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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 19 Maggio 2024

Domenica 19 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 15,26-27; 16,12-15

Fuoco e vento

Ascoltiamo cosa dice il Concilio Vat. II della Pentecoste che stiamo celebrando: “Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa e affinché i credenti avessero così, attraverso Cristo, accesso al Padre in un solo Spirito” (L.G. 4).

Con la Pentecoste comincia un tempo nuovo durante il quale, vittorioso, sedendo alla destra del Padre, continua la sua opera di redenzione con la potenza dello Spirito attraverso la Chiesa. Per comprendere l’azione dello Spirito Santo bisogna ricordare che lo Spirito è Persona-Amore, il soffio di amore comune del Padre e del Figlio.

Ricevendo attraverso la fede il dono dello Spirito, ci lasciamo toccare dall’amore gratuito del Padre per noi. E lasciandoci amare entriamo nell’amore filiale del Figlio e gridiamo “Abba, Padre!”. Entriamo in questa vita di amore che è la vita eterna. Siamo divinizzati. “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato” (Rom 5,5).

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Quando la sera della Resurrezione il Cristo apparve agli apostoli mostrando loro le mani e il costato prima di soffiare su di essi disse: “Ricevete lo Spirito Santo!” per significare il prezzo che aveva pagato affinché potessero ricevere il suo Spirito. Ugualmente quando “un soldato con la lancia gli aprì il costato, subito ne uscì sangue e acqua”: Il sangue del suo amore che purifica e l’acqua dello Spirito che dona la vita.

Lo Spirito del Signore riempie l’universo e dà vita ad ogni cosa, come ripetiamo nella Messa: “Nella potenza dello Spirito Santo santifichi e fai vivere l’universo”. Come immaginarci lo Spirito Santo? Il Signore stesso ce ne suggerisce due immagini: il fuoco e il vento. Il fuoco. “Apparvero sulle loro teste come fiamme di fuoco”.

Il mondo è riscaldato dal fuoco dello Spirito Santo, senza di esso infatti c’è freddo, e quando è a bassa temperatura è tiepido, non gradito a Dio che lo vomita dalla sua bocca come dice alla chiesa di Laodicea (Ap 3). Certamente tutto l’universo è pervaso dal fuoco dello Spirito, ma il fuoco può essere fiamma o brace, coperto dalla cenere incapace di riscaldare. Il Vento.

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“Venne all’improvviso dal cielo un fragore come un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano”.

Prima della Pentecoste il fuoco era brace; la Pentecoste fu una forte ventata, trasformò la brace in fiamma e cominciò ad incendiare il mondo con la predicazione del vangelo. L’entusiasmo fu talmente grande che gli apostoli furono considerati ubriachi mentre annunciavano la Parola del Signore:

“Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso” e “coloro che accolsero la sua parola furono battezzati; circa tremila persone”.

Quel giorno era nata la Chiesa. Il corpo ricevette l’anima e divenne persona: la mistica persona di Cristo. E poiché quell’anima divina non abbandonerà più il suo corpo, la Chiesa non conoscerà la morte: “Le forze degli inferi non prevarranno contro di essa”.

Tutta l’azione dello Spirito col suo dinamismo si svolge ed agisce nel cuore dei fedeli, ce lo ricorda San Paolo: “Non sapete che siete tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in voi?”. Il mistero della Pentecoste vivifica la Chiesa riempiendo il cuore dei fedeli.

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