mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 2 Gennaio 2022

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La Liturgia ci immerge nuovamente nel Natale, nel mistero di quel Bambino โ€œavvolto in fasce che giace in una mangiatoiaโ€. In questi giorni possiamo fare nostre le parole del Prologo di Giovanni quando esclama: โ€œnoi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di veritร โ€. Sรฌ, abbiamo visto anche noi la gloria di quel bambino. Certo, ci siamo dovuti mettere in viaggio. Come fecero quei pastori anche noi abbiamo dovuto ascoltare le parole dellโ€™angelo e lasciare le nostre greggi, le nostre pigrizie, le nostre abitudini, quellโ€™egocentrismo che abbiamo incollato addosso. Fecero cosรฌ anche Maria e Giuseppe che dalla Galilea dovettero andare a Betlemme. Anche i magi si lasciarono guidare dalla stella per raggiungere quel Bambino e adorarlo.

Cโ€™รจ perรฒ un cammino che ci precede, un viaggio che viene prima, quello stesso di Dio. Sรฌ, il Signore, ben prima di noi, si รจ messo in cammino, ha affrontato un viaggio per venire tra gli uomini, per arrivare allโ€™estrema periferia della terra. La Parola di Dio che abbiamo ascoltato apre uno spiraglio su questo viaggio del Signore che scende verso di noi. รˆ un viaggio appassionato, pieno dโ€™amore, tutto in discesa verso il piรน basso degli uomini, verso la periferia piรน estrema.

Non ha trattenuto nulla per sรฉ. Lโ€™unica sua ambizione รจ starci accanto per salvarci. Il libro del Siracide ci parla della Sapienza che โ€œesce dalla bocca dellโ€™Altissimoโ€ e che sostiene ogni cosa. Cosรฌ pure lโ€™evangelista Giovanni nel Prologo afferma che: โ€œin principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dioโ€ฆ e venne tra i suoiโ€ฆ ad abitare in mezzo a noiโ€. Il Siracide ci ricorda lโ€™ordine di Dio alla sapienza: โ€œFissa la tenda in Giacobbe โ€“ gli disse il Signore โ€“ e prendi ereditร  in Israeleโ€ฆ E cosรฌ โ€“ ricorda la Sapienza โ€“ mi sono stabilita in Sion. Nella cittร  che egli ama mi ha fatto abitareโ€. La piccola cittร  di Sion e la modesta nazione di Giacobbe sono diventate la dimora di Dio sulla terra.

Anche noi, gente piccola e modesta, debole e peccatrice, siamo tuttavia stati scelti da Dio perchรฉ la sua Parola venisse ad abitare in mezzo a noi perchรฉ noi divenissimo suo popolo, santuario della sua Parola. Noi siamo il luogo desiderato da Dio, il termine del suo viaggio, come scrive ancora il Siracide: โ€œNella cittร  amata mi hai fatto abitare; in Gerusalemme รจ il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua ereditร โ€. Sรฌ, siamo divenuti popolo di Dio, scelti per grazia, chiamati โ€œcittร  amataโ€ da Dio e suo โ€œpopolo gloriosoโ€ per comunicare a tutti gli uomini la sua Parola sino alle periferie piรน estreme. รˆ un compito alto che ci strappa dai nostri piccoli recinti per inserirci in quel cammino che Dio stesso ha iniziato per primo. รˆ una vocazione alta che in questo Natale ci viene nuovamente donata.

Con lโ€™apostolo Paolo benediciamo il Padre che sta nei cieli perchรฉ โ€œci ha scelti in Lui (Cristo) prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella caritร โ€. รˆ una scelta che il Signore ha fatto e che va al di lร  di ogni nostro merito. Egli vuole che siamo โ€œsanti e immacolatiโ€, ossia โ€œfigliโ€, appunto, come Gesรน. E a Natale viviamo questa rinascita. รˆ nel cuore di ciascuno di noi che quel bambino deve rinascere. Un antico sapiente cristiano diceva: โ€œNascesse Cristo mille volte a Betlemme, ma non nel tuo cuore, saresti perso per sempreโ€. E la rinascita avviene ogni volta che accogliamo la Parola di Dio nei nostri cuori.

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Sรฌ, ogni volta che lโ€™ascoltiamo con umiltร  e con disponibilitร  รจ Natale. La Parola fa rinascere, come scrive lโ€™evangelista Giovanni: โ€œA quanti lโ€™hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dioโ€ฆ i quali non da sangue nรฉ da volere di carne, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noiโ€. La Parola di Dio sta alla radice della nostra figliolanza e della nostra fraternitร . Essa genera ad una vita nuova e diviene la forza che ci fa superare le frontiere del male e rende testimoni dellโ€™amore e della pace. Cosa vuol dire โ€œdare il potere di diventare figli di Dioโ€? Vuol dire che la Parola ci genera figli di Dio e membri di questo popolo santo, un popolo che diviene per il mondo il santuario del Vangelo.

Ma cโ€™รจ un potere ulteriore: chi รจ figlio del Vangelo, chi si lascia rigenerare dalla Parola di Dio, diviene a sua volta capace di generare altri alla vita. Gregorio Magno diceva che la Parola cresce in noi mentre la leggiamo. E la crescita non รจ solo per se stessi, ma anche per generare altri alla fede. Vi รจ perciรฒ un potere materno affidato a tutti coloro che si lasciano trasformare il cuore dalla Parola. รˆ quel che accadde ai pastori dopo aver visto quel bambino. Essi, nota lโ€™evangelista, riferirono tutto ciรฒ che era stato detto loro e tutti quelli che li udivano si stupivano di quel che annunciavano. Dalla Parola di Dio ascoltata rinasce un popolo di figli che hanno il potere di trasformare il mondo, di cambiare la storia liberandola dal peccato, dalla tristezza e dalla violenza.

A Natale e in questa domenica ci รจ stata aperta e donata la prima pagina del Vangelo, quella della nascita di Gesรน che viene a porre la sua dimora in mezzo a noi. Da questa prima pagina tutti possiamo ripartire; da essa possiamo iniziare a scrivere di nuovo la nostra vita e crescere, giorno dopo giorno, come cresceva quel Bambino. Se sfoglieremo pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, il piccolo libro del Vangelo, cercando di metterlo in pratica, crescerร  dentro e fuori di noi quellโ€™amore cha salva. Nellโ€™anno che ci sta davanti, il Signore fedelmente ci donerร  il Vangelo sia nella Santa Liturgia che nella preghiera quotidiana.

Non abbiamo paura di accoglierlo! Non temiamo quella parola! Non ci ruberร  la vita, gli affetti, la gioia. Al contrario, il Vangelo dona a chiunque lโ€™accoglie la profezia nuova di cui il mondo ha bisogno perchรฉ crescano ovunque lโ€™amore, la pace e la gioia.


Per gentile concessione di mons. Paglia. – FONTE