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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 5 Maggio 2024

Domenica 5 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15, 9-17

Rimanete nel mio amore

Gli apostoli sono nel Cenacolo. Si sta concludendo la Nuova Alleanza tra Dio e il suo popolo. Siamo sul nuovo Sinai, il Cenacolo, anticipo del Calvario e Gesù detta la Nuova legge, non un nuovo decalogo, ma il Comandamento Nuovo, quello unico, quello dell’Amore.

“Rimanete nel mio Amore”. La vita cristiana è tutta qui: rimanere nell’amore di Cristo. Gesù aveva premesso di essere la vite e noi i tralci. Tutto dipende dall’unione del tralcio. Tutto dipende dalla relazione che Gesù ha spiegato molto bene con questa immagine. Bisogna premettere che Gesù è la pianta radicata nel nostro cuore, che è il terreno.

La prima condizione è che il terreno sia buono, quello in cui il grano produce il cento per uno. Primo compito dell’uomo, quindi, è preparare il terreno purificando il cuore, perché possa radicarsi la pianta e crescere. Cresciuta la pianta produce i rami che siamo noi e da cui nascono i frutti.

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Purificare il cuore e dare spazio a Cristo è il compito di ogni uomo e la condizione per produrre frutti. Dio non ammette compromessi: vuole essere l’unica pianta del nostro campo, del nostro cuore, il resto è pura letteratura. Quanti programmi e quanti progetti abbozzati e non portati a compimento, perché privi di vita.

Nel cuore dei progettisti manca l’innesto sull’albero che non ha trovato il terreno adatto nel cuore. È possibile una Chiesa senza Cristo se i fedeli non accettano che la sua presenza sia radicata in loro. “La vostra gioia sia piena”. La gioia è la pienezza della vita e “la gloria di Dio è l’uomo vivente”, l’uomo pieno di gioia e pieno di amore, fino a poter dire come San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” .

Dice San Giovanni della Croce nel suo Cantico spirituale: “Scoprire la tua Presenza e la visione della tua bellezza mi uccide. Considera che il mal di Amore si guarisce soltanto con la tua chiara presenza”. La pienezza della gioia dell’uomo è soltanto nel possesso di Dio. Sant’Agostino lo dice chiaramente dopo averlo sperimentato: “Il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te”.

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“Dare la vita per i propri amici”. Tutto quello che abbiamo dipende dal fatto che Gesù è nostro amico e ha dato la vita per noi. E questo ce lo ha detto chiaro: non siamo servi, ma amici, a cui Lui ha raccontato tutti i segreti del suo rapporto col Padre. Perché tutta questa simpatia per noi, tutta questa amicizia? “Ci ha scelti e ci ha costituiti, perché portassimo molto frutto”.

Il frutto dipende unicamente dalla nostra comunione con l’albero che ha le sue radici nel nostro cuore. Questa vita che scorre si chiama vita interiore ed è quella che è destinata a farci fruttificare. Dio vuole i frutti, non ama le piante ornamentali. Fece seccare il fico che aveva molte foglie e nessun frutto. La prova dei frutti è la fecondità della nostra preghiera.

“Quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo concederà”. È il frutto dell’Alleanza con Dio, della nuova alleanza stipulata nel sangue di Cristo che ci unisce a Lui e ci rende graditi al Padre. Rimanere nell’Amore, vivere nella gioia e amare gli altri è lo stile dell’Alleanza Nuova, quella sancita sul Nuovo Sinai, il Calvario e il Cenacolo.

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