Signore, il mio servo giace paralizzato e soffre terribilmente.
La prima grande lezione del brano di oggi ci viene da questa iniziale frase pronunciata dal centurione romano. Paradossalmente egli non chiede, ma racconta a Gesรน quello che sta vivendo, e gli consegna la sofferenza di questo suo servo, che a quanto pare gli deve stare particolarmente a cuore se si mette a cercare una soluzione. Quante cose ogni giorno ci preoccupano e ci stanno a cuore?
Alla luce del Vangelo di oggi, impariamo a raccontare a Gesรน tutto, ovviamente come il centurione, tutte le nostre ansie, paure e sofferenze che incontriamo sul nostro cammino ma anche quelle dei nostri fratelli che incrociamo sulla strada della nostra vita. Penso che la preghiera sia innanzitutto questo: affidamento delle nostre intenzioni a Dio. Gesรน non solo ascolta ma anticipa anche la preghiera implicita, nascosta del centurione: โGesรน gli disse: ยซIo verrรฒ e lo guarirรฒยปโ.
Ma รจ proprio a questo punto che la scena sorprende ancora di piรน perchรฉ il centurione fa emergere una fede immensa: โSignore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarร guaritoโ. Quasi per dire: Signore io mi fido ciecamente di te che sono certo che tu farai qualcosa per lui, anche senza che io lo veda o che me ne accorga mai. Visibilmente Gesรน รจ colpito dalla fede di questโuomo, che tra lโaltro non faceva parte proprio della cerchia di credenti e seguaci di Gesรน.
Ecco perchรฉ โGesรน, udito questo, ne restรฒ meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: ยซIo vi dico in veritร che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede cosรฌ grande!ยปโ. Infatti รจ grande la fede di chi prega senza cercare segni, ma con lโintima certezza che Chi ci ama non puรฒ non ascoltarci e fare ciรฒ che รจ giusto.
Anche noi in questi primi passi di Avvento che abbiamo iniziato ieri, impariamo da questo Centurione nonostante le nostre umane fragilitร . Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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