Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 2 Aprile 2023

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Pace e bene, con la domenica delle palme entriamo nella settimana santa.
Che il Signore ci doni di viverla in pienezza, entrando, un passettino in più, nel mistero dell’amore di Gesù per ciascuno di noi…

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Oggi inizia la settimana santa, centro di tutto l’anno liturgico. La liturgia di  oggi è dal sapore agrodolce, lieto e amaro al contempo. Dapprima Gesù,  osannato dalla folla, entra in Gerusalemme; poco dopo ecco la stessa folla  che grida: crocifiggilo! Dapprima Gesù è seguito da uno stuolo di discepoli  che stendono i loro mantelli, dopo viene abbandonato da quegli stessi  discepoli. Il compendio della celebrazione odierna è offerto nella splendida  monizione che introduce la processione delle Palme: «Questa assemblea  liturgica è preludio alla Pasqua del Signore… Gesù entra in Gerusalemme  per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione… Chiediamo  la grazia di seguirlo fino alla croce per essere partecipi della sua  risurrezione». 

Gesù entra in Gerusalemme su un puledro d’asino, sul quale mai nessuno  era salito. Vengono messe in risalto le acclamazioni festose dei discepoli e  della folla che man mano si aggrega al corteo. Gesù riconosce in ciò una  conferma del piano di Dio, una forza voluta da Lui stesso, e agli scribi e  farisei scandalizzati risponde: «Io vi dico che, se questi taceranno,  grideranno le pietre» (Lc 19,40). Ma Gesù sapeva bene cosa andava a fare a  Gerusalemme e ci va deciso, senza lasciarsi abbagliare dalla vanagloria, né  da facili trionfalismi, ne spargendo illusioni o facendo promesse vane come  certe campagne elettorali. Gesù è il Messia con i tratti del servo di Dio che  va alla passione per la nostra salvezza. La passione e la morte in croce  rivelano l’obbedienza del Figlio al Padre e il suo amore per noi, che lo  spinge a donarsi fedelmente sino alla fine. Soffermiamoci in questi giorni  sulla sua passione, leggendone e meditandone un pezzettino al giorno.  Contempliamo l’uomo dei dolori, la sua pazienza, come Egli abbia  affrontato ogni cosa. Lasciamo che la sua passione parli al nostro cuore.  

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Sì, come ci ha ricordato papa Francesco: «Mentre anche noi oggi facciamo  festa al nostro Re, pensiamo alle sofferenze che Lui dovrà patire in questa  Settimana. Pensiamo alle calunnie, agli oltraggi, ai tranelli, ai tradimenti,  all’abbandono, al giudizio iniquo, alle percosse, ai flagelli, alla corona di  spine…, e infine pensiamo alla via crucis, fino alla crocifissione. Lui lo aveva  detto chiaramente ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me,  rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24). Non ha mai  promesso onori e successi…

Ha sempre avvertito i suoi amici che la sua  strada era quella, e che la vittoria finale sarebbe passata attraverso la  passione e la croce. E anche per noi vale lo stesso. Per seguire fedelmente  Gesù, chiediamo la grazia di farlo non a parole ma nei fatti, e di avere la  pazienza di sopportare la nostra croce: di non rifiutarla, non buttarla via,  ma, guardando Lui, accettarla e portarla, giorno per giorno. E questo Gesù,  che accetta di essere osannato pur sapendo bene che lo attende il  “crucifige!”, non ci chiede di contemplarlo soltanto nei quadri o nelle  fotografie, oppure nei video che circolano in rete. No.

E’ presente in tanti  nostri fratelli e sorelle che oggi, oggi patiscono sofferenze come Lui:  soffrono per un lavoro da schiavi, soffrono per i drammi familiari, soffrono  per le malattie… Soffrono a causa delle guerre e del terrorismo, a causa  degli interessi che muovono le armi e le fanno colpire. Uomini e donne  ingannati, violati nella loro dignità, scartati…. Gesù è in loro, in ognuno di  loro, e con quel volto sfigurato, con quella voce rotta chiede – ci chiede – di essere guardato, di essere riconosciuto, di essere amato. Non è un altro  Gesù: è lo stesso che è entrato in Gerusalemme tra lo sventolare di rami di  palma e di ulivo. E’ lo stesso che è stato inchiodato alla croce ed è morto  tra due malfattori. Non abbiamo altro Signore all’infuori di Lui: Gesù, umile  Re di giustizia, di misericordia e di pace».

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