p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 25 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 9, 2-10

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GLI ARCHIVI DELL’ANIMA

Come fu per loro, come fu per molti nei lager o nei gulag, fino ai Navalny dei nostri giorni, come รจ per quanti si ostinano a proporsi la pace, anche per noi sarร  necessario cercare negli archivi dell’anima le tracce della luce, la memoria del sole, per appoggiarvi il cuore e la fede.

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Il monte della luce, collocato a metร  del racconto di Marco, รจ lo spartiacque della ricerca su chi รจ Gesรน. Come in un dittico, la sua prima parte racconta opere e giorni di Gesรน il maestro; la seconda parte, a partire da qui, disegna il volto alto del “Figlio di Dio”: vangelo di Gesรน, il Cristo, il Figlio di Dio (Mc 1,1).

Gesรน chiama di nuovo con sรฉ i primi chiamati: tutto รจ narrato dal punto di vista dei discepoli, di ciรฒ che loro accade. Li porta su un alto monte e si trasfigura davanti a loro: i monti nella Bibbia sono dimora di Dio, ma offrono a noi la possibilitร  di uno sguardo nuovo sul mondo, di coglierlo da una nuova angolatura, osservarlo dall’alto, da un punto di vista inedito. Dal punto di vista di Dio.

Pietro ne รจ sedotto e prende subito la parola: che bello essere qui! Facciamo tre capanne. L’entusiasmo di Pietro, il suo: che bello! ci fanno capire che la fede per essere pane deve discendere da uno stupore, da un innamoramento che ti stordisce, gridato a pieno cuore.

Ciรฒ che seduce Pietro non รจ l’onnipotenza di Dio, non lo splendore del miracolo o il fascino di effetti speciali, ma la bellezza del volto di Gesรน, dove l’uomo si sente finalmente a casa: qui รจ bello stare! Altrove siamo sempre lontani, in viaggio.

Il Vangelo della Trasfigurazione dona ali alla nostra speranza: il male e il buio non vinceranno, non รจ questo il destino dell’uomo, perchรฉ Adamo ha, o meglio โ€œรจโ€ una luce custodita in un guscio di creta, e la sua vocazione รจ liberarla.

Con la sua esclamazione Pietro ci apre la strada, e vorrei, balbettando come lui, dire che anch’io ho sfiorato, qualche volta, la bellezza del credere. Che anche per me credere รจ stato acquisire bellezza del vivere in pienezza, che come Pietro che si tuffa nellโ€™entusiasmo dellโ€™agire in fretta: โ€œfacciamo, qui, ora, subito….โ€ sappiamo tutti che gli innamorati volano. Che la vita non avanza per ordini o divieti, ma per una seduzione che nasce da una bellezza intravista, anche se per poco, anche solo nella freccia di un istante.

La nostra comprensione, la nostra intelligenza, la nostra luce non ci bastano, le cose attorno a noi non sono chiare, la storia e i sentieri del futuro per nulla evidenti. Ma il mondo รจ intriso di luce, lo sanno tutte le religioni, lo sanno gli innamorati, gli artisti, i puri. E lo ricorderanno i discepoli quando tutto si farร  buio, quando il loro Maestro sarร  preso, incatenato, deriso, spogliato, torturato, crocifisso.

Come fu per loro, come fu per molti nei lager o nei gulag, fino ai Navalny dei nostri giorni, come รจ per quanti si ostinano a proporsi la pace, anche per noi nei nostri inverni, sarร  necessario cercare negli archivi dell’anima le tracce della luce, la memoria del sole, per appoggiarvi il cuore e la fede. รˆ dall’oblio che discende la notte.

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