IL FILO ROSSO
Vangelo nel tempo della distanza
 STRANO COME UN BOTTONE STORTO
Gv 8,21-30
Gesù disse loro: “quando avrete innalzato sulla croce il Figlio
dell’Uomo, allora conoscerete che Io Sono… Colui che mi ha mandato è
con me: non mi ha lasciato solo… e io faccio sempre ciò che gli è gradito.
Questo vangelo ci regala due perle molto importanti, raccontando l’estrema opposizione di Gesù.
La prima: quando mi avrete inchiodato sulla croce, allora capirete chi sono.
Abbiamo strane idee su Dio, alcune infantili, altre di comodo, altre addirittura pagane. Sbagliarci su Dio è il peggio che ci possa capitare, perché poi ti sbagli su tutto, sul bene, sul male, sulla storia.
Diceva p. Turoldo: è come abbottonare storto il primo bottone della camicia, dopo ti vengono storti tutti gli altri… Capirete chi sono dal legno, dai chiodi e dal sangue, non dai miracoli.
Abbiamo ancora davanti agli occhi il meraviglioso crocifisso di San Marcello in una piazza san Pietro, vuota e con tutto il mondo dentro. Abbiamo visto la pioggia che si mescolava al sangue. E Francesco chinato a baciarne i piedi, mentre cadevano lacrime dal cielo.
Su quel corpo crocifisso, l’amore ha scritto il suo racconto con l’alfabeto delle ferite. Dio non scende dal legno, quel Cristo è mio fratello e piange con me, entra nella morte con me.
La seconda frase: Dio non mi lascia solo.
In ogni giorno che vivrò, lui è con me; anche nella valle oscura della morte.
È con me, inchiodato a me che sono l’amata spina della sua corona, a intrecciare la sua vita con la mia come il suo respiro con il mio.
Coraggio, allora, Dio non ci lascia soli. Per sempre.
Come passeri abbiamo il nido nelle sue mani, e non ci lascerà cadere.