A Cana il volto gioioso del Padre
Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 16 Gennaio 2022
Festa un po’ strana, quella di Cana di Galilea: lo sposo รจ del tutto marginale, la sposa neppure nominata; protagonisti sono due invitati, e alcuni ragazzi che servono ai tavoli.
Il punto che cambia la direzione del racconto รจ il vino che viene a mancare. Il vino nella Bibbia รจ il simbolo dell’amore. E il banchetto che รจ andato in crisi racconta, in metafora, la crisi dell’amore tra Dio e l’umanitร , un rapporto che si va esaurendo stancamente, come il vino nelle anfore. Occorre qualcosa di nuovo.
Vi erano lร sei anfore di pietra… Occorre riempirle d’altro, finirla con la religione dei riti esterni, del lavarsi le mani come se ne venisse lavato il cuore; occorre vino nuovo: passare dalla religione dell’esterioritร a quella dell’interioritร , dell’amore che ti fa fare follie, che fa nascere il canto e la danza, come un vino buono, inatteso, abbondante, che fa il cuore ubriaco di gioia (Salmo 104,15).
Il Vangelo chiama questo il โprincipe dei segniโ, il capostipite di tutti: se capiamo Cana, capiamo gran parte del Vangelo. A Cana รจ il volto nuovo di Dio che appare: un Dio inatteso, colto nelle trame festose di un pranzo nuziale; che al tempio preferisce la casa; che si fa trovare non nel santuario, nel deserto, sul monte, ma a tavola. ย […]
Continua a leggere tutto il testo del commento su Avvenire
- Pubblicitร -
COPPE GRIGIE DI LACRIME, ROSSE DI SORRISI
Cโรจ una festa nuziale a Cana, in Galilea, in quella notte di fiaccole accese, di canti e di balli.
Le porte sono aperte, il cortile pieno di gente. Cโรจ accoglienza perfino per la rumorosa e variopinta carovana di discepoli salita dal lago, al seguito di Gesรน.
Una festa un poโstrana: la sposa non รจ neppure nominata, lo sposo รจ del tutto marginale.
Ma quelle nozze raccontano lโamore tra Dio e lโumanitร , una vicenda che si va esaurendo, come il vino di Cana. Occorre qualcosa di nuovo.
Gesรน non ha declinato lโinvito, come avesse altre cose da fare, ma raggiunge la festa, e lo fa con il suo โvestito nuzialeโ, un volto di gioia da indossare quando le parole non bastano a raccontare lโanima leggera.
Israele risuonava del grido di schiavi e lebbrosi, di gente che malediceva la vita, e Gesรน avvia il suo servizio alla vita partecipando ad una festa.
Anzichรฉ asciugare lacrime, colma le coppe di vino!
Dio presente. Comunque.
Anche Maria partecipa alla festa, e nel suo osservare discreto vede ciรฒ che nessuno nota, vede che il vino รจ terminato. Il banchetto รจ fin troppo generoso e il vino finisce in fretta, ma gli invitati sembrano non accorgersi di nulla.
Il vino non รจ indispensabile, รจ un di piรน inutile a tutto eccetto che alla qualitร della vita, e Maria lo sa.
A lungo abbiamo pensato che Dio non amasse le feste degli uomini. A Cana, invece, la fede ha un battesimo di gioia. Questo segno, il โprimo di tutti i segniโ, rivela che Dio gode della gioia degli uomini, e vi collabora perchรฉ riesca al meglio.
Che Cana sia un fatto storico o un racconto simbolico, poco importa. La bella notizia รจ che Dio si unisce al nostro piacere di esistere, con quella sinergia che fa cambiare colore alla vita.
Anche a noi a volte manca โquel non so cheโ, piccoli perdoni, piccoli sorrisi, piccole tensioni da chiarire, piccole parole di tenerezza e di cura.
Manca il vino buono dellโalleanza complice.
Cana ci sussurra una domanda: cosa manca attorno a noi? Cosa, per uscire dal piccolo privato, e vibrare per il bene comune?
Eโ Maria ad indicare la strada: โQualunque cosa vi dica, fatelaโ. Fate il suo Vangelo, e le vuote e grigie anfore del cuore si riempiranno di energia.
Qui a Cana, Gesรน annuncia la sua fede nellโamore tra uomo e donna. Ci crede a tal punto da farne il luogo primario della sua evangelizzazione, originario spazio di vangelo, perchรฉ lโamore umano ha fame di eternitร e di assoluto, perchรฉ รจ la forza che mette la persona prima della legge, dove la speranza spegne la rassegnazione e i sogni si lanciano nel futuro.
Il Dio in cui credo รจ il Dio delle nozze di Cana.
E io, cosa posso offrirgli? Solo acqua, nientโaltro che acqua. E forse un poโ dโamore.
Eppure Lui lo vuole tutto, ne ha sete e lo benedice, e lo fa maturare, e lo fa crescere, su fino allโorlo di tutte le mie anfore.
Tratto dal mio: โDevo fermarmi a casa tuaโ – ed. Messaggero – 2021
AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK



