Te Deum laudamus…
Partendo dalla prima lettura di oggi, lโapostolo rivolge un invito appassionato e pressante alla sua comunitร perchรฉ viva attenta, vigilante, decisa, lโultima ora della storia. Queste parole sono valide anche oggi visto che ogni fine segna anche un inizio. Appunto non possiamo vivere questโultimo giorno dellโanno senza ricordandoci che cโรจ Uno, onnipotente che ci ha accompagnato fino a questo momento. Dice infatti il prologo di Giovanni: โE il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di veritร โ.
Il prologo del vangelo di Giovanni ci vuole ribadire, che Cristo si รจ fatto come noi per fare strada con noi. La nascita di Gesรน ha segnato cosรฌ la fine della nostra solitudine. E questo perchรฉ Dio non รจ rimasto velato, ma si รจ rivelato: โDio, nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che รจ Dio nel seno del Padre, lui lo ha rivelatoโ.
Ecco perchรฉ questo fine anno, per noi cristiani, รจ sempre una memoria del fine. Perchรฉ solo aprendo gli occhi allo scopo della vita, alla sua finalitร possiamo anche trovare il coraggio di guardare in faccia la fine senza avere paura, ma anzi riuscendo a dire anche ad alta voce il nostro grazie. Il vangelo di oggi ci mette davanti una pagina difficile da interpretare dellโevangelista Giovanni, e lo fa forse per โricordarci che anche la nostra vita a volte non รจ di facile decifrazione, eppure essa nasconde in fondo una buona notizia. Vangelo significa โbuona notiziaโ, ed essa lo รจ anche quando non la capiamo subito, come la nostra vita.
O padre, le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Aiutaci a riprendere il nostro cammino per i sentieri del tempo, nella certezza che tu camminerai sempre al nostro fianco. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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