p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 28 Gennaio 2024

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Gesรน, โ€œfelice rovinaโ€ di ciรฒ che non รจ amore

Ed erano stupiti del suo insegnamento. Lo stupore: esperienza felice che ci sorprende e scardina gli schemi, che si inserisce come una lama di libertร  in tutto ciรฒ che ci saturava: rumori, parole, schemi mentali, abitudini, che ci fa entrare nella dimensione creativa della meraviglia che re-incanta la vita.

La nostra capacitร  di provare gioia รจ direttamente proporzionale alla nostra capacitร  di meravigliarci. Salviamo allora lo stupore, la capacitร  di incantarci ogni volta che incontriamo qualcuno che ha parole che trasmettono la sapienza del vivere, che toccano il nervo delle cose, perchรฉ nate dal silenzio, dal dolore, dal profondo, dalla vicinanza al Roveto di fuoco.

Gesรน insegnava come uno che ha autoritร . Autorevoli sono soltanto le parole che alimentano la vita e la portano avanti; Gesรน ha autoritร  perchรฉ non รจ mai contro ma sempre in favore dellโ€™umano. E qualcosa, dentro chi lo ascolta, lo avverte subito: รจ amico della vita. Autorevoli e vere sono soltanto le parole diventate carne e sangue, come in Gesรน, in cui messaggio e messaggero coincidono. La sua persona รจ il messaggio.

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Altro commento di fra Ermes

AMANTE AUTOREVOLEZZA

Nel conflitto tra il nostro cuore dโ€™ombra e la nostra parte di luce, Cristo entra con mani e occhi nuovi, lievito che solleva lโ€™inerzia, respiro che dilata, vento che sospinge sulla rotta del mondo.

Nella sinagoga di Cafarnao, quel giorno, ha luogo un primo miracolo. Un indemoniato sta pregando nella comunitร , รจ un habituรจ del sabato. Ne aveva ascoltate di prediche, perchรฉ si puรฒ passare tutta una vita andando ogni domenica in chiesa, pregare e ascoltare la Parola, e pur mantenere uno spirito malato, un’anima lontana che non si lascia raggiungere. Si puรฒ vivere tutta la vita come cristiani della domenica, ma senza mai farsi toccare dalla Parola di Dio.

Non lontano, non fuori, ma dentro alla comunitร , anzi nellโ€™intimo, dai nostri oceani interiori si alza la voce dei nostri dรจmoni oscuri, delle ombre che invecchiano il cuore.

Che vuoi da me? Qui รจ il primo elemento di una fede ipocrita: io so che Cristo vuole qualcosa da me, che vuole entrare nelle mie parole, nelle mie mani, nei miei occhi, nel mio andare e nel mio venire, ma io lo rifiuto, non voglio conversioni, nรฉ brecce aperte nelle mura del mio mondo.

Primo segno di un credere stonato: fede senza sapore di pane, di vino buono, di lavoro, di carezze, di scelte concrete e condivisioni. Fede di sole parole.

Secondo elemento: Sei venuto a rovinarci? Fede con dentro un dรจmone รจ quella che sente Dio come un predatore di libertร . Che lo immagina come colui che toglie, non come colui che dona; un Moloch cui si รจ tenuti a immolare la parte migliore di se stessi.

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Il credente abitato da uno spirito impuro si sente figlio di una sottrazione, anzichรฉ di una addizione del vivere.

E ancora: lโ€™uomo di Cafarnao frequenta il luogo sacro, recita le benedizioni e lo Shemร  Israel, eppure, nonostante questo, in lui abita un demone che accetta solo la fede del sabato, quella limitata al sacro e alle proprie devozioni. Il Dio vero invece รจ da sorprendere nella vita piรน che nel tempio, nella polvere della strada che da Gerusalemme scende a Gerico, piรน che nel fumo degli incensi. Lโ€™autorevolezza di quel Dio sposa tutto ciรฒ che sa di amore.

I demoni se ne accorgono, e fiutano il pericolo: che c’รจ fra noi e te Gesรน di Nazaret? Sei venuto a rovinarci? Sรฌ, Gesรน รจ venuto a rovinare tutto ciรฒ che impoverisce o ferisce l’intimo dellโ€™uomo. A rovinare il regno degli idoli: i demoni del denaro, della supremazia, del potere e degli egoismi. E su tutto questo la sua voce si alza nitida e forte. Contro di loro Gesรน pronuncia due sole parole: taci, esci da lui.

Nel conflitto tra il nostro cuore dโ€™ombra e la nostra parte di luce, Cristo entra con mani e occhi nuovi, lievito che solleva lโ€™inerzia, respiro che dilata, vento che sospinge sulla rotta del mondo.

Tace e se ne va questo mondo sbagliato; va in rovina, come aveva sognato Isaia, perchรฉ nasca un mondo altro. Vanno in rovina le strategie di guerra per diventare campi di solidarietร . Tacciono le bombe, ed ecco rifiorire lโ€™erba.

Fonte

Inciampare in una stella – Meditazioni sui vangeli dal 17 dicembre al 6 gennaio

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