Tutto per mezzo di Lui
Dopo aver contemplato il Natale del Signore, la bellezza della Sua Famiglia umana, la gioia della Maternitร divina di Maria, la Chiesa ci propone di entrare nel mistero del Verbo, nato tra noi, proponendoci lโascolto del Prologo del Vangelo di Giovanni. Lโevangelista contemplativo ci introduce nella Famiglia di Dio, dicendoci del Verbo: โEgli era in principio presso Dioโ, indipendentemente dal suo rapporto con le cose e con gli esseri. Cosa cโera in Dio da sempre? Il Verbo, che era Dio. Sarebbe bello contemplare lโeterna solitudine del Padre col Figlio che un giorno sarร la nostra dimora!
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Ma della creazione cosa dice?
โPer mezzo di Lui tutte le cose sono state fatteโ e insiste: โโฆe senza di Lui neppure una delle cose รจ stata fattaโ.
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Al di fuori di Cristo le cose non esistono, sono pura apparenza, unโapparenza a cui noi diamo una grandissima importanza, prima di tutto lโimportanza che attribuiamo a noi stessi, ma in realtร le cose non esistono e noi non esistiamo. Appena pensiamo o cerchiamo le cose al di fuori di Cristo, queste precipitano nel nulla, diventano vuote, caos, il vuoto, il nulla originario.
Se le cose sono fatte per Cristo, per mezzo di Cristo, in Cristo, avendo come fine Cristo, allora le cose non esistono altro che in Lui. Le cose sono reali in Cristo, fuori di Lui sono apparenti. Senza di Lui siamo delle apparenze, delle illusioni.
Iddio รจ. E, al di fuori di sรฉ, Egli ha pensato, voluto e dato consistenza a una cosa sola: al Cristo. Al Verbo fatto carne. Tutte le altre cose sono in dipendenza da Lui, ma non soltanto in dipendenza di valore, di fine, di rapporto morale. Sono in una dipendenza di realtร , di essere. Al di fuori di Lui non hanno consistenza.
Non dobbiamo pensare che prima esista lโumanitร e poi esista Cristo, che viene da questa umanitร a prendere carne e sangue. Noi sappiamo benissimo โ e la Scrittura ce lo ricorda continuamente- che รจ il contrario. Esiste una cosa pensata e voluta e realizzata da Dio, dallโeternitร , e cioรจ Cristo preesistente, la sua umanitร decretata e realizzata dalla potenza del Padre e dallโobbedienza del Figlio. Tutte le cose sono un derivato di questo, sono in dipendenza di questo.
Quando le cose e gli esseri non sono in dipendenza di Cristo, non perdono finalitร solo moralmente, non cโรจ solo peccato, cโรจ un ritorno nel nulla. Non solo cessazione di essere nellโordine della grazia, ma di essere in assoluto.
Questo perรฒ non รจ possibile, perchรฉ tutte le cose sono in dipendenza di Cristo e Dio le mantiene in essere resistendo alla nostra violenza, perchรฉ la nostra violenza le farebbe precipitare nellโillusione. Quanto al nostro modo di pensarle e quanto al nostro modo di realizzare le cose che dipendono da noi, noi le svuoteremmo di contenuto, le ridurremmo ad illusione, se Dio non le conservasse, perchรฉ sono piegate a dover esistere per Cristo. La violenza non puรฒ distruggere la volontร di Dio che conserva le cose nellโesistenza.
Il Prologo ci porta a queste conseguenze, a rivedere tutto il modo di considerare la nostra esistenza, il rapporto con le cose, che non dobbiamo rispettare soltanto per un precetto morale, ma perchรฉ le cose son fatte di questa stoffa, che รจ la volontร di Dio di volerle in Cristo. Appena questa volontร divina non รจ piรน pensata e realizzata, la stoffa diventa una tela di ragno, la stoffa del reale si annulla, diventa pura illusione.
Cristo, non solo dร consistenza al creato, ma si rivela, si manifesta in particolare alle anime degli uomini, spiriti intelligenti che dipendono tutti da questa comunicazione divina.
Quando Cristo nasce ovviamente รจ giร nel mondo, perchรฉ il mondo รจ in Lui. Il mondo non sa di avere dentro di sรฉ questo principio dellโessere che รจ Cristo. La sua nascita temporale non fa altro che manifestare la grazia e il piano di Dio esistente fin dal principio.
Il Verbo veramente abita in noi, abita gli universi, abita le ere, abita gli spazi e i tempi come Dio li vede. Eโ per questo che piรน avanti Giovanni scrive: โE dalla pienezza di Lui noi tutti abbiamo ricevuto grazia su graziaโ.
Se diciamo di Sรฌ a questo natale del Verbo di Dio nella Carne, allora dalla sua pienezza noi riceviamo grazia su grazia. Ma bisogna dire di sรฌ come Maria per comprendere il Vangelo che รจ โlo splendore della gloria di Cristo che รจ immagine di Dioโ.



