Ecco una parabola preoccupante: รจ possibile che Gesรน si paragoni a questo re odiato dai suoi cittadini, interessato al solo profitto e orribilmente crudele? Eppure sembra proprio di sรฌ, giacchรฉ racconta questa parabola โperchรฉ era vicino a Gerusalemmeโ e tutti pensavano โche il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโaltroโ (v. 11). Allora, cosa vuol insegnare Gesรน con essa?
Si nota che vi sono due storie intrecciate lโuna nellโaltra: la prima รจ quella dellโuomo nobile partito per ricevere il titolo regale, provocando il malcontento dei cittadini che al suo ritorno fa massacrare senza pietร ; qualcosa di simile era successo circa trentโanni prima quando, alla morte di Erode il Grande, si era posto il problema della sua successione. Lโaltra storia invece, simile alla parabola dei talenti di Matteo 25, narra di quei servi cui il padrone ha affidato una moneta dโoro (letteralmente una โminaโ, equivalente a ciรฒ che guadagna un operaio agricolo in circa tre mesi) e di ciรฒ che essi ne hanno fatto.
Si potrebbe quindi pensare a due uditori diversi: a quelli che, pur vivendo al margine della chiesa, si rallegrano allโidea dellโavvicinarsi del regno di Dio, Luca ricorda che la sua manifestazione implica un giudizio che sarร senza appello (prima storia); ai fedeli della chiesa che si rallegrano del prossimo ritorno del Signore, ricorda invece la responsabilitร cui li chiama la loro vocazione (seconda storia). Ogni predicatore conosce la realtร di uditori diversificati, per cui deve adattare la sua omelia a tale situazione. Ma nulla lascia intendere che tale sia la situazione di Gesรน. Luca ha piuttosto accuratamente unito le due storie in unโunica parabola.
Ma allora cosa possiamo comprendere? Un segnale interessante รจ dato dal fatto che Gerusalemme cambia nome tra lโinizio e la fine del racconto. Al versetto 11 รจ chiamata โIerousalรจmโ: รจ il suo nome biblico di cittร amata da Dio. Al versetto 28 รจ chiamata โHierosolymaโ: รจ il suo nome civile di cittร che ha rifiutato il Cristo e che Dio ha abbandonato alla sua sorte: la distruzione, avvenuta nel 70 dopo Cristo, per mano dei romani. Il massacro evocato dalla parabola รจ dunque giร avvenuto, รจ passato!
Resta quindi lโavvenire: il tempo dellโassenza del re e dellโattesa del suo ritorno, il nostro tempo. Ci รจ stato affidato un bene, la mina; che ne facciamo? Non vien detto come i servi hanno fatto fruttare la loro moneta, segno che ciรฒ รจ lasciato alla nostra libera scelta, conta solo la volontร di far fruttare il dono ricevuto, e quindi il rischiare, con la possibilitร anche di perdere il guadagno. Il terzo servo non รจ rimproverato perchรฉ non ha guadagnato nulla, ma perchรฉ si รจ rinchiuso nella paura e non ha rischiato. Dal loro comportamento non deriva una ricompensa o un castigo ma una situazione esistenziale. Quelli che hanno rischiato sono felici di poter mostrare al loro signore ciรฒ che hanno fatto; il terzo invece appare triste, infelice, senza nulla da mostrare, neanche un fallimento!
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Lc 19,11-28
In quel tempo 11 mentre tutti stavano ad ascoltare, Gesรน disse ancora una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโaltro. 12 Disse dunque: โUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13 Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโoro, dicendo: โFatele fruttare fino al mio ritorno!โ. 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ. 15 Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16 Si presentรฒ il primo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate dieciโ. 17 Gli disse: โBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ. 18 Poi si presentรฒ il secondo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate cinqueโ. 19 Anche a questo disse: โTu pure sarai a capo di cinque cittร โ. 20 Venne poi anche un altro e disse: โSignore, ecco la tua moneta dโoro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ. 22 Gli rispose: โDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโavrei riscosso con gli interessiโ. 24 Disse poi ai presenti: โToglietegli la moneta dโoro e datela a colui che ne ha dieciโ. 25 Gli risposero: โSignore, ne ha giร dieci!โ. 26 โIo vi dico: A chi ha, sarร dato; invece a chi non ha, sarร tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโ.โ 28 Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
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