sugli altri e imporre la propria volontร .
A causa di questa situazione Paolo, nella prima parte della lettera raccomanda in modo accorato: โFate che la mia gioia sia piena, andate dโaccordo, abbiate lo stesso amore, unโanima sola, un medesimo modo di sentire; non fate nulla per rivalitร , nulla per vanagloria. Non badate al vostro bene, ma a quello degli altriโ (Fil 2,2-4).
Per imprimere meglio nella mente e nel cuore dei filippesi questo insegnamento, Paolo presenta lโesempio di Cristo. Lo fa citando un inno stupendo, conosciuto in molte delle comunitร cristiane del I secolo.
In due strofe lโinno racconta la storia di Gesรน.
Egli esisteva giร prima di farsi uomo; incarnandosi โsi รจ svuotatoโ della sua grandezza divina ed ha accettato di entrare in unโesistenza schiava della morte. Si รจ fatto per sempre simile a noi: ha assunto la nostra debolezza, la nostra ignoranza, la nostra fragilitร , le nostre passioni, i nostri sentimenti e la nostra condizione mortale. ร apparso ai nostri occhi nellโumiltร del piรน disprezzato degli uomini, lo schiavo, colui al quale i Romani riservavano il supplizio ignominioso della croce (vv. 6-8).
Ma il cammino che egli ha percorso non si รจ concluso con lโumiliazione e la morte in croce.
La seconda parte dellโinno (vv. 9-11), infatti, canta la gloria alla quale egli รจ stato elevato: il Padre lo ha risuscitato, lo ha additato a modello per ogni uomo, gli ha dato il potere ed il dominio su ogni creatura. Lโumanitร intera finirร per essere unita a lui e in quel momento il progetto di Dio sarร compiuto.
Vangeloย (Mc 14,1-15,47)
1ย Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo.ย 2ย Dicevano infatti: โNon durante la festa, perchรฉ non succeda un tumulto di popoloโ.
3ย Gesรน si trovava a Betร nia nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versรฒ lโunguento sul suo capo.ย 4ย Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: โPerchรฉ tutto questo spreco di olio profumato?ย 5ย Si poteva benissimo vendere questโolio a piรน di trecento denari e darli ai poveri!โ. Ed erano infuriati contro di lei.
6ย Allora Gesรน disse: โLasciatela stare; perchรฉ le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me unโopera buona;ย 7ย i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.ย 8ย Essa ha fatto ciรฒ chโera in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.ย 9ย In veritร vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarร annunziato il vangelo, si racconterร pure in suo ricordo ciรฒ che ella ha fattoโ.
10ย Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recรฒ dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesรน.ย 11ย Quelli allโudirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava lโoccasione opportuna per consegnarlo.
12ย Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: โDove vuoi che andiamo a preparare perchรฉ tu possa mangiare la Pasqua?โ.ย 13ย Allora mandรฒ due dei suoi discepoli dicendo loro: โAndate in cittร e vi verrร incontro un uomo con una brocca dโacqua; seguiteloย 14ย e lร dove entrerร dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dovโรจ la mia stanza, perchรฉ io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?ย 15ย Egli vi mostrerร al piano superiore una grande sala con i tappeti, giร pronta; lร preparate per noiโ.ย 16ย I discepoli andarono e, entrati in cittร , trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
17ย Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.ย 18ย Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesรน disse: โIn veritร vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirร โ.ย 19ย Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo lโaltro: โSono forse io?โ.ย 20ย Ed egli disse loro: โUno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.ย 21ย Il Figlio dellโuomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quellโuomo dal quale il Figlio dellโuomo รจ tradito! Bene per quellโuomo se non fosse mai nato!โ.
22ย Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro, dicendo: โPrendete, questo รจ il mio corpoโ.ย 23ย Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.ย 24ย E disse: โQuesto รจ il mio sangue, il sangue dellโalleanza versato per molti.ย 25ย In veritร vi dico che io non berrรฒ piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo nel regno di Dioโ.
26ย E dopo aver cantato lโinno, uscirono verso il monte degli Ulivi.ย 27ย Gesรน disse loro: โTutti rimarrete scandalizzati, poichรฉ sta scritto:
28ย Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederรฒ in Galileaโ.ย 29ย Allora Pietro gli disse: โAnche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarรฒโ.ย 30ย Gesรน gli disse: โIn veritร ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volteโ.ย 31ย Ma egli, con grande insistenza, diceva: โSe anche dovessi morire con te, non ti rinnegherรฒโ. Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.
32ย Giunsero intanto a un podere chiamato Getsรจmani, ed egli disse ai suoi discepoli: โSedetevi qui, mentre io pregoโ.ย 33ย Prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciรฒ a sentire paura e angoscia.ย 34ย Gesรน disse loro: โLa mia anima รจ triste fino alla morte. Restate qui e vegliateโ.ย 35ย Poi, andato un pรฒ innanzi, si gettรฒ a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quellโora.ย 36ย E diceva: โAbbร , Padre! Tutto รจ possibile a te, allontana da me questo calice! Perรฒ non ciรฒ che io voglio, ma ciรฒ che vuoi tuโ.ย 37ย Tornato indietro, li trovรฒ addormentati e disse a Pietro: โSimone, dormi? Non sei riuscito a vegliare unโora sola?ย 38ย Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito รจ pronto, ma la carne รจ deboleโ.ย 39ย Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.ย 40ย Ritornato li trovรฒ addormentati, perchรฉ i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
41ย Venne la terza volta e disse loro: โDormite ormai e riposatevi! Basta, รจ venuta lโora: ecco, il Figlio dellโuomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.ย 42ย Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce รจ vicinoโ.
43ย E subito, mentre ancora parlava, arrivรฒ Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.ย 44ย Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: โQuello che bacerรฒ, รจ lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scortaโ.ย 45ย Allora gli si accostรฒ dicendo: โRabbรฌโ e lo baciรฒ.ย 46ย Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.ย 47ย Uno dei presenti, estratta la spada, colpรฌ il servo del sommo sacerdote e gli recise lโorecchio.ย 48ย Allora Gesรน disse loro: โCome contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi.ย 49ย Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!โ.
50ย Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.ย 51ย Un giovanetto perรฒ lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono.ย 52ย Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggรฌ via nudo.
53ย Allora condussero Gesรน dal sommo sacerdote, e lร si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi.ย 54ย Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.ย 55ย Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesรน per metterlo a morte, ma non la trovavano.ย 56ย Molti infatti attestavano il falso contro di lui e cosรฌ le loro testimonianze non erano concordi.ย 57ย Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo:ย 58ย โNoi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerรฒ questo tempio fatto da mani dโuomo e in tre giorni ne edificherรฒ un altro non fatto da mani dโuomoโ.ย 59ย Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde.ย 60ย Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo allโassemblea, interrogรฒ Gesรน dicendo: โNon rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?โ.ย 61ย Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogรฒ dicendogli: โSei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?โ.ย 62ย Gesรน rispose: โIo lo sono! E vedrete il Figlio dellโuomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cieloโ.
63ย Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: โChe bisogno abbiamo ancora di testimoni?ย 64ย Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?โ. Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65ย Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: โIndovinaโ. I servi intanto lo percuotevano.
66ย Mentre Pietro era giรน nel cortile, venne una serva del sommo sacerdoteย 67ย e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissรฒ e gli disse: โAnche tu eri con il Nazareno, con Gesรนโ.ย 68ย Ma egli negรฒ: โNon so e non capisco quello che vuoi direโ. Uscรฌ quindi fuori del cortile e il gallo cantรฒ.ย 69ย E la serva, vedendolo, ricominciรฒ a dire ai presenti: โCostui รจ di quelliโ.ย 70ย Ma egli negรฒ di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: โTu sei certo di quelli, perchรฉ sei Galileoโ.ย 71ย Ma egli cominciรฒ a imprecare e a giurare: โNon conosco quellโuomo che voi diteโ.ย 72ย Per la seconda volta un gallo cantรฒ. Allora Pietro si ricordรฒ di quella parola che Gesรน gli aveva detto: โPrima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volteโ. E scoppiรฒ in pianto.
1ย Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesรน, lo condussero e lo consegnarono a Pilato.ย 2ย Allora Pilato prese a interrogarlo: โSei tu il re dei giudei?โ. Ed egli rispose: โTu lo diciโ.ย 3ย I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.ย 4ย Pilato lo interrogรฒ di nuovo: โNon rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!โ.ย 5ย Ma Gesรน non rispose piรน nulla, sicchรฉ Pilato ne restรฒ meravigliato.
6ย Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta.ย 7ย Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio.ย 8ย La folla, accorsa, cominciรฒ a chiedere ciรฒ che sempre egli le concedeva.ย 9ย Allora Pilato rispose loro: โVolete che vi rilasci il re dei giudei?โ.ย 10ย Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.ย 11ย Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perchรฉ egli rilasciasse loro piuttosto Barabba.ย 12ย Pilato replicรฒ: โChe farรฒ dunque di quello che voi chiamate il re dei giudei?โ.ย 13ย Ed essi di nuovo gridarono: โCrocifiggilo!โ.ย 14ย Ma Pilato diceva loro: โChe male ha fatto?โ. Allora essi gridarono piรน forte: โCrocifiggilo!โ.ย 15ย E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciรฒ loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesรน, lo consegnรฒ perchรฉ fosse crocifisso.
16ย Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioรจ nel pretorio, e convocarono tutta la coorte.ย 17ย Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.ย 18ย Cominciarono poi a salutarlo: โSalve, re dei giudei!โ.ย 19ย E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.ย 20ย Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
21ย Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.ย 22ย Condussero dunque Gesรน al luogo del Gรฒlgota, che significa luogo del cranio,ย 23ย e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
24ย Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.ย 25ย Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.ย 26ย E lโiscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei giudei.ย 27ย Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.ย 28ย .
29ย I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: โEhi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,ย 30ย salva te stesso scendendo dalla croce!โ.ย 31ย Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: โHa salvato altri, non puรฒ salvare se stesso!ย 32ย Il Cristo, il re dโIsraele, scenda ora dalla croce, perchรฉ vediamo e crediamoโ. E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
33ย Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.ย 34ย Alle tre Gesรน gridรฒ con voce forte: Eloรฌ, Eloรฌ, lemร sabactร ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?ย 35ย Alcuni dei presenti, udito ciรฒ, dicevano: โEcco, chiama Elia!โ.ย 36ย Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: โAspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croceโ.ย 37ย Ma Gesรน, dando un forte grido, spirรฒ.
38ย Il velo del tempio si squarciรฒ in due, dallโalto in basso.
39ย Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: โVeramente questโuomo era Figlio di Dio!โ.
40ย Cโerano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Mร gdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,ย 41ย che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
42ย Sopraggiunta ormai la sera, poichรฉ era la Parascรจve, cioรจ la vigilia del sabato,ย 43ย Giuseppe dโArimatรจa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andรฒ coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesรน.ย 44ย Pilato si meravigliรฒ che fosse giร morto e, chiamato il centurione, lo interrogรฒ se fosse morto da tempo.ย 45ย Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.ย 46ย Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calรฒ giรน dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro lโentrata del sepolcro.ย 47ย Intanto Maria di Mร gdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.
Tutti gli evangelisti dedicano parecchio spazio alla passione e morte di Gesรน. I fatti sono fondamentalmente gli stessi, anche se narrati in modi e con prospettive diversi. Ogni evangelista inserisce poi nel racconto episodi, dettagli, sottolineature che gli sono propri e che rivelano lโattenzione e lโinteresse per alcuni temi di catechesi, ritenuti significativi e urgenti per le proprie comunitร .
La versione del racconto della passione che oggi ci viene proposta รจ quella secondo Marco. Nel nostro commento ci limiteremo a mettere in risalto gli aspetti specifici.
Un primo elemento significativo รจ la mancata reazione di Gesรน al bacio di Giuda e al gesto violento compiuto da uno dei presenti (Mc 14,46โ49).
Mentre gli altri evangelisti riferiscono qualche parola del Maestro a Giuda: โGiuda, con un bacio tradisci il figlio dellโuomo?โ (Lc 22,48) e a Pieยญtro: โRimetti la tua spada nel fodero!โ (Mt 26,52), Marco presenta Gesรน che non si ribella agli avvenimenti che non puรฒ impedire, che accetta quasi passivamente quanto gli sta acยญcadendo e che, alla fine, conclude: โSi compiano dunque le Scritture!โ (Mc 14,49).
Lโevangelista tratteggia un Gesรน mite e disarmato, che si consegna nelle mani dei nemici, senza reagire. Rileva questo fatto per sostenere la fede dei cristiani delle sue comunitร , duramente provati dalla persecuzione. A suo Figlio, il Padre non ha riservato un trattamento privilegiato, non lo ha risparmiato dalle ingiustizie, dai tradimenti, dai drammi che colpiscono gli altri uomini. Come lui, anche i discepoli si dovranno confrontare con falsitร , ipocrisie, dissimulazioni, violenze. ร questa la sorte del giusto, destinato spesso a essere vittima della perfidia degli empi, come รจ annunciato nelle Scritture (Sl 37,14; 71,11).
In Marco, Gesรน non degna di una parola di riprovazione il gesto scomposto e insensato di Pietro: il suo mettere mano alla spada รจ cosรฌ lontano dai princรฌpi evangelici che non merita neppure di essere preso in considerazione.
Il discepolo che, come Pietro, ritiene di poter risolvere le ingiustizie, ricorrendo alla violenza, in realtร complica soltanto le situazioni e poi deve fuggireโฆ Chi usa la violenza si allontana sempre dal Maestro e si immerge nel buio della notte.
Tutti gli evangelisti raccontano che i discepoli, non appena si furono resi conto che Gesรน non reagiva, non lottava, non invitava a combattere, fuggirono. Solo Marco ricorda un particolare curioso: โUn giovanetto perรฒ lo seguiva, rivestito solo di un lenzuolo; lo fermarono, ma egli, lasciato il lenzuolo fuggรฌ via nudoโ (Mc 14,51-52).
Il dettaglio รจ davvero marginale e forse รจ stato inserito dallโevangelista come un tratto autobiografico: la tradizione, infatti, ha identificato in quel ragazzo lo stesso Marco.
Tuttavia, la scena un poโ comica del giovinetto che fugge nudo riproduce, nellโintenzione dellโevangelista, il comportamento disinvolto di tanti cristiani che facilmente vengono meno ai loro impegni. Per seguire il Maestro, gli apoยญstoli hanno abbandonato tutto (Mc 10,28), ora, nel momento in cui si rendono conto che la meta del viaggio รจ il dono della vita, abbandonano tutto. Questa volta perรฒ non per seguire il Maestro, ma per fuggire. ร quanto accade โ insinua Marco โ anche ai cristiani: chiamati, a volte, a confrontarsi in modo evangelico con le contrarietร della vita, per evitare rischi, abbandonano la veste battesimale che li identifica e rinunciano alle scelte coraggiose che la loro fede impone.
Tutti gli evangelisti rilevano che, dopo unโiniziale accoglienza entusiastica, le folle si staccarono gradualmente da Gesรน che alla fine rimase solo con i dodici. Questi, a loro volta, nel momento della scelta decisiva, fuggirono. Nessuno quanto Marco, mette perรฒ in risalto la solitudine di Cristo durante la pasยญsione. Leggendo gli altri vangeli, si trova sempre qualcuno che sta a fianco di Gesรน o che prende posizione in suo favore: un angelo nel Getsemani (Lc 22,43), un discepolo o la moglie di Pilato durante il processo (Gv 18,15; Mt 27,19), una grande folla e un gruppo di donne lungo il cammino verso il Calvario (Lc 23,27-31); la madre, il diยญscepolo prediletto, alcune amiche, il buon ladrone (Gv 19,25; Lc 23,40).
In Marco non cโรจ proprio nessuno: Gesรน รจ tradito dalla folla che gli preferisce Barabba; รจ beffeggiato, percosso e umiliato dai soldati; รจ insultato dai passanti e dai capi del popolo presenti al moยญmento della sua crocifissione. Attorno a lui le teneยญbre. Solo alla fine, dopo che รจ stata raccontata la sua morte, viene notato: โCโerano anche alcune donne che stavano a osservare, da lontanoโ (Mc 15,40-41).
Completamente solo, Gesรน ha provato lโangoscia di chi, pur certo di essersi impegnato per la causa giusta, si sente sconfitto. Il suo grido: โDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonatoโ (Mc 15,34) sembra scandaloso, ma esprime il suo dramma interiore. Nel momento della morte, egli ha fatto lโesperienza dellโimpotenza, del fallimento nella lotta contro lโingiustizia, la menzogna, lโoppressione esercitata dal potere religioso e politico.
Chi si impegna a vivere in modo coerente la propria fede โ รจ il messaggio di Marco ai cristiani delle sue comunitร โ deve mettere in conto che, nel momento cruciale, verrร lasciato solo, potrร essere tradito dagli amici e riยญfiutato dalla sua stessa famiยญglia, sentirsi abbandonato da Dio e arrivare a chiedersi se valeva la pena di soffrire tanto per poi ritrovarsi sconfitto. In questi momenti potrร lanciare il suo grido al Padre, ma, per non cadere nel baratro della disperazione, dovrร gridare con Gesรน. Solo cosรฌ riceverร una risposta ai suoi angoscianti interrogativi.
Unโaltra caratteristica del racconto di Marco รจ lโinsistenza sulle reazioni molto umane di Gesรน di fronte alla morte. Solo Marco nota che Gesรน, nel giardino degli Ulivi, resosi conto che lo stavano cercando per metterlo a morte, โcominciรฒ a sentire grande spaยญvento e angosciaโ (Mc 14,33). Gli altri evangelisti evitano di presentarci un Gesรน timoยญroso, quasi scosso da un terrore che, solo a fatica, riesce controllare.
La storia รจ piena di eroi che hanno affrontato la morte con serenitร e spregio della sofferenza. Non รจ fra costoro che va collocato Gesรน. Egli ha pianto, ha avuto paura, ha cercato qualcuno che lo capisse e gli stesse vicino nel momento della scelta piรน drammatica della sua vita.
ร consolante che i fatti si siano svolti come ce li racconta Marco: contemplando questo Gesรน uomo, non superuomo, nostro compagno di sofferenza, che ha provato, come noi, quanto sia duro e difficile obbedire al Paยญdre, ci sentiamo incoraggiati a seguirlo.
Nel racconto della passione secondo Marco Gesรน sta sempre in silenzio.
Alle autoritร reliยญgiose che gli chiedono se egli sia il messia e a Pilato che vuole sapere se รจ re, risponde semplicemente: โSรฌ, lo sonoโ (Mc 14,62; 15,2). Poi baยญsta. Durante il processo, dalla sua bocca non esce una sola parola. Di fronte agli insulti, alle provocazioni, alle menzogne, egli tace, non replica nulla (Mc 14,61; 15,4-5). Sa che chi lo vuole condannare รจ cosciente della sua innocenza. ร consapevole che i suoi nemici hanno giร decretato la sua morte e che non vale la pena abbassarsi al loro liยญvello, accettando una discussione che non cambierebbe nulla.
Cโรจ un silenzio che รจ segno di debolezza e di mancanza di coraggio: quello di chi non interviene per denunciare ingiustizie perchรฉ teme di perdere amici, di mettersi in qualche pasticcio o di inimicarsi la gente che conta. Cโรจ invece un silenzio che รจ segno di forza dโanimo: quello di chi non reagisce alle provocazioni, non si scompone di fronte allโarroganza, allโinsulto, alla calunnia. ร il silenzio nobile di chi รจ convinto della propria lealtร e rettitudine ed รจ certo che la causa giusta per cui si sta battendo finirร per trionfare.
Il cristiano non รจ un pavido che si rassegna, che non lotยญta contro il male; รจ uno che si sforza di stabilire la veritร e la giustizia, ma รจ anche colui che, come il Maestro, ha la forza di tacere, rifiutando di ricorrere ai mezzi sleali impiegati dai suoi avversari: la caยญlunnia, la menzogna, la violenza. Non teme la sconfitta e non si preoccupa della vittoria dei suoi nemici: sa che il loro trionfo รจ effimero.
Il momento culminante di tutto il racconto della passione di Gesรน secondo Marco รจ la professione di fede del centurione ai piedi della croce: โAllora il centurione, quando vide Gesรน moยญrire in quel modo, disse: Davvero questโuomo era figlio di Dioโ (Mc 15,39).
Fin dallโinizio del vangelo di Marco, le folle e i discepoli si interrogano su Gesรน, si chieยญdono chi egli sia (Mc 1,27; 4,41; 6,2-3.14-15). Nessuno perรฒ riesce a cogliere la sua vera identitร . Quando qualcuno lo proclama messia, egli, subito, interviene per imporre il silenzio (Mc 1,44; 3,12): la sua identitร non deve essere rivelata, il segreto va mantenuto fino alla fine, perchรฉ solo dopo la sua morte e risurrezione sarร possibile comprendere chi egli รจ realmente.
Ora, ciรฒ che sorprende รจ che la scoperta e la proclamazione di Gesรน โFiglio di Dioโ non sono fatte da uno degli apostoli o da un discepolo, ma da un pagano. ร sulla bocca di un soldato straniero che si trova la formula, sconcertante per la sua purezza, che i primi cristiani impiegavano per proclamare la loro fede in Cristo.
E ciรฒ che ha aperto gli occhi al centurione e gli ha fatto riconoscere in quel condannato il โFiglio di Dioโ non sono stati il terremoto, lโoscuramento del sole o qualche altro prodigio, ma il modo come Gesรน era morto: dando un forte grido, il grido del giusto di cui si parla nel libro dei Salmi (Sl 22,3.6.25).
Ciรฒ che non era riuscito ad ottenere calmando le onde del mare, guarendo i malati, moltiplicando i pani, ora Gesรน lo ottiene con il dono della vita. ร con il prodigio della sua vita plasmata solo dallโamore che converte il centurione pagano.
In questo contesto diviene chiaro il significato del velo del tempio che โsi squarciรฒ in due, dallโalto in bassoโ (Mc 15,38). Non si tratta di unโinformazione. Non รจ avvenuta alcuna rottura miracolosa della cortina che serviva da parete divisoria tra il Santo e il Santo dei santi (Es 26,33), cosรฌ come, al momento del battesimo di Gesรน, non si sono โsquarciatiโ materialmente i cieli.
Marco sta raccontando un miracolo ben maggiore: un miracolo di ordine spirituale. Allโinizio della vita pubblica i cieli โsi sono squarciatiโ, cioรจ sono state ristabilite la pace e la comunicazione fra il cielo, dimora di Dio, e la terra, casa degli uomini. Ora il gesto supremo dโamore di Gesรน ha fatto crollare tutte le barriere, anche sulla terra.
Nel Santo dei santi, ritenuta la dimora del Signore, aveva accesso solo il sommo sacerdote, una volta lโanno, nel giorno solenne della festa dellโespiazione dei peccati. Ora ogni uomo, sia giudeo che pagano, come il centurione, puรฒ entrare e uscire liberamente dal Santo dei santi, perchรฉ รจ la casa di suo Padre. Dio non puรฒ piรน essere immaginato lontano, inaccessibile; a lui, anche il piรน grande peccatore puรฒ accostarsi con fiducia, sapendosi suo figlio.
Dopo la morte di Gesรน, tutti gli evangelisti introducono in scena Giuseppe dโArimatea, il membro autorevole del sinedrio che si presentรฒ a Pilato per ottenere lโautorizzazione a seppellire il Crocefisso. Solo Marco perรฒ specifica che il suo fu un gesto coraggioso (15,43). Dichiararsi discepoli di Gesรน quando le folle lo acclamavano era facile, ma presentarsi come suo amico di fronte allโautoritร che lo aveva condannato a morte richiedeva grande coraggio.
Giuseppe dโArimatea รจ, per Marco, un richiamo a quei discepoli incostanti, opportunisti, deboli che non hanno il coraggio di professare la propria fede, che si vergognano dei valori morali insegnati da Cristo e che, per evitare fastidi o anche solo per non essere derisi, facilmente si adeguano alla morale corrente.
Solo Marco, riferendo la preghiera di Gesรน al Padre, riporta lโappellativo aramaico che egli ha usato: Abbร , Padre! (Mc 14,36).
Abbร corrisponde a uno dei tanti termini che, anche da noi, i bambini impiegano per rivolgersi al loro genitore. Diยญcevano i rabbini: โQuando un bambino inizia ad assaporare il frumento (cioรจ, quando รจ svezzato), impara a dire โabbร โ (papร ) e โimmร โ (mamma)โ. Gli adulti evitavano questa espressione infantile, che perรฒ veniva ripresa quando il padre invecchiava, quando, divenuto un nonnino, aveva bisogno di assistenza e di maggior affetto. Abbร esprimeva dunque confidenza e tenerezza.
Nei vangeli questo termine ricorre solo qui. Gesรน lo impiega nel momento piรน drammatico della sua vita, quando, dopo aver chiesto al Padre di risparmiargli una prova tanto difficile, si abbandona fiduciosamente nelle sue mani.
ร lโinvito a non dubitare mai, anche nelle situazioni apparentemente piรน assurde, dellโamore di Dio e a ricordare sempre che egli รจ Abbร .
Per gentile concessione di Settimana News.