LE PIAGHE DEL CORPO E LE PIEGHE DELLโANIMA: LEBBROSI DI UNA FEDE SENZA PRETESE
ยซSignore, se vuoi, puoi…ยป
La scena evangelica di oggi รจ lโincontro tra Cristo e un lebbroso.
I lebbrosi erano, al tempo di Gesรน, uomini scartati, uomini spazzatura. Le piaghe del loro corpo erano malattia contagiosa da evitare, mentre le pieghe della loro anima grido disperato da ascoltare.
Ma Cristo non ha paura di toccare lโinfermitร e la malattia dellโuomo, per cui non solo gli parla, ma avvicinandosi lo risana. Ed ecco che le piaghe del corpo sono cicatrizzate e le pieghe dellโanima dispiegate.
Lโamore ha questo effetto: fa saltare il contagio.
La fede di quellโuomo, poi, รจ lโaccoglienza di quel ribaltamento di condizione. Sembra di sentire le parole del salmista: โ…lร sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetreโ.
Se nella malattia la gioia รจ trasformata in tristezza e lacrime, nella guarigione anche i salici piangenti non piangono piรน ma fanno festa suonando.
Ma la fede del lebbroso sta tutta in quel
โSe vuoiโ: รจ un modo gentile per non disturbare, per essere discreti, per non pretendere nulla.
Quante volte noi, invece, nelle nostre preghiere al โse vuoiโ preferiamo il โdeviโ? Come se Dio fosse il genio della lampada.
La fede non รจ mai pretesa, ma attesa; non รจ mai capriccio, ma gentilezza; non รจ mai esclamativa, ma interrogativa.
Nella fede si domanda per essere e non per avere.
E se Dio fosse sordo?
Allora con il salmista preghiamo: โSvegliati, Signore, perchรฉ dormi? Destati e non respingerciโ.
E se Dio fosse ancora silenzioso?
Cโรจ un particolare nel testo del Vangelo di oggi, che non deve passare inosservato e che potrebbe rispondere alla nostra domanda: โ[Gesรน scese] dal monteโ.
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Ebbene non sappiamo quanto accade oltre la vetta dellโalta montagna. Per quanto lโuomo possa provarci molte piaghe rimangono aperte e sanguinanti e molte pieghe senza spiegazione e motivazione.
Per quanto la mente dellโuomo si sforzi di aggrapparsi per guadagnare la cima di quellโalta montagna, essa diviene impraticabile e scoscesa.
Scriveva Gregorio di Nissa: โComprendi ora la vertigine della nostra intelligenza incombente sulla profonditร degli argomenti trattati? A quali strettezze รจ ridotta la speranza degli uomini! Se trovandoci pericolanti sullโabisso di queste speculazioni si accosterร anche a noi la mano del Verbo, si poserร sulla nostra intelligenza e ci farร vedere il vero significato delle coseโ.
Tutto questo perรฒ senza pretese, tutto con un: โse vuoi, tu puoi!โ
N. Montereale
