Oggi Gesรน ci spiega le beatitudini, cioรจ chi secondo Lui รจ beato. Oggi, lo vediamo tutti, risuona in modo diverso questa definizione: โBeato รจ una persona fortunata, a cui va tutto bene, che vince al gioco, che sta bene in salute e non ha problemiโ.
Nellโantichitร , nella lingua scritta ai tempi di Gesรน beato รจ colui che รจ felice perchรฉ curato con le cure di Dio. Si cura colui o colei che รจ mancante, che ha bisogno, a qualsiasi livello. Il beato del vangelo รจ colui che nei suoi guai, nei problemi di ogni giorno, puรฒ alzare gli occhi verso il volto di Dio, puรฒ trovare l’amore di Dio che si incarna profondamente nei suoi problemi, li fa suoi, lo prende in braccio, lo stringe al Suo cuore, e pure nella sofferenza di entrambi (anche Dio soffre), pure nella fatica di un cammino aspro e faticoso, scorge in quegli occhi un barlume di speranza, trae da quello sguardo il senso di continuare a vivere. Accostiamo ora il termine โbeatoโ con quello di โsantoโ.
E’ beato ed รจ santo chi sa andare oltre se stesso per incontrare l’altro, in un terreno spesse volte dissestato, scomodo, ma รจ quello il luogo della beatitudine: quando lascio la mia zona comfort per incontrare l’altro, Dio si si china su di me per proteggermi, accudirmi, amarmi, e rendermi beato, felice
Commento a cura di don Valerio Bersano – Segretario Nazionale Missio Ragazzi
FONTE: Missio Italia
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