SEGUIRLO È SCOPRIRE UNA RICCHEZZA MAI IMMAGINATA
Il primo personaggio
che entra in scena
è un generoso e dice:
Ti seguirò,
dovunque tu vada!
Gesù deve avere gioito
per lo slancio,
deve aver apprezzato l’entusiasmo giovane
di quest’uomo.
Eppure risponde:
Pensaci! Neanche un nido, neanche una tana,
solo strada, ancora strada.
Non un posto dove
posare il capo,
se non in Dio,
quotidianamente
dipendente dal cielo.
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Così è Gesù:
nudo amore che
deve essere amato
in nuda povertà.
Eppure, seguirlo è
scoprire una ricchezza
che mai avrei immaginato.
É diventare ricchi,
non di cose,
di luoghi o nidi,
ma di incontri,
di opportunità,
di luce.
Gesù non ha una casa,
ma ne trova cento
sul suo cammino,
colme di volti amici.
Le parole di Gesù
sono sempre,
anche quelle dure,
una risposta al nostro
bisogno di felicità.
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Il secondo riceve un invito diretto:
Seguimi!
E questi risponde: sì.
Solo permettimi di andare
prima a seppellire
mio padre.
La richiesta più legittima
che si possa pensare,
dovere di figlio,
compito di umanità
Gesù replica con parole
tra le più dure del vangelo:
Lascia che i morti
seppelliscano i morti!
Parole che dicono:
è possibile essere
dei morti dentro,
vivere una vita spenta,
una religiosità oscura, tenebrosa, intrisa di paure.
Parole dure che
sottintendono però:
segui me,
io ti darò il segreto
della vita autentica!
Il Vangelo è sempre
un inno alla vita,
scoperta di bellezza,
incremento di umanità.
Gesù non cerca
eroi incrollabili
per il suo regno,
ma uomini e donne
autentici che
sappiano sceglierlo
ogni giorno di nuovo,
che sappiano rispondere «sì», ogni volta,
come Pietro, all’unica domanda: mi vuoi bene?
Per gentile concessione di p. Ermes – Fonte.
