Naaman, un alto ufficiale di provenienza siriaca, รจ straniero viene guarito dal profeta Eliseo. Il profeta non pratica su di lui particolari riti magici, forse attesi dallo stesso Naaman, ma gli indica semplicemente di affidarsi alla sua parola, e lo invita a recarsi presso il fiume Giordano e lavarsi nelle sue acque.
Nellโobbedire alle parole del profeta, nello scendere al Giordano e nel lavarsi con acqua Naaman trova guarigione. Chiede allora di portare con sรฉ nella su patria alcuni sacchi di quella terra scoperta come terra di Dio. Eโ uno straniero non appartenente al popolo di Israele ma riconosce la presenza di Dio che anche per lui รจ dono di salute e di vita: si apre con cuore di povero e si scopre salvato.
Gesรน fa riferimento a questo straniero Naaman quando nel suo primo discorso nella sinagoga di Nazaret, annuncia che il regno di Dio non conosce limiti ed esclusioni ma richiede la disponibilitร di cuori aperti allโaccoglienza.
Il riferimento a questo incontro con Naaman รจ sotteso anche alla guarigione dei dieci lebbrosi narrata da Luca. Nella categoria della lebbra si indicavano varie forme di malattie e coloro che ne soffrivano erano etichettati come impuri, segnati da una colpa religiosa. La malattia era considerata una sorta di castigo di Dio e ai malati era impedito avvicinarsi alla vita sociale per timore del contagio.
Gesรน vive una attitudine di grande libertร in particolare di fronte a chi soffre scorgendo il peso della sofferenza: supera cosรฌ le barriere e le distanze imposte da regole igieniche e religiose. Luca riporta un altro incontro in cui Gesรน si accosta e tocca un lebbroso andando contro le prescrizioni (Lc 5,12-16). In questo episodio Gesรน invita i dieci lebbrosi che si erano rivolti a lui gridando, ad affidarsi. Li ascolta, li accoglie e la sua parola รจ forza di guarigione. Questi obbediscono al suo invito di recarsi presso i sacerdoti, e in questo andare si compie la guarigione: trovano โpurificazioneโ, cioรจ sono liberati da quel peso che gravava su di loro, di essere lontani, esclusi da Dio. La parola di Gesรน apre sentieri di vita nuova.
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A questo punto solo uno dei dieci โtornรฒ lodando Dio a gran voceโ. Luca delinea cosรฌ il profilo del credente. Lodare Dio รจ segno di gratuitร e di affidamento. Nella guarigione egli ha sperimentato che la sua vita si รจ aperta ad una nuova dimensione. Eโ lโunico che si gettรฒ ai piedi di Gesรน per ringraziarlo. Luca a questo punto precisa: โEra un samaritanoโ, cioรจ uno straniero, addirittura un nemico. Ma รจ lโunico che si ricorda, torna sui suoi passi per ringraziare: vive i due atteggiamenti che caratterizzano il credente: dire il bene, lodare e dire grazie, ringraziare. Riconosce in Gesรน lโagire di Dio e per questo dร gloria a Dio. E Gesรน riconosce la sua fede: โAlzati e vร , la tua fede ti ha salvatoโ. Tutti gli altri furono guariti in quanto โpurificatiโ dalla lebbra, ma questo straniero scopre che la sua vita si apre ad un incontro con Dio nuovo.
Questo racconto ci parla del volto di Gesรน, venuto per liberare e guarire e aprire vie di futuro nella scoperta di non essere esclusi ma accolti dal volto dellโAbba di misericordia. Ci parla anche della fede nascosta nei cuori dei poveri di chi si affida, di chi dice grazie. Gesรน riconosce che la fede รจ esperienza di incontro, affidamento profondo, del cuore e della vita e si rende presente al di lร di appartenenze religiose.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

