Monastero di Bose – Commento al Vangelo del 21 Novembre 2018

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Ecco una parabola preoccupante: รจ possibile che Gesรน si paragoni a questo re odiato dai suoi cittadini, interessato al solo profitto e orribilmente crudele? Eppure sembra proprio di sรฌ, giacchรฉ racconta questa parabola โ€œperchรฉ era vicino a Gerusalemmeโ€ e tutti pensavano โ€œche il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโ€™altroโ€ (v. 11). Allora, cosa vuol insegnare Gesรน con essa?

Si nota che vi sono due storie intrecciate lโ€™una nellโ€™altra: la prima รจ quella dellโ€™uomo nobile partito per ricevere il titolo regale, provocando il malcontento dei cittadini che al suo ritorno fa massacrare senza pietร ; qualcosa di simile era successo circa trentโ€™anni prima quando, alla morte di Erode il Grande, si era posto il problema della sua successione. Lโ€™altra storia invece, simile alla parabola dei talenti di Matteo 25, narra di quei servi cui il padrone ha affidato una moneta dโ€™oro (letteralmente una โ€œminaโ€, equivalente a ciรฒ che guadagna un operaio agricolo in circa tre mesi) e di ciรฒ che essi ne hanno fatto.

Si potrebbe quindi pensare a due uditori diversi: a quelli che, pur vivendo al margine della chiesa, si rallegrano allโ€™idea dellโ€™avvicinarsi del regno di Dio, Luca ricorda che la sua manifestazione implica un giudizio che sarร  senza appello (prima storia); ai fedeli della chiesa che si rallegrano del prossimo ritorno del Signore, ricorda invece la responsabilitร  cui li chiama la loro vocazione (seconda storia). Ogni predicatore conosce la realtร  di uditori diversificati, per cui deve adattare la sua omelia a tale situazione. Ma nulla lascia intendere che tale sia la situazione di Gesรน. Luca ha piuttosto accuratamente unito le due storie in unโ€™unica parabola.

Ma allora cosa possiamo comprendere? Un segnale interessante รจ dato dal fatto che Gerusalemme cambia nome tra lโ€™inizio e la fine del racconto. Al versetto 11 รจ chiamata โ€œIerousalรจmโ€: รจ il suo nome biblico di cittร  amata da Dio. Al versetto 28 รจ chiamata โ€œHierosolymaโ€: รจ il suo nome civile di cittร  che ha rifiutato il Cristo e che Dio ha abbandonato alla sua sorte: la distruzione, avvenuta nel 70 dopo Cristo, per mano dei romani. Il massacro evocato dalla parabola รจ dunque giร  avvenuto, รจ passato!

Resta quindi lโ€™avvenire: il tempo dellโ€™assenza del re e dellโ€™attesa del suo ritorno, il nostro tempo. Ci รจ stato affidato un bene, la mina; che ne facciamo? Non vien detto come i servi hanno fatto fruttare la loro moneta, segno che ciรฒ รจ lasciato alla nostra libera scelta, conta solo la volontร  di far fruttare il dono ricevuto, e quindi il rischiare, con la possibilitร  anche di perdere il guadagno. Il terzo servo non รจ rimproverato perchรฉ non ha guadagnato nulla, ma perchรฉ si รจ rinchiuso nella paura e non ha rischiato. Dal loro comportamento non deriva una ricompensa o un castigo ma una situazione esistenziale. Quelli che hanno rischiato sono felici di poter mostrare al loro signore ciรฒ che hanno fatto; il terzo invece appare triste, infelice, senza nulla da mostrare, neanche un fallimento!

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Mettere in gioco il dono ricevuto: questa la via della felicitร !

fratel Daniel

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Lc 19,11-28

In quel tempo 11 mentre tutti stavano ad ascoltare, Gesรน disse ancora una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโ€™altro. 12 Disse dunque: โ€œUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13 Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโ€™oro, dicendo: โ€˜Fatele fruttare fino al mio ritorno!โ€™. 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โ€˜Non vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ€™. 15 Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16 Si presentรฒ il primo e disse: โ€˜Signore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate dieciโ€™. 17 Gli disse: โ€˜Bene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ€™. 18 Poi si presentรฒ il secondo e disse: โ€˜Signore, la tua moneta dโ€™oro ne ha fruttate cinqueโ€™. 19 Anche a questo disse: โ€˜Tu pure sarai a capo di cinque cittร โ€™. 20 Venne poi anche un altro e disse: โ€˜Signore, ecco la tua moneta dโ€™oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ€™. 22 Gli rispose: โ€˜Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโ€™avrei riscosso con gli interessiโ€™. 24 Disse poi ai presenti: โ€˜Toglietegli la moneta dโ€™oro e datela a colui che ne ha dieciโ€™. 25 Gli risposero: โ€˜Signore, ne ha giร  dieci!โ€™. 26 โ€˜Io vi dico: A chi ha, sarร  dato; invece a chi non ha, sarร  tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโ€™.โ€ 28 Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

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