Due modi di pregare.
Il modo di pregare ha radici nella nostra religiositร ; anche pregando diciamo con la bocca quello che sentiamo nel cuore. Esistono quindi modi diversissimi di rapportarsi a Dio. La parabola di questa domenica, attraverso i due protagonisti, il fariseo, scrupoloso osservante della legge, e il pubblicร no, che prende coscienza dei propri peccati per chiederne il perdono, ecco, sono figure emblematiche di una schiera sicuramente molto piรน numerosa, entro cui ognuno di noi puรฒ ritrovarsi.
Il primo, piรน che pregare, รจ salito al tempio per farsi vanto della propria presunta giustizia, e convincersene ulteriormente. Egli si sente profondamente giusto, osservante e migliore degli altri, da cui sembra voglia prendere le distanze. Il pubblicร no invece non osa avvicinarsi piรน di tanto al Signore, sa di dover rispettare una doverosa distanza che solo Dio puรฒ colmare. La sua รจ una preghiera autentica che mira ad ottenere la misericordia e la pietร divina; sa infatti di essere peccatore, si batte il petto per questo, ritenendosi unico responsabile del suo male, ma รจ animato dalla fiducia in Dio e da lui implora la pietร .
C’รจ una sentenza finale che viene scandita come una precisa norma di vita; nella prima parte c’รจ il giudizio sui due modi di pregare: il pubblicร no “tornรฒ a casa giustificato”, mentre il superbo fariseo, ha aggiunto ancora un peccato di presunzione a quelli giร commessi precedentemente. Nella seconda parte una veritร inconfutabile: “chi si esalta sarร umiliato e chi si umilia sarร esaltato”. Ecco una caratteristica che mai dobbiamo disgiungere dalla nostra preghiera, l’umiltร del cuore, la splendida virtรน che tutto ci fa sperare dalla bontร di Dio e a lui ci fa attribuire il vero merito del bene che riusciamo a fare.
Ricordiamo le parole di Maria Santissima nel suo Magnificat: Dio “ha guardato l’umiltร della sua serva”.
Monaci Benedettini Silvestrini
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