SULLA SPALLA DI DIO
Da quel pellegrinaggio fatto a due a due, i dodici sono tornati.
E il successo รจ evidente: cosรฌ tanta gente che non avevano neppure il tempo di mangiare.
E Gesรน li vede stanchi.
Annunciare stanca. Farlo con cuore e senza mezzi stanca anche di piรน.
Abbiamo una malattia tutta cattolica che รจ quella di essere eroici, di non mostrare mai cedimenti, mai crepe, di essere sempre sul pezzo.
Il vangelo di oggi dice altro: cโรจ tanto da fare in Israele, malati, lebbrosi, vedove, ciechi, eppure Gesรน, invece di buttare i discepoli dentro il vortice del dolore cosa fa? Li porta via con sรจ, per insegnar loro qualcosa.
Questo meraviglioso vangelo rivela la prima delle tre cose che Dio vuole per noi: lui vuole persone felici, non cerca eroi!
Andiamo a riposarci un poโ.
Non dice ai dodici: andiamo a pregare o a ripassare la lezione. No, andiamo in vacanza! Andiamo a fare semplicemente le creature, senza uno scopo, e la vita si prenderร cura di noi.
Sbarcano e subito sono circondati da piรน gente di prima. Addio silenzio, finita la pace, tutti i programmi saltati.
Il progetto era sacrosanto. Andiamo a tirare il fiato, e Dio non glielo lascia fare. Cโรจ di che innervosirsi.
Ed ecco che Gesรน anzichรฉ dare la prioritร al programma dร la prioritร alle persone: sappi che tu vali piรน dei programmi, perfino di quelli di Dio.
Il motivo รจ detto in queste due parole: Gesรน prova compassione.
Il termine indica un morso, un crampo, uno spasmo dentro, un male allo stomaco.
La prima sua reazione รจ provare dolore per il dolore del mondo, e tutto quello che segue deriva da questo.
Gesรน chiama i dodici e affida loro questo suo sentimento che dovranno preservare, custodire, salvare.
Devono imparare le viscere di Dio, ed รจ la seconda cosa che Lui vuole per noi. Se cโรจ, fra noi, gente che sa ancora provare compassione davanti al dolore dellโuomo e della donna, allora cโรจ ancora speranza per il mondo.
Terzo atto della sinfonia della vita. Gesรน vede, prova compassione e parla: si mise a insegnare molte cose.
โForse abbiamo dimenticato che cโรจ una vita profonda in noi, e Gesรน la raggiunge, e allora รจ come una manciata di luce gettata nel cuore di ciascuno, a illuminare la via.
La risposta di Gesรน alla folla dolente che lo assedia non sono miracoli o guarigioni, ma sono gli apostoli, inviati a prendersi cura; sono io, siamo noi, se abbiamo imparato il cuore di Dio.
Dio vide ciรฒ che aveva fatto: bello! Lo amรฒ, e potรฉ riposarsi.
Amare riposa!
Andiamo in vacanza con Dio! Proviamo a riposare con lui: una preghiera al mattino, un piccolo brano, un silenzio breve ma intensamente cercato.
Cerchiamo un luogo in cui posare la testa sulla spalla di Dio.
ร il grande insegnamento di quel giorno: impariamo uno sguardo che abbia commozione e tenerezza, e poi le parole di cura nasceranno.
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Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.