mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 24 Settembre 2023

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Contradizioni

“Il Figlio dell’uomo renderà a ciascuno secondo i suoi servizi” E’ un luogo comune che si trova più volte nella Bibbia.ll Vangelo di questa domenica dice esattamente il contrario, si iscrive in un’altra linea scritturistica per cui Dio non si comporta secondo i criteri della giustizia. I primi, i più meritevoli non avranno più degli ultimi. Addirittura la nostra parabola viene dopo l’annuncio delle ricompense promesse per coloro che avranno lasciato tutto per seguire Cristo.

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Da questo punto rimaniamo sorpresi dall’accoglienza fatta da Dio a persone che non lo hanno accolto “le prostitute vi precederanno nel Regno”. Prima di dare una spiegazione precisiamo che non si tratta nel nostro testo della dottrina sociale. Gesu rivela come nel Regno le cose che passano sono trattate nella relazione tra Dio e l’uomo.

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Prendiamo la parabola per un altro verso. Si sa che l’invidia o la gelosia consiste nel rattristarsi per un bene che noi non possediamo. Questa tristezza può arrivare fino a generare l’omicidio. Lo sguardo diviene cattivo perché Dio è buono. E’ la storia di Caino che ha molto in comune con la nostra parabola.

ll contrario dell’invidia è la lode che consiste nel rallegrarsi di un bene che uno vede negli altri e, al massimo, in Dio. La lode è un vero sacrificio, perché è un volgere lo sguardo su un bene che non abbiamo per orientarlo soltanto sul solo vero bene. Passare dall’invidia e la gelosia alla lode è l’itinerario che propone tutta la Bibbia: è la glorificazione del Padre nel discorso dopo la Cena in San Giovanni, glorificazione che è frutto della Pasqua.

Gli operai della prima ora fanno il paragone tra il loro lavoro e il lavoro degli ultimi arrivati. Hanno davanti agli occhi loro e noi. ll Padrone nella loro prospettiva è giudicato ingiusto. Lui risponde invitando i suoi invitati a metter lo sguado su un altra relazione: Tu e io. E’ il rapporto del figliol prodigo “Tu sei sempre con me e quello che è mio è tuo”. In realtà ciò che passa tra me e i fratelli non mi riguarda: mi supera. Ciò che ci riguarda è cio che c’è tra Dio e noi.

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Prima di tutto dobbiamo riconoscere la giustizia di Dio nei nostri riguardi, cammino necessario per riconoscere l’amore, perché portare il peso del giorno con Dio è un privilegio. Questo viene donato, è il padrone che ha invitato i primi. La frase con cui termina il Vangelo può essere presa come un allusione all’ordine del pagamento. Perché questo capovolgimento dell’ordine normale? Fantasia di Dio ? Arbitrio? Deve pur esserci una ragione. Per me è tutto il vangelo in cui vediamo il Primo,Gesù, prendere l’ultimo posto. L’ultimo assunto della parabola è a giusto titolo il povero.

Il Cristo si è fatto servitore, essendosi fatto ad immagine del povero. Il povero Si ritrova ad essere l’immagine di Cristo. E’ dunque il primo come Cristo è il primo e sappiamo che Cristo arriva al posto di “Primo” prendendo il posto dell’ultimo (Fil 12,5). Quanto al primo, anche lui deve farsi ad immagine di Cristo accettando di farsi ultimo (essere pagato per ultimo nella parabola). Se non accetta di diventare l’ultimo, cedendo all’invidia, alla gelosia non raggiunge Cristo, Il Vangelo ancora una volta ci spoglia delle nostre pretese.

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