mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 5 Dicembre 2021

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Per noi, uomini e donne โ€œmoderniโ€, circondati da una civiltร  di rumori, da una molteplicitร  di messaggi, da un caos distraente, da una sorta di grande luna park dellโ€™effimero, non รจ facile comprendere la figura di Giovanni Battista. Uomo robusto e severo, nella sua essenzialitร , Giovanni รจ un buon compagno per riscoprire il senso vero della vita. รˆ uno dei personaggi piรน venerati, dopo Gesรน e la Madonna, nellโ€™immaginario collettivo dellโ€™ecumene cristiana.

La sua fama, irrobustita dal proliferare delle reliquie, si รจ estesa anche al di fuori del mondo cristiano. Basti pensare allโ€™islam: allโ€™interno della grande moschea degli Omayyadi, a Damasco, quasi al centro, cโ€™รจ la tomba di Giovanni Battista, ancora oggi circondata da povera gente. Giovanni รจ una figura complessa. Giร  dallโ€™inizio ha fatto discutere. Gesรน apostrofรฒ gli apostoli a proposito di Giovanni: โ€œChe cosa siete andati a vedere nel deserto?โ€ (Mt 11,7). Cโ€™รจ un tratto caratteristico del Battista: รจ un uomo che parla. Parla con voce forte, dal pulpito di una vita severa ed essenziale e grida a ogni uomo che deve attendere il Signore.

Giovanni perรฒ non parla per sua personale iniziativa, ma perchรฉ รจ stato raggiunto dalla โ€œparolaโ€, in quel preciso anno, in quel determinato luogo, come nota Luca: โ€œNellโ€™anno decimoquinto dellโ€™impero di Tiberioโ€ฆ la Parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria nel desertoโ€. La โ€œparolaโ€ non รจ un fatto evanescente, non รจ una specie di entitร  vagamente spirituale, e neppure un mito o unโ€™idea. รˆ invece una realtร  storica che โ€œscendeโ€ nelle vicende dei popoli, che ha legami con le date degli uomini, non solo con quelle del popolo di Israele ma anche con quelle dello stesso impero romano. E con quelle del nostro tempo.

E il deserto non รจ un luogo tanto distante da noi: รจ il deserto delle nostre cittร  ove una vita degna di questo nome รจ spesso molto rara; รจ il deserto di questo mondo ove il peccato e la solitudine provocano amarezza e morte. Giovanni รจ un testimone e un predicatore libero dai giochi viziosi e lussuosi, libero dagli intrighi dei palazzi dei re, libero dai sollazzi degli uomini che portano morbide vesti. รˆ un uomo povero. I suoi abiti manifestano la sua condizione di povertร : veste solo di pelo di cammello e di una cintura ai fianchi. รˆ povero nel cibo: locuste e miele selvatico. Ma nella sua povertร  รจ libero.

Giovanni parla con vigore e attacca farisei e sadducei svelando la loro abilitร  nel fingere pentimento per restare sempre uguali a se stessi. Cosรฌ la sua parola non ha paura di additare quel che avviene nel palazzo del re, anche se questo coraggio gli costerร  la vita. Insomma, Giovanni non giustifica lโ€™orgoglio di quelli che si sentono sicuri perchรฉ abitano determinati palazzi o le immediate adiacenze, e neppure lโ€™orgoglio di quelli che si sentono sicuri per chissร  quali meriti, magari per essere โ€œfigli di Abramoโ€. Lโ€™orgoglio รจ lontano dal cuore di Giovanni: โ€œNon sono degno neppure di sciogliere il legaccio dei calzariโ€ (cfr. Gv 1,27), dice riguardo a Gesรน. Questโ€™uomo umile sa accusare lโ€™orgoglio e lโ€™autosufficienza con grande fermezza. Lโ€™umiltร  non รจ paura, non รจ silenzio, non รจ moderazione, non รจ spirito di adattamento. Lโ€™umile pone la propria fiducia nel Signore, e solo in Lui.

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Ma la forza e il vigore non lo rendono disumano e lontano: Giovanni sa ascoltare, sa parlare, sa compiere gesti di perdono verso quella lunga fila di uomini e di donne che vanno da lui a confessare i loro peccati e a farsi battezzare con il battesimo di penitenza. รˆ un profeta che grida. E grida perchรฉ deve fare spazio, nel caotico deserto di questo mondo, a una nuova vita. Vuole aprire nel deserto la via del Signore. Lโ€™evangelista Luca riprende le parole dellโ€™anonimo profeta (il secondo Isaia) che descrivono il ritorno di Israele dallโ€™esilio di Babilonia. รˆ la narrazione di una grande strada rettilinea e pianeggiante, simile a quelle che nellโ€™antichitร  conducevano ai templi, le cosiddette โ€œvie processionaliโ€ da percorrere nel canto e nella gioia.

Cโ€™รจ bisogno di abbassare tante asprezze di orgoglio e di arroganza. Cโ€™รจ bisogno di colmare tanti avvallamenti fatti di freddezza e di indifferenza. E preparare cosรฌ la via del Signore che viene. Giovanni, nella sua severa rudezza, รจ questa voce che grida: โ€œconvertitevi perchรฉ il Signore รจ vicino!โ€. รˆ un messaggio semplice, ma radicale. Un orecchio abituato a queste parole potrร  classificarle tra quelle giร  note; ma chi considera giร  noto quanto il profeta dice va a ingrossare il numero di quei farisei che tentano di sottrarsi al โ€œgiudizio di Dioโ€. Forse anche a noi รจ chiesto di raggiungere Giovanni nel deserto, di andare a chiedere il suo battesimo di penitenza, per sperare e operare per un mondo diverso. Cosรฌ vedremo aprirsi nel deserto una via ampia, ove lโ€™unico ingorgo โ€“ ma questo rallegra โ€“ รจ quello dei poveri, dei deboli, e di tutti coloro che sono in ricerca di una parola di salvezza.


Per gentile concessione di mons. Paglia. – FONTE