Non intorbidire lโacqua del tuo cuore: IL MALE ACCANTO.
โTutta la cittร allora uscรฌ incontro a Gesรน: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorioโ.
Il Vangelo di oggi fotografa un episodio molto increscioso: Gesรน viene pregato di allontanarsi.
Come si puรฒ mandare via Colui che ha fatto il bene? Perchรฉ il bene in persona viene gettato fuori della porta di quel territorio? Eppure liberare dal male dovrebbe essere unโazione positiva e dovrebbe permettere accoglienza, riconoscimento, ammirazione. Ma in questa pagina non รจ cosรฌ.
Sembra quasi che lโuomo prenda le difese del male piuttosto rischiare nel bene.
Giร s. Paolo sentiva il dramma di questa lacerazione e della fragilitร umana nelle scelte: ยซTrovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male รจ accanto a meยป. Ed รจ per questo che ยซnon compio il bene che voglio, ma il male che non voglioยป.
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Queste parole dicono, comunque, una veritร inequivocabile: dentro di noi ci sono effettivamente due camere, quella del bene e quella del male, con la porta comunicante.
Ma il Dio di Gesรน Cristo come si comporta dinnanzi a questo bivio?
Il salmista ci risponde cosรฌ: โTu non sei un Dio che gode del male, non รจ tuo ospite il malvagioโ.
E noi, in un mondo pieno di ingiustizie e cattiverie, che dobbiamo fare?
Ci viene incontro ancora una volta la Parola di Dio, pronunciata dal profeta Amos: Cercate il bene e non il male, se volete vivere. Odiate il male e amate il bene e ristabilite nei tribunali il diritto; come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenneยป.
Quanto sarebbe bello vedere piรน giustizia nel nostro mondo! Quanto sarebbe bello toccare con mano nella Chiesa lโacqua di questo torrente perenne che nasce dal Bene e di esso vive.
Allora, ascoltiamo il consiglio di Agostino: โNon intorbidire lโacqua del tuo cuoreโ.
Anzi il santo vescovo di Ippona si spinge oltre e, parlando ai pastori del suo tempo, ammoniva : โCerchiamo dunque, fratelli, non soltanto di vivere bene, ma anche di comportarci bene davanti agli uomini. Non tendiamo solo ad avere una retta coscienza, ma per quanto lo comporta la nostra debolezza e lo consente la fragilitร umana, sia anche nostro fermo impegno a non compiere nulla che possa destare un cattivo sospetto nel fratello debole. Mentre mangiamo buone erbe e beviamo acque limpide, non calpestiamo i pascoli di Dio, perchรฉ le pecore inferme non abbiano a mangiare ciรฒ che รจ calpestato, e bere ciรฒ che รจ stato intorbidato.
Infatti, fratelli, non dobbiamo cercare la nostra gloria, bensรฌ mirare alla loro salvezza, in modo che, se ci comportiamo rettamente, essi non abbiano ad andare fuori strada nel tentativo di seguirci. Siano nostri imitatori, solo se almeno noi siamo imitatori di Cristo. Se invece non siamo imitatori di Cristo, lo siano almeno essi. Non cerchiamo dunque il nostro interesse quando vogliamo piacere agli uomini, ma vogliamo rallegrarci con gli uomini, e siamo lieti che a loro piaccia il bene, per la loro utilitร non per la nostra gloriaโ.
E se i nostri pastori non ci indirizzano e non ci danno lโesempio, noi che dobbiamo fare?
Cristo risponderebbe: โFate quello che dicono, ma non fate quello che fannoโ.
Solo cosรฌ il nostro male ancora cadrร dalla rupe per disperdersi e morire nel mare.
N. Montereale
