La Chiesa dedica questa domenica, chiamata del Buon Pastore, alla riflessione e alla preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose. Al centro della liturgia della Parola cโรจ lโappassionato discorso con il quale Gesรน, in piena polemica con la classe dirigente dโIsraele, si presenta come il โbuon pastoreโ, ossia come colui che raccoglie e guida le pecore sino ad offrire la sua stessa vita per la loro salvezza. E aggiunge: โChi non offre la vita per le pecore non รจ pastore bensรฌ mercenarioโ. In effetti, lโopposizione tra il pastore e il mercenario nasce proprio da questa motivazione: il pastore svolge la sua opera per amore, rinunciando al proprio interesse anche a costo della vita, mentre il mercenario agisce per interesse personale e per denaro, ed รจ quindi logico che nel momento del pericolo abbandoni le pecore al loro destino.
Lโevangelista, per indicare il pericolo, usa lโimmagine del lupo che โrapisce e disperdeโ le pecore. ร una sferzata durissima ai farisei, accusati di โpascere se stessiโฆ e non il greggeโ (Ez 34,2), mentre egli รจ venuto โper riunire insieme i figli di Dio che erano dispersiโ (Gv 11,52).
A guardare bene, lโopera del lupo รจ congeniale allโatteggiamento del mercenario. Ad ambedue, infatti, interessa solo il proprio tornaconto, la propria soddisfazione, il proprio guadagno e non quello delle pecore. Si realizza cosรฌ unโalleanza di fatto tra lโinteresse per sรฉ e il disinteresse per gli altri. Ne viene fuori una sorta di diabolica congiura degli indifferenti e degli egoisti contro i piรน deboli e gli indifesi. Se pensiamo allโenorme numero di persone che hanno smarrito il senso della vita e vagano senza mรจta alcuna, se guardiamo i milioni di profughi che abbandonano le loro terre e i loro affetti in cerca di una vita migliore senza che nessuno se ne preoccupi, se osserviamo lo sbandamento dei giovani in cerca della felicitร senza che ci sia chi gli indichi la strada, dobbiamo purtroppo constatare la triste e crudele alleanza tra i lupi e i mercenari, tra gli indifferenti e coloro che cercano solo di trarre vantaggi personali da tali sbandamenti. Scrive il profeta Ezechiele: โle mie pecore si disperdono su tutto il territorio del paese e nessuno va in cerca di loro e se ne curaโ (Ez 34,6).
Viene il Signore Gesรน e con autoritร afferma: โIo sono il buon pastore, offro la vita per le mie pecoreโ. Non solo lo ha detto. Lo ha anche mostrato con i fatti, particolarmente nei giorni della Passione, quando ha amato i suoi fino alla fine, sino allโeffusione del sangue. Sรฌ, finalmente รจ arrivato in mezzo agli uomini chi spezza la triste e amara alleanza tra il lupo e il mercenario, tra lโinteresse per sรฉ e il disinteresse per gli altri. Chi ha bisogno di conforto e di aiuto ora sa dove rivolgersi, sa dove bussare, sa dove muovere i suoi occhi e il suo cuore. Gesรน stesso lo aveva detto: โQuando sarรฒ elevato da terra, attrarrรฒ tutti a meโ (Gv 12,32). Tutto il Vangelo, in fondo, non parla dโaltro che di questo legame tra le folle disperate, abbandonate, sfinite e senza pastore e Gesรน che si commuove per loro. โChi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchรฉ non la trova?โ (Lc 15,4), dice il Signore. Si attribuisce a san Carlo Borromeo la frase: โPer salvare unโanima, anche una sola, andrei sino allโinfernoโ. Questo รจ lโanimo del pastore: andare sino allโinferno, ossia sino al limite piรน basso per salvare una persona. Si puรฒ comprendere anche in questa prospettiva la โdiscesa agli inferiโ di Gesรน nel Sabato santo. Neppure da morto, potremmo dire, Gesรน si รจ fermato a pensare a se stesso. Come buon pastore รจ andato a cercare chi era perduto, chi era ed รจ dimenticato, chi era ed รจ negli inferni di questo mondo che il male e gli uomini hanno creato.
Il Vangelo sembra dire: o si รจ pastori in questo modo o non si puรฒ essere che mercenari. ร vero, solo Gesรน รจ โbuon pastoreโ: o si somiglia a lui o si tradisce la sua stessa missione. Sappiamo bene di essere inadeguati ed รจ il suo Spirito effuso nei nostri cuori a trasformarci per avere โin noi gli stessi sentimenti di Cristo Gesรนโ (Fil 2,5). Lโodierna pagina evangelica si applica certo a coloro che hanno responsabilitร โpastoraliโ nella Chiesa, in particolare ai vescovi e ai sacerdoti. Ed รจ opportuno, anzi doveroso pregare, e non solo oggi, perchรฉ i โpastoriโ somiglino sempre piรน a Gesรน, vero ed unico โbuon pastoreโ. Papa Francesco insiste perchรฉ i pastori abbiano in se stessi โlโodoreโ delle pecore. E dobbiamo intensificare la preghiera perchรฉ il Signore doni alla sua Chiesa giovani che ascoltino lโinvito ad essere โpastoriโ secondo il suo cuore, secondo la sua stessa passione dโamore.
Ogni comunitร cristiana รจ chiamata tuttavia a guardare lโabbondanza della โmesseโ e la scarsitร degli โoperaiโ. Potremmo dire che cโรจ una responsabilitร โpastoraleโ che appartiene a tutti i credenti, non solo ai sacerdoti. Ogni cristiano, infatti, รจ nello stesso tempo membro del gregge del Signore e, a suo modo, anche โpastoreโ, ossia responsabile dei fratelli, delle sorelle e del prossimo. In tante altre pagine della Scrittura emerge questa responsabilitร โpastoraleโ diffusa di ogni credente. A partire dalle origini dellโumanitร quando Dio chiese conto a Caino di suo fratello. E non fu certo esemplare, la risposta di Caino: โSono forse io custode di mio fratello?โ. Sรฌ, Caino aveva la responsabilitร del fratello Abele (in questo senso si puรฒ dire che ne era il โpastoreโ). E ogni credente deve esserlo per il suo prossimo. Pregare perchรฉ nella comunitร cristiana ci siano coloro che ascoltino la chiamata del Signore a servire la Chiesa nel ministero ordinato รจ parte della spiritualitร di ogni credente. Ma รจ da un terreno pieno di attenzione โpastoraleโ, ossia una comunitร di credenti che sanno preoccuparsi degli altri, che possono nascere โpastoriโ per lโoggi. Una comunitร appassionata del prossimo genera pastori. Il buon pastore, infatti, non รจ un eroe, ma รจ una persona che ama e lโamore porta lร dove neppure sogneremmo di arrivare.
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Amare gli altri vuol dire avere sentimenti larghi come quelli che aveva Gesรน: โHo altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastoreโ. Lโamore di Dio intenerisce il cuore: fa commuovere su coloro che vagano nelle nostre cittร in cerca di un approdo, su quelli che non sanno ove trovare conforto, sui milioni di disperati che coprono la faccia della terra, su quellโuomo o quella donna vicina o lontana che aspetta consolazione e non la trova. Scrive Matteo: Gesรน โvedendo le folle, ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastoreโ. E aggiunge immediatamente lโevangelista: โAllora disse ai suoi discepoli: La messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messeโ (Mt 9,36-37). Tutta la comunitร cristiana รจ unita al Signore Gesรน che si commuove ancora sulle folle di questo mondo. E con lui prega perchรฉ non manchino gli operai per la vigna del Signore. Ma nello stesso tempo, ogni credente, davanti a Dio e davanti โai campi che giร biondeggiano per la mietituraโ (Gv 4,35), deve dire con il profeta: โEcco, Signore, manda me!โ (Is 6,8).
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Per gentile concessione di mons. Paglia. Commento tratto dal suo sito.
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



