Un testimone fedele
Ci prepariamo a celebrare la nascita di Gesรน. Giovanni Battista ci apre un cammino di conversione, di spogliamento, di rinnovamento. La speranza cristiana si fonda su un evento della storia annunciato dal profeta Isaia, realizzato da Cristo e i cui frutti vedranno la loro maturitร al Suo ritorno, alla Parusia. Con questa certezza non stupisce che la liturgia di questa domenica sia dominata dalla gioia.
Giovanni, un testimone fedele, รจ in prigione e sarร decapitato per ordine di Erode su richiesta di una danzatrice la cui madre era denunciata dal profeta per le sue turpitudini. Giovanni aveva vissuto le sue ore di gloria quando tornato dal deserto le folle venivano al Giordano per farsi battezzare. Invitava tutti alla conversione. Quel tempo perรฒ era chiuso e non restavano intorno a Lui che pochi discepoli che, a rischio della loro vita, si recavano a fargli visita nel luogo della sua incarcerazione. Ed ecco che Lui manda a Gesรน una domanda inattesa: โSei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?โ.
Manda un discepolo a verificare un fatto che ben conosceva? Era lui che aveva mandato i suoi seguaci Giovanni e Andrea a chiedergli dove abitava. Con umiltร il Battista confessa che lui รจ soltanto โuna voce che grida nel desertoโ, uno che apre il cammino verso una nuova pagina della storia, perchรฉ il messaggio di Cristo sarร radicalmente nuovo. Di lui Gesรน dirร : โNon esiste uno piรน grande di Giovanni il Battista, perรฒ il piรน piccolo del Regno dei cieli รจ piรน grande di luiโ.
Il messaggio di Isaia contiene anche annunci della vendetta di Dio e la vendetta di Dio รจ solidale con i poveri, gli umili, gli oppressi, le vittime. Come non pensare agli uomini crudeli e cinici che tutto subordinano ai loro desideri politici, strumentalizzando la religione per fanatizzare i terroristi e che non esitano a far massacrare innocenti donne e bambini per destabilizzare lโavversario. Come non pensare a coloro che usano mezzi brutali seminando terrore.
Dinanzi a questo spettacolo del mondo siamo sconcertati per la lentezza con cui avanza il Regno di Dio. Siamo impressionati dallโefficacia delle scienze e delle tecniche, il loro rapido sviluppo, lโevoluzione dei costumi e reagiamo male allโindifferenza e allโostilitร dei nostri contemporanei nei riguardi della religione. Puรฒ sorgere una tentazione che puรฒ prendere lโaspetto di una crisi di fede dinanzi alla quale il Signore ci mette in guardia. Il superamento del male, il regno della giustizia e della pace, la vittoria del bene esigono piรน tempo delle rivoluzioni politiche e sociali. Cambiare il mondo in profonditร esige altri mezzi. I pensieri di Dio non sono i nostri pensieri. La Carta del Regno sono โle beatitudiniโ che si oppongono alle ambizioni umane. Comprendiamo allora โBeati coloro che non cadranno a causa della mia parolaโ. Il testo direbbe โche non si scandalizzerannoโ, scandalo รจ la famosa pietra di inciampo.
In questo Avvento rivisitiamo i nostri deserti: miseria, ingiustizia, scoraggiamento, senza dimenticare i deserti interiori. Siamo invitati a seminare, a coltivare, ad innaffiare, solo Dio puรฒ far rifiorire il deserto.
I miracoli sono dei segni. I seguaci di Cristo non vedono soltanto una prova di autenticitร della Parola di Cristo, ma, nutriti dalla Bibbia, vedono la realizzazione delle promesse di Dio. Il Regno di Dio si compie oggi in mezzo a noi. Dobbiamo entrare nel regime del โgiร e non ancoraโ che ci esorta alla pazienza non alla rassegnazione, ma al contrario. Il disegno di Dio ha il suo mistero che si compirร , ma quando e come ci sfuggono.
