Ma voi non fatevi chiamare โrabbรฌโ, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate โpadreโ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare โguideโ, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi รจ piรน grande, sarร vostro servo; chi invece si esalterร , sarร umiliato e chi si umilierร sarร esaltato.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato riporta un brano dellโultimo discorso pubblico di Gesรน prima della sua passione. ร una durissima requisitoria contro i rappresentanti ufficiali del giudaismo, ยซscribi e fariseiยป, ritenuti da Gesรน responsabili di corrompere il popolo e di allontanarlo dal retto cammino. Erano i falsi pastori denunciati dai profeti. Malachia, rivolto ai capi religiosi del suo tempo, diceva: ยซVoi invece avete deviato dalla retta via e siete stati dโinciampo a molti con il vostro insegnamentoยป (2,8). Gesรน voleva smascherarli nella loro pretesa di essere โpastoriโ; al contrario, ingannavano il popolo. Per questo andavano destituiti. Gesรน, accusando i farisei di essere falsi pastori, indicava se stesso come il vero pastore. Lo scontro era inevitabile, e il brano del Vangelo di oggi ne riporta il momento conclusivo. Si potrebbe dire che con discorsi di questo genere Gesรน andava proprio cercandosi la morte.
ยซE questo discorso lo tenevi proprio nella cittร santa il mercoledรฌ santo: no, tu non potevi non essere ucciso! Sarร sempre cosรฌ difficile annunciare il Vangelo, Signore? Signore, aiuta i profeti!ยป Cosรฌ commentava padre Turoldo il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato. Gesรน stava nel tempio, ove erano organizzate quattro sinagoghe per lโascolto della legge; gli esperti leggevano i testi e poi li spiegavano. Nella sinagoga vi era un apposito seggio per chi spiegava le Scritture, chiamato โcattedra di Mosรจโ, per suggerire che Mosรจ era presente in colui che spiegava la legge. La prima affermazione di Gesรน verte appunto su questa cattedra, occupata dagli esperti di tendenza farisaica. Quando costoro spiegano la Scrittura, asserisce Gesรน, la loro dottrina รจ giusta e va custodita, ma altra cosa รจ il loro comportamento. In questo non vanno seguiti. Gesรน stigmatizza la distanza tra i principi asseriti e la vita che si conduce iniziando con la critica allโallargarsi dei ยซfilatteriยป (piccole teche di cuoio a forma cubica che contengono dei rotolini di pergamena con passi biblici, e che si legano al braccio sinistro e sulla fronte). La loro origine รจ suggestiva: la Parola di Dio deve essere ricordata (quella posta sulla fronte) e messa in pratica (quella posta sul braccio). Ma tutto ciรฒ era divenuto pura esterioritร .
Gesรน evoca poi il gesto di ยซallungare le frangeยป: sono delle treccine di tessuto munite di un cordoncino poste ai quattro angoli della veste esterna. ยซQuando le guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore e li eseguirete; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituiresteยป, รจ scritto nel libro dei Numeri (15,39). Anche Gesรน le portava; e forse stava recandosi in sinagoga quando lโemorroissa si propose di ยซtoccare le sue vestiยป (Mc 5,27-28). Non basta ยซallungare le frangeยป se non si mettono in pratica i comandamenti. Da ultimo Gesรน polemizza con i โtitoliโ che gli scribi e i sacerdoti esigevano dal popolo. Tra questi ne sottolinea il piรน noto, ยซrabbรฌยป, ossia โmio Maestroโ (divenuto poi il nostro termine โrabbinoโ). Gesรน non respinge la missione di insegnare, al contrario la esige, ma deve consistere nel trasmettere la Parola di Dio e non quella propria. Tutti i credenti sono sottoposti al Vangelo: solo questa รจ la Parola che sempre e dovunque dobbiamo annunciare e vivere. Essa รจ lโunica nostra ricchezza. Come abbiamo una sola Parola, cosรฌ abbiamo un solo Padre, quello del cielo. E solo a lui dobbiamo obbedienza. La tentazione di avere tante parole da dire e la tentazione di sottomettersi a tanti padroncini sono forti nella vita di ognuno di noi. Il Vangelo ci ricorda che uno solo รจ il ยซMaestroยป e uno solo รจ il ยซPadreยป. A lui dobbiamo la vita e la salvezza.
Fonte – il sito web di mons. Paglia
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