Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 6 Agosto 2023

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Pace e bene,
nel caldo del sole estivo, contempliamo la vera luce che si dipana dal volto di Cristo, luce gentile capace di rischiarare la nostra vita e guidare i nostri passi…

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Questa domenica celebriamo la festa della Trasfigurazione del Signore.  Matteo, a differenza di Luca, la colloca sei giorni dopo la professione di  fede di Pietro (cf Mt 16,13-20) e il primo annuncio della passione, morte  e risurrezione di Gesù (cf MT 16,21-28), evidenziandone il legame. Gesù  conduce in disparte i suoi, «su un alto monte», che per tradizione biblica  è luogo della rivelazione di Dio. Qui, in intimità e in modo privato, Gesù  rivela la sua divinità.

Non vuole dare spettacolo, ma imprimere nella  mente e nel cuore dei suoi qualcosa di profondo, di prezioso, che solo  dopo la morte dovrà essere rivelato. Tutto ciò ci parla di umiltà. Sì, Dio  è umile, non ama l’appariscenza, non ha bisogno di mettersi in mostra.  Quanta differenza con tanti nostri modi di fare; nella nostra “era  dell’immagine”, quanti non si lasciano scappare occasione per mettere  in mostra quanto hanno fatto, dalle cose più semplici a quelle più  impegnative.

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Quel desiderio di essere amati e valorizzati spesso  degenera in ricerca di visibilità e vanagloria. Per non parlare poi di tanti  presunti veggenti, subito pronti a pubblicare le loro presunte estasi,  visioni, stimmate… Quanta differenza con i santi, che invece  nascondevano tutto, e con i veri stimmatizzati, come ad esempio San  Pio, che nascondeva a tutti le stimmate, “gridando dietro” a chi con  l’inganno cercava di scorgerle. L’umiltà dovrebbe essere il primo  gradino per salire la scala delle virtù e il primo criterio per discernere  ciò che profuma di Dio… Chiediamoci: a che punto sono con l’umiltà?  Preferisco nascondermi, o cerco di mettermi in mostra?  

Andiamo avanti. Gesù fu trasfigurato. Il “cambio di forma” di Gesù viene  descritto attraverso la luminosità del volto e delle vesti. Per un attimo  viene dunque rivelata la divinità del Figlio di Dio celata dalla sua natura  umana. Ed ecco apparire Mosè ed Elia, rappresentanti della Legge e dei  profeti che conversavano con Lui. Ci fa capire che l’Antico Testamento  si compie in Gesù e che Gesù si lascia condurre dalle Scritture, seguendo  il piano salvifico iniziato già secoli addietro. Gesù non è un “battitore  libero” ma Lui, parola divina incarnata, si lascia condurre dal Padre e  dalle Scritture, come un musicista che segue lo spartito. Questo è  importante anche per noi. Come ci ha ricordato papa Francesco «la vita  cristiana è “semplice”: ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica.  

“Forse noi l’abbiamo fatta un po’ difficile, con tante spiegazioni che  nessuno capisce… E per ascoltare la Parola di Dio, la Parola di Gesù  basta aprire la Bibbia, il Vangelo. Ma queste pagine non vanno lette,  vanno ascoltate. “Ascoltare la Parola di Dio è leggere quello e dire: ‘Ma  a me questo che dice, al mio cuore? Dio cosa sta dicendo a me, con  questa parola?”. E la nostra vita cambia”».  

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Infine, ecco l’intervento di Pietro il quale, folgorato da tanta bellezza,  vorrebbe fare tre capanne. In semplicità, egli vorrebbe fermare questa  situazione celestiale e non andare oltre. Ma non è possibile. Questo  momento di grazia che Pietro e gli altri stanno vivendo è in funzione  della missione. Servirà loro per leggere e rileggere con occhi nuovi la  passione di Gesù, sapendovi scorgere non il fallimento ma il  compimento del disegno di salvezza di Dio.

Quel Gesù che sarà  sfigurato nella passione, è lo stesso Gesù che ora è trasfigurato; la  passione non è un incidente di percorso, ma il luogo del dono senza riserve di Gesù per noi e del suo filiale abbandono al Padre.  Contemplare la gloria del Signore serve anche a noi per non  scoraggiarci nei momenti difficili; è come alzare lo sguardo verso il cielo  quando il paesaggio davanti è triste e brullo. In fondo così il Signore  continua a fare anche nella nostra vita: semina tante grazie che ci  preparano e ci aiutano ad affrontare i momenti difficili che  inevitabilmente arrivano. A noi sta saperne fare tesoro… 

Infine, ecco la voce del Padre che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato:  in Lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Fermiamoci su  queste parole senza commentarle. Lasciamole risuonare nel nostro  cuore, anzi, incidiamole nel cuore, perché possano aiutarci a dirigere i  nostri passi sulla via tracciataci da Gesù, nelle piccole come nelle grandi  scelte di ogni giorno.  

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Mt 17, 1-9 – Missionari della Via 448 kb 7 downloads

Mi ritaglio del tempo per stare in disparte con Gesù? E per meditare ogni  giorno…

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