Un incontro di desideri
Il vangelo di questa domenica รจ il racconto di un incontro di Gesรน. Mentre attraversa la cittร di Gerico, Gesรน incontra Zaccheo, uomo ricco, capo dei pubblicani, ma anche piccolo di statura e che deve ingegnarsi per riuscire a superare la barriera costituita dalla folla per poter esaudire il proprio desiderio e riuscire a vedere Gesรน (Lc 19,1-10). La narrazione presenta diverse analogie con lโincontro, immediatamente precedente, di Gesรน con un cieco (Lc 18,35-43). Lร Gesรน si sta avvicinando a Gerico (Lc 18,35) e lร si trova un uomo con una menomazione fisica, un cieco che, sentendo che sta passando Gesรน, grida il suo desiderio di incontrarlo (18,38-39) lottando contro una folla che cerca di zittirlo. Anche qui la folla รจ un ostacolo allโincontro personale con Gesรน. Come nellโincontro con Zaccheo รจ Gesรน che prende lโiniziativa e risponde al desiderio del pubblicano fermandosi ed entrando a casa sua (19,5.9), cosรฌ qui รจ Gesรน che si ferma e fa condurre davanti a sรฉ il cieco chiedendogli cosa voglia (18,41). Sia per il cieco che per Zaccheo, quellโincontro รจ esperienza di salvezza. โLa tua fede ti ha salvatoโ (18,42) dice Gesรน al cieco; โOggi per questa casa รจ venuta la salvezzaโ (19,9) dice Gesรน a Zaccheo. Se il cieco, o meglio, colui che era stato cieco, dimostra di aver ritrovato la vista mettendosi alla sequela di Gesรน (18,43), Zaccheo entra anchโegli in un processo di conversione e, standosene in casa, dimostra di vedere ormai coloro che ha frodato e si impegna a ripagarli in maniera sovrabbondante (19,8). Per entrambi avviene il passaggio dal desiderio di conoscere e incontrare Gesรน (18,37.38; 19,3) alla confessione del Signore (Kรฝrios: 18,41; 19,8). Questi due incontri si colorano cosรฌ di una valenza ecclesiale significativa e i due personaggi diventano figure del credente.
La pagina evangelica inizia con lโannotazione dellโingresso di Gesรน in Gerico. E mentre attraversa la cittร , lโevangelista guida il nostro sguardo a soffermarsi su un personaggio ancora non comparso in scena nel terzo vangelo: Zaccheo. Luca lo presenta al lettore in maniera dettagliata. Di lui ricorda il nome proprio, Zaccheo, che significa โpuroโ, โgiustoโ; quindi ricorda la professione, Zaccheo occupava un posto di rilievo tra i funzionari addetti alla riscossione delle imposte (โcapo dei pubblicaniโ); poi ricorda la sua situazione economica e dice che โera riccoโ. E certo, presentando colui il cui nome rinvia allโidea di purezza e di giustizia, come pubblicano e ricco, lโevangelista fa percepire al lettore che il suo nome stride con i suoi comportamenti, cosa che sarร confermata da Zaccheo stesso quando confesserร di avere estorto e rubato. Ma lโannotazione piรน significativa รจ che costui รจ presentato anzitutto e prima di tutto come uomo: โun uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e riccoโ (v. 2). Se piรน avanti Gesรน dirร che anche Zaccheo โรจ figlio di Abramoโ (v. 9), qui si dice che egli รจ anche e anzitutto un uomo. I suoi comportamenti saranno stati reprensibili, avrร compiuto ruberie, si sarร arricchito in modo disonesto, ma egli rimane un uomo ed รจ facendo fiducia alla sua umanitร che Gesรน potrร incontrarlo e toccare il suo cuore fino al punto che, liberamente, Zaccheo deciderร di cambiare i suoi comportamenti. Del resto, lโidentitร di una persona รจ fatta di numerosi strati, sono molti gli elementi che contribuiscono alla costruzione di unโidentitร , ma lโessenziale, ciรฒ che rimane basilare รจ lโumanitร di ogni persona. Ed รจ proprio la sua umanitร singolare
che Zaccheo sta facendo parlare: non รจ in quanto ricco o socialmente importante che sta cercando di vedere Gesรน. Il suo cercare di vedere Gesรน (v. 3), รจ ben diverso dalla ricerca attuata da Erode che โcercava di vederloโ (Lc 9,9) e che si rivelerร essere la curiositร superficiale e banale, grossolana e volgare di chi โsperava di vedere qualche miracolo fatto da luiโ (Lc 23,8). Zaccheo sta mettendo in atto una ricerca ben piรน radicale e sta lasciando parlare un suo desiderio profondo. Il testo afferma che Zaccheo โcercava di vedere Gesรน, chi fosse (tรญs estin)โ (v. 3), insinuando il desiderio di una conoscenza profonda di Gesรน. E anche Gesรน non si ferma al giudizio esteriore che potrebbe rinchiudere Zaccheo nel clichรฉ del peccatore, non si rassegna a considerarlo solamente un disonesto, come farร la folla (v. 7). Gesรน non segue la communis opinio, le dicerie che si saziano di giudizi approssimativi e di etichettature, ma manifesta il suo desiderio di incontrarlo, di avere comunione con lui. E cosรฌ narra il desiderio di Dio di incontrare ogni essere umano, in particolare i peccatori. Non aveva forse detto: โNon sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perchรฉ si convertanoโ (Lc 5,32)? Il testo ci presenta cosรฌ lโincontro del desiderio di Dio e del desiderio dellโuomo, che รจ, per entrambi, desiderio di salvezza.
Dunque, Zaccheo cerca di vedere Gesรน ma โnon gli riusciva a causa della folla, perchรฉ era piccolo di staturaโ (v. 3). Zaccheo รจ piccolo e mentre cerca di vedere Gesรน in mezzo alla folla, vede solo tante schiene. La folla gli รจ di ostacolo. Deve escogitare uno stratagemma per realizzare il suo desiderio e incontrare Gesรน. Il comportamento di Zaccheo diviene a questo punto istruttivo ed esemplare. Per incontrare Gesรน occorre uscire dalla folla, occorre osare la propria singolaritร , occorre assumere i propri limiti per trovare il proprio personale cammino, occorre il coraggio di โcantare fuori dal coroโ. La grandezza del piccolo Zaccheo sta nellโintelligente assunzione del limite della propria statura e nel trovare aiuto in un albero di sicomoro su cui sale per poter vedere Gesรน. I limiti precisi che ci abitano (fisici, morali, intellettuali, โฆ), se riconosciuti, nominati, assunti con maturitร e intelligenza, non solo non ci impediscono di incontrare il Signore, ma ci consentono di far avvenire tale incontro nella veritร . Questa assunzione ci rende anche intelligenti nel saper ricorrere alle creature che ci vivono accanto perchรฉ suppliscano alla nostra indigenza. A questo punto, infatti, Zaccheo fa lavorare la sua intelligenza e la sua immaginazione. Zaccheo, dice il testo, โcorse avantiโ, cioรจ precedette il corteo che accompagnava Gesรน e salรฌ su un albero calcolando dove Gesรน sarebbe passato. Abbiamo qui la messa in pratica del suo lavoro interiore che lo spinge allโazione, unโazione intelligente e creativa. Zaccheo ha guardato e preso atto della situazione, ha formulato unโipotesi di soluzione e lโha messa in pratica, ha agito. Il desiderio ha mosso la sua intelligenza e la sua creativitร . Assunzione dei limiti, intelligenza, immaginazione, creativitร , e infine, coraggio. Sรฌ, coraggio per mettere in atto quello che aveva escogitato. E in quel gesto un poโ infantile, che non si addice a un capo dei funzionari pubblici incaricati dellโesazione delle imposte, cโรจ il suo esporsi, il suo rischiare. Zaccheo ridiventa bambino, corre, scala un albero, si mette in alto per vedere Gesรน. E la sua esposizione รจ vista, e mentre Gesรน si rivolge a lui possiamo immaginare che tutta la gente, la folla, anchโessa si sia volta a guardare e abbia riconosciuto lโodiato pubblicano. E forse abbia anche deriso quellโuomo postosi in una situazione piuttosto ridicola. Ma nella sua gioia infantile, la sorpresa per ciรฒ che gli sta accadendo supera di gran lunga e spegne sul nascere lโeventuale vergogna. Anche lui รจ โpieno di gioiaโ, dice il v. 6, come colui che ha trovato un tesoro zappando il campo (Mt 13,44). Zaccheo ha incontrato Gesรน.
Colui che cercava di vedere Gesรน, scopre di essere visto e conosciuto da Gesรน stesso (โGesรน alzรฒ lo sguardo e gli disse: โZaccheoโฆโโ: v. 5), che addirittura gli manifesta lโintenzione di fermarsi a casa sua, quasi fosse una sua vecchia conoscenza. Il cammino che Zaccheo inventa per incontrare Gesรน sfocia nella scoperta che Gesรน era giร in cammino per incontrarlo: โIl Figlio dellโuomo รจ venuto a cercare e salvare ciรฒ che era perdutoโ (v. 10). Spesso le nostre ricerche e i nostri cammini spirituali trovano il loro esito nella scoperta che il Signore giร ci cercava ed era in cammino verso di noi. Queste nostre ricerche sono il nostro predisporre tutto allโevento della grazia. La forza dello sguardo di Gesรน, che in Zaccheo non vede il pubblicano, il peccatore, lโuomo di bassa statura, il ricco, ma un uomo e โun figlio di Abramoโ (v. 9), conduce Zaccheo a ritrovare la vista, a redimere il suo sguardo. Ora egli
vede che dietro al denaro di cui si รจ appropriato vi sono delle persone, ora vede i poveri e interviene concretamente in loro favore (v. 8). I gesti di conversione che Zaccheo attua non nascono da un rimprovero di Gesรน, ma dallโincondizionata e stupefacente accoglienza che Gesรน gli riserva. Certo, a fronte di questo, resta sempre la possibilitร di uno sguardo non evangelizzato, uno sguardo che in Zaccheo non vede che il peccatore e in Gesรน una persona di cui scandalizzarsi: โVedendo ciรฒ, tutti mormoravano: โร andato ad alloggiare da un peccatoreโโ (v. 7). Ha scritto don Primo Mazzolari commentando questo testo: โIo posso anche non vedere il Signore: lui mi vede sempre, non puรฒ non vedermi. Io posso scantonare, lui no. Lโamore si ferma sempre e viene inchiodato dalla pietร . Io guardo e mi scandalizzo, guardo e giudico, guardo e condanno, guardo e tiro diritto: lui mi guarda, si ferma e si muove a pietร โ.
A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose



