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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 3 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 2,13-25

Il tempio del suo corpo

Il tempo di quaresima ci aiuta a passare dalla morte alla vita, dall’inverno del peccato alla primavera della grazia. Morire a sé stessi e ai propri idoli per vivere come uomini nuovi abitati dal Vivente che è il Signore Gesù.

La Pasqua, a cui aspiriamo, fa per noi e in noi tutte le cose nuove. È inaugurato un tempo nuovo per una terra nuova e un cielo nuovo. Cantiamo un canto nuovo e Gesù ci dà un comandamento nuovo. Gesù berrà un vino nuovo e noi, come alle nozze di Cana, lo gusteremo. “Se dunque uno è in Cristo è una nuova creatura”.

La novità inaugurata da Gesù si estende a tutte le dimensioni della vita. Nell’Antica Alleanza il tempio è il luogo per eccellenza del sacrificio e del culto. È una casa fatta da mani di uomo. La casa del Signore, casa di preghiera, è diventata una casa di banditi o un mercato in vista del sacrificio. Gesù ci invita a passare ad un altro tempio. Quello del suo corpo. Nel testo evangelico per designare il tempio si usano due termini diversi: “Tempio” e “Casa del Padre mio”. Col primo s’intende il recinto dell’edificio da cui Gesù aveva espulso i venditori; con il secondo termine si intende quello che nel tempio di Gerusalemme era “il Santo dei Santi”, in cui il sacerdote entrava una volta l’anno per offrire il sacrificio. Noi siamo convocati da Gesù nell’interiorità.

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Non si tratta di entrare sotto i colonnati di Salomone, ma di entrare all’interno del vero tempio per incontrare il Dio vivente. Gesù è Dio che si è fatto carne e che ha “piantato la sua tenda in mezzo alle nostre”. Il luogo santo di Israele cessa di essere il luogo per eccellenza dell’incontro con Dio. È Gesù il luogo vero per la nostra relazione con Dio.

Gli uditori di Gesù non comprendono che quel tempio nuovo di cui Gesù parla è il suo corpo. È Lui la Pietra angolare, pietra rigettata dai costruttori e scelta da Dio. La visione profetica di Ezechiele dell’acqua che sgorga dal tempio si realizza il giorno della sua crocifissione, quando sgorgano dal costato di Cristo Sangue e Acqua. Questo è ciò che Gesù annuncia il giorno della dedicazione del tempio: “Se qualcuno ha sete venga a me e beva, se crede in me”.

Non è dunque nel tempio, ma in Gesù che si compie la vera ed efficace mediazione con Dio. È Lui il vero culto “in spirito e verità”. Gesù compie tutte le missioni del tempio: Lui è il luogo del sacrificio, ma anche l’ostia immolata e il sacerdote che offre il sacrificio. Lui è divenuto “altare, sacerdote e vittima”. La nuova alleanza che celebriamo nel mistero pasquale di Gesù non si celebra in un tempio di pietra, ma in Gesù, Signore Dio, venuto ad abitare la nostra condizione umana. L’Alleanza tra Dio e gli uomini non si scrive più su tavole di pietra, ma nel cuore di ciascun uomo chiamato a vivere questa carità di Dio.

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In questo momento della quaresima siamo invitati all’interiorità. Penetriamo nel santuario, Lui stesso, cioè nell’intimità di Gesù. Convertiamoci e lasciamo fuori le tristezze del nostro peccato per incontrare gioiosamente nell’oratorio del nostro cuore colui che ci ama e ha donato la sua vita per noi.

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