p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 1 Ottobre 2023

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La parabola dei due figli a cui รจ rivolto lโ€™invito a lavorare nella vigna parla di un cammino che si connota innanzitutto come un movimento interiore, di disponibilitร  e apertura di fronte ad un invito. I due figli rispondono in modo diverso al padre che a loro si rivolge e indica la vigna, simbolo ricco di evocazioni in rapporto allโ€™esperienza e alla memoria del suo essere simbolo del popolo dโ€™Israele.

Matteo presenta cosรฌ il contrapporsi di due atteggiamenti: il primo risponde โ€˜sรฌโ€™, ma poi non va, il secondo invece dapprima dice โ€˜noโ€™ e poi invece si mette in cammino, anche lui diviene qualcuno che va, che cammina. Nel suo vangelo ritorna con insistenza il richiamo a seguire Gesรน non in un culto fatto di parole ed esterioritร , ma nel compiere la volontร  del Padre: โ€œNon chiunque mi dice Signore Signore, entrerร  nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontร  del Padre mio che รจ nei cieliโ€ฆ chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica รจ simile ad un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla rocciaโ€ (Mt 7,21-24).

Ascoltare e โ€˜fareโ€™ la parola del Padre รจ la via da seguire. Lโ€™immagine della casa sulla roccia esprime lโ€™elogio della concretezza: ascoltare la parola e compierla nelle scelte della vita รจ il cammino del credente. A fronte di chi intende la religiositร  come uno slancio sentimentale magari momentaneo o come uno sforzo di elaborazione di idee senza ricadute sulla vita, Gesรน richiama lโ€™esperienza forte di chi si pente e si mette in cammino, di chi vive un autentico cambiamento e si lascia provocare da una parola che chiede coinvolgimento nellโ€™andare e la fatica del lavoro nella vigna.

Presenta cosรฌ una critica ad una religione dellโ€™ipocrisia e della superficialitร . Richiama anche a prendere posizione sinceramente di fronte alla parola di Dio. Ci chiede di essere vigili nel cogliere i movimenti profondi e segreti dei cuori, nel non fermarsi a giudicare dalle apparenze.

Ma oltre a tutto questo Gesรน propone unโ€™altra prospettiva che riguarda il volto di Dio: con la sua venuta e la sua chiamata rivolta a tutti, senza esclusioni, cโ€™รจ la possibilitร  per tutti di accogliere un invito che si fa presente nella vita ad entrare nel regno attuando una decisione. Per questo โ€“ egli dice โ€“ โ€˜i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dioโ€™. I vangeli attestano lโ€™esperienza storica dellโ€™incontro di Gesรน con tanti che di fronte al suo sguardo si sono aperti ad un futuro nuovo. In lui hanno incontrato speranza e vita nuova, da lui hanno ricevuto fiducia nella possibilitร  di ricominciare. In lui pubblicani e prostitute, esclusi e tenuti ai margini, considerati fuori dalla salvezza e lontani da Dio, hanno fatto esperienza di essere accolti, compresi della misericordia che apre la nostalgia e lโ€™impegno per una vita nuova.

Cโ€™รจ una conversione a cui siamo chiamati, ed รจ un cammino che non ha conclusione. Si attua nel dire sรฌ e nel compiere concretamente la volontร  del Padre. Convertirsi รจ passare ad un modo nuovo di pensare a Dio e scoprire il suo sguardo di amore su di sรฉ.

La vera conversione sta nel credere e nellโ€™affidarsi ad una offerta di vita che va oltre i nostri pensieri e le stesse speranze: โ€˜i pubblicani e le prostitute hanno creduto alla predicazione di Giovanni โ€“ dice Gesรน โ€“ voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergliโ€™. Giovanni รจ il profeta che trova rifiuto da coloro che erano impegnati dal punto di vista religioso ed invece trova accoglienza in chi viveva lontano da Dio. Matteo legge in questo movimento lโ€™apertura di una comunitร  che non deve ripiegarsi su se stessa, ma inviata ad essere luogo di accoglienza e incontro.

La predicazione di Giovanni fu una predicazione sulla via della giustizia: chiamava ad un movimento, ad un cambiare direzione e mentalitร , per mettersi in cammino in modo nuovo. Gesรน indica una via di misericordia  e chiede di seguirlo in questo cammino.

โ€œIl virtuoso e la canaglia, il mendicante e il principe: a tutti si rivolge con la stessa voce solare, come se non ci fosse nรฉ virtuoso nรฉ canaglia, nรฉ mendicante, nรฉ principe, ma solo, ogni volta, due esseri viventi faccia a faccia, e in mezzo ai due la parola, che va che viene (โ€ฆ) O ci si separa da questโ€™uomo su questo punto, e si fa di lui un sapiente come ce ne sono stati migliaia, pronti magari ad accordargli un titolo di principe. Oppure lo si segue, e si รจ votati al silenzio, perchรฉ tutto ciรฒ che si potrebbe dire รจ allora inudibile e folleโ€ฆ Lโ€™uomo che cammina รจ quel folle che pensa che si possa assaporare una vita cosรฌ abbondante da inghiottire persino la morteโ€ (C.Bobin, Lโ€™uomo che cammina, 16.29).

Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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