HomeVangelo della DomenicaMissionari della Via - Commento alle letture di domenica 12 Novembre 2023

Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 12 Novembre 2023

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25,1-13

Pace e bene! Il Vangelo delle ultime tre domeniche dell’anno liturgico ci parla delle cose ultime, della meta, dandoci chiavi preziose per non fallirla…Questa domenica la parabola delle dieci vergini ci aiuta a chiederci: saggi o stolti? Stiamo cogliendo le occasioni per crescere che la vita ci presenta?

Questa parabola, propria del Vangelo secondo Matteo e inserita nel  discorso escatologico (ovvero inerente “le cose ultime”), ci dà una  chiave preziosa per essere pronti all’incontro con il Signore e, dunque,  per vivere in pienezza la nostra vita. 

Nella parabola abbiamo dieci vergini, cinque stolte e cinque sagge che  escono incontro allo sposo. Le stolte non hanno con sé l’olio, le sagge  sì, in piccoli vasetti. Giunta l’ora dell’incontro con lo sposo, le stolte si  allontanano, cercano di procurarsi dell’olio, dato che le sagge non  possono dargliene. La domanda sorge spontanea: perché le sagge non  possono dare il loro olio? Mancano forse di carità? Cosa rappresenta  quest’olio che non può essere ceduto?  

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Nella tradizione giudaica l’olio è riferito alle opere buone che devono  essere affiancate allo studio della legge.  

Altri due indizi per capire cosa rappresenti li possiamo cogliere dal testo  di Matteo. Anzitutto, poco dopo il Signore dirà alle stolte: «non vi  conosco». Cioè le stolte non hanno vissuto un rapporto personale con  lo sposo, un legame intimo, di comunione, perciò sono rimaste senza  olio. Inoltre i termini “stolto” e “saggio” ricorrono alla fine del “discorso  della montagna”, dove Gesù ha definito “stolto” colui che costruisce la  sua vita sulla sabbia, perché ascolta la parola ma non la pratica, il saggio  invece costruisce sulla roccia, in quanto ascolta, custodisce e vive  secondo la sua parola.  

Pertanto, possiamo dire che nel nostro contesto, l’olio rappresenta la  fede perseverante, che si concretizza nei piccoli (vasetti dei) sì  quotidiani alla volontà di Dio, alla sua Parola. Si tratta dunque degli atti  di fede e d’amore compiuti quotidianamente. Ogni nostro “sì” è un  vasetto d’olio riempito, dalle cose più semplici e quotidiane (il sì al  momento di preghiera, alla camera sistemata, alla tavola apparecchiata,  al lavoro ben fatto, allo studio portato avanti) sino a quelli più  impegnativi (un povero accolto in casa o aiutato, una sofferenza offerta  con il sorriso, una critica evitata, un gesto d’affetto regalato quando  costa, un passo mosso in avanti in quella direzione o vocazione  intuita…). 

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Capiamo allora perché l’olio non può essere ceduto: perché nessuno  può sostituirsi a noi. Io non posso dire “sì” al posto tuo: posso pregare  per te, posso aiutarti ma non posso sostituirmi a te. Perciò san Pio  diceva che «nessun santo può renderti santo come puoi tu». Loro  pregano e intercedono per noi, ma i passi concreti tocca a noi compierli!  Questa parola viene a responsabilizzarci. Quante volte ci fermiamo a  cercare il colpevole, a scaricare responsabilità e colpe sugli altri; per  carità, gli scandali sono scandali e le ferite subite hanno il loro peso, ma  il Signore ci chiama a prendere in mano la nostra vita, ad esserne  protagonisti. Non dobbiamo dimenticarlo: ciascuno è responsabile  della sua vita davanti a Dio e a ciascuno chiederà conto della sua vita,  delle sue scelte.  

Detto diversamente: il bene che puoi fare tu non posso farlo io. Ognuno  è chiamato ad essere protagonista della sua vita, a compiere il bene  possibile.  Allora, che il Signore ci aiuti a darci da fare, a riempire i nostri vasetti, a  dire i nostri sì, a vivere con generosità, sapendo che tanto quanto  seminiamo, tanto quanto raccoglieremo!

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Mt 25,1-13 | Missionari della Via 441 kb 3 downloads

Quali sono i “vasetti del sì” che il Signore mi chiede ogni giorno? Quali sono…

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