Ragazzo, ร lzati!
Rientrati nel tempo per annum, riprendiamo lโascolto liturgico della lettura cursiva del vangelo secondo Luca al capitolo 7, quando Gesรน, dopo il โdiscorso della pianuraโ (cf. Lc 6,20-49) torna a operare segni messianici di liberazione dal peccato, dalla malattia e della morte. Subito dopo Giovanni il Battista, che si chiede se Gesรน sia davvero il Veniente, il Messia promesso (cf. Lc 7,19-20), riceve in risposta dallo stesso Gesรน queste parole: โI ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi ascoltano, i morti risuscitano, ai poveri รจ annunciata la buona notiziaโ (Lc ย 7,22).
[ads2]Ed ecco, infatti, unโazione messianica compiuta da Gesรน, la resurrezione di un ragazzo. Mentre egli si sta recando a Nain, attorniato dai suoi discepoli e da una folla di simpatizzanti, incontra un altro corteo, che sta accompagnando alla sepoltura un morto, โil figlio unico di una madre rimasta vedovaโ. La sofferenza รจ grande per questa donna che, oltre ad aver perso gli affetti piรน cari, non ha piรน alcuna protezione per il futuro: la sua vita รจ ormai triste e molto precaria. Da ebrea, ella sa che Dio protegge la vedova (cf. Sal 145,9), dunque che nella sua condizione ha il Signore come sostegno e vendicatore, ma questa convinzione di fede non puรฒ rimuovere il suo dolore. La donna piange e il pianto รจ sempre unโinvocazione, unโaltra forma di grido, una manifestazione del proprio incontenibile dolore.
Ma ecco lโincontro inatteso con Gesรน, che arresta il suo cammino, ferma il corteo, tocca la bara e dice alla donna: โNon piangere!โ. Egli fa questo โ attesta Luca in questo episodio che lui solo riporta โ perchรฉ nel vedere tale situazione รจ preso alle viscere, si sente stringere le viscere, prova un sentimento, una pulsione profonda che รจ insieme commozione, fremito, compassione (esplanchnรญsthe). La vista della sofferenza desta in noi tutti, se non passiamo oltre e non siamo induriti di cuore, una pulsione alla quale non resistiamo, perchรฉ sโimpone a noi come richiesta di partecipazione alla sofferenza. Gesรน, che sempre guarda, vede, discerne e si avvicina, si fa prossimo (cf. Lc 10,36), prova anchโegli questa emozione profonda, ma con lโautorevolezza del Kรฝrios, del Signore, dice alla donna: โNon piangere!โ. La consola, le dร speranza, non usa molte parole, dice lโessenziale, sapendo che il dolore non sopporta troppi discorsi!
Poi, mentre tiene la mano sulla bara, dice al morto: โRagazzo, dico a te, ร lzati!โ. Gesรน emette la sua parola potente, chiama personalmente il morto dicendogli: โEghรฉrtheti, rialzati, svegliati!โ. ร un verbo pregnante (egheรญro), che designa la resurrezione di Gesรน (cf. Lc 9,22; 24,6.34) e la resurrezione degli eletti alla fine dei tempi (cf. Lc 20,37), nonchรฉ il dono della vita nuova al peccatore (cf. Ef 5,14). ร parallelo a un altro verbo โ anazรกo, rivivere โ utilizzato per indicare la nuova situazione del figlio scappato dalla casa paterna che โera morto ed รจ tornato in vitaโ (Lc ย 15,23; cf. anche Lc 15,32). Certamente il figlio della vedova di Nain era morto, ma il suo sonno di morte che situazione voleva esprimere? Perchรฉ la morte puรฒ essere fisica, ma a volte รจ quella della vita interiore, dovuta alla disumanizzazione, al male vissuto, al peccato. Quante volte una madre piange il proprio figlio come morto, sapendolo perduto nelle spire del male, della morte che lo divora: sรฌ, ci sono molto piรน ragazzi morti seppur biologicamente vivi, rispetto a quelli che perdono la vitaโฆ Ebbene, la parola autorevole ed efficace di Gesรน ha il potere di chiamare a vita nuova, di far indietreggiare la morte e di vincere ogni contraddizione alla vera vita. E cosรฌ il morto si rialza e comincia a parlare: riprende la sua postura di uomo eretto, in piedi, e torna nuovamente a comunicare con gli altri.
Il racconto di Luca รจ indubbiamente ispirato a quello presente nel Primo libro dei Re, che ci testimonia la resurrezione del figlio di una vedova ad opera del profeta Elia (cf. 1Re 17,17-24). In entrambi i casi il profeta, lโuomo di Dio, di fronte al male che attanaglia una povera vedova opera lโindicibile: mostra che Dio puรฒ dare la vita ai morti! Non a caso Eliseo, discepolo di Elia, opererร un miracolo simile (cf. 2Re 4,18-37) e i discepoli di Gesรน Pietro e Paolo saranno capaci di rinnovare il medesimo segno per Tabitร (cf. At 9,36-41) ed Eutico (cf. At 20,7-12). A nessuno sfugge perรฒ che quanti sono stati risuscitati dai profeti, da Gesรน e dagli apostoli poi sono nuovamente morti. Non dobbiamo dimenticarlo, per cogliere il โsegnoโ operato da Gesรน come profezia e anticipazione, non come realtร definitiva, quella che tutti ancora attendiamo. La resurrezione finale, nellโultimo giorno, il giorno della venuta definitiva di Cristo, sarร unโaltra cosa: non piรน rianimazione di un cadavere (come anche nel caso di Lazzaro; cf. Gv 11,1-44), ma vita nello Spirito di Dio per sempre, vita eterna.
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Dobbiamo perรฒ ammettere che di fronte a questi racconti oggi restiamo perplessi, non osiamo credervi, ma ci interroghiamo su cosa e come sia realmente accaduto, soprattutto quando veniamo a conoscenza che al tempo di Gesรน grandi miracoli erano attestati anche nel mondo pagano, da parte degli dรจi (si veda per esempio la Vita di Apollonio di Tiana scritta da Filostrato; si veda in particolare la resurrezione di una ragazza in IV,45). Eppure siamo testimoni che per alcune persone รจ stato possibile passare dalla morte alla vita, dalle profonditร infernali alla vita buona, proprio grazie allโincontro con il Signore Gesรน. Dunque la nostra fede non รจ ispirata a favole o a miti (cf. 1Ti 1,14; 2P 1,16) ma รจ innanzitutto ascolto di ciรฒ che abbiamo visto, di ciรฒ che รจ stato operato e di cui siamo testimoni; ci sono infatti in ogni luogo e tempo persone attraverso le quali Dio opera resurrezioni per chi รจ perduto, senza vita, morto.
Tutti continuano a morire, come al tempo di Gesรน, come in ogni tempo, ed egli ne ha risuscitati solo pochi, per darci un segno profetico, escatologico: un giorno, quando โnon vi sarร piรน la morte nรฉ lutto nรฉ lamento nรฉ affanno, perchรฉ le cose di prima sono passateโ (Ap ย 21,4), tutti risorgeranno, cioรจ vivranno una vita in Dio per sempre. Questo evento finale รจ in corso: Gesรน รจ venuto come grande profeta, in lui Dio ha visitato il suo popolo, e presto compirร la visita ultima, definitiva e gloriosa. Allora finalmente Cristo, il Signore vincitore della morte (cf. 2Ti 1,10), darร la vita eterna e divina a tutti i figli e le figlie di Dio.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi
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X Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- 1Re 17,17-24; Sal.29; Gal 1,11-19; Lc 7,11-17
Lc 7,11-17
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน si recรฒ in una cittร chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della cittร , ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della cittร era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: ยซNon piangere!ยป. Si avvicinรฒ e toccรฒ la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: ยซRagazzo, dico a te, ร lzati!ยป. Il morto si mise seduto e cominciรฒ a parlare. Ed egli lo restituรฌ a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: ยซUn grande profeta รจ sorto tra noiยป, e: ยซDio ha visitato il suo popoloยป.
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 05 – 11 Giugno 2016
- Tempo Ordinario X, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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