Luciano Manicardi, Commento al Vangelo di domenica 29 Marzo 2020

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Lโ€™amore non muore con la morte

La narrazione della resurrezione di Lazzaro presenta una pedagogia alla fede cristologica (che culmina nelle parole di Marta: โ€œIo credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondoโ€: v. 27), ma contiene anche un profondo spessore umano che si puรฒ sintetizzare cosรฌ: lโ€™amore fa vivere, lโ€™amore dร  vita, lโ€™amore fa passare dalla morte alla vita.

Il testo inizia con lโ€™annuncio a Gesรน: โ€œColui che ami รจ malatoโ€ (v. 3). Il passaggio di Lazzaro dalla tomba alla compagnia dei vivi avviene tra le lacrime che Gesรน versa per lโ€™amico, spingendo i Giudei presenti a riconoscere: โ€œGuarda come lo amavaโ€ (v. 36). Il narratore specifica che โ€œGesรน amava Marta e sua sorella e Lazzaroโ€ (v. 5). Se lโ€™episodio della resurrezione di Lazzaro รจ il segno che anticipa la Pasqua di Gesรน, questo segno – il passaggio dalla morte alla vita – รจ reso possibile dallโ€™amore. Un amore concreto, personale, quotidiano, amicale, come quello che lega Gesรน a Lazzaro, un uomo che non faceva parte del gruppo dei Dodici, ma che, insieme alle sue sorelle, accoglieva Gesรน quando questi andava a Betania (Gv 12,1). Di Maria, si ricordano i gesti concreti di amore che aveva riservato a Gesรน: โ€œMaria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugรฒ i piedi con i suoi capelliโ€ (v. 2). Ma lโ€™amore non impedisce che la malattia e la morte colpiscano chi si ama, anzi proprio lโ€™amore per lโ€™amico che si ammala e muore rende ancor piรน doloroso il nostro vivere e il nostro amare. Noi conosciamo qualcosa della morte a misura del nostro amore, e questo รจ a volte il motivo che ci spinge a fuggire lโ€™amore, a porvi resistenze, a non voler amare e a non voler lasciarci amare. La paura delle sofferenze che ne possono derivare puรฒ inibire lโ€™amore. Ma questo equivale a licenziarsi dalla vita, a non voler vivere.

Gesรน ama dunque Marta, Maria e Lazzaro ma รจ lontano quando gli viene annunciato che Lazzaro รจ malato. Lโ€™amore vive anche nella distanza, nella non prossimitร  fisica, nella non immediatezza del contatto. E quando Lazzaro morirร  egli si tratterrร  ancora due giorni lร  dove si trovava. Per due volte viene rimproverato a Gesรน dalle sorelle la sua non presenza fisica accanto a Lazzaro (vv. 21.32) nella convinzione che questa avrebbe salvato Lazzaro da morte. Anche i Giudei presenti si allineeranno a questa contestazione (v. 37). Marta e Maria legano amore e vicinanza fisica. Gesรน vive un amore assolutamente autentico (e riconosciuto come tale dalla stessa folla: v. 36), ma in unโ€™alternanza di vicinanza e distanza, di prossimitร  e lontananza. Gesรน vive lโ€™amore anche nellโ€™attesa e sa che lโ€™amore non impedisce la morte. Cโ€™รจ un limite dellโ€™amare, lโ€™amare non รจ onnipotente. E anche se Lazzaro รจ ritornato in vita – a significare che lโ€™amore puรฒ operare il passaggio dalla morte alla vita – tuttavia Lazzaro dovrร  andare incontro alla morte, perchรฉ lโ€™amore non puรฒ impedire la morte. Al tempo stesso, la morte non inibisce lโ€™amore. Ecco un primo messaggio di questo racconto: il fatto che si debba morire non puรฒ e non deve trattenere dallโ€™amare, nรฉ lโ€™amore puรฒ essere visto come ciรฒ che scampa dalla morte.

Gesรน, avvertito che Lazzaro รจ malato, afferma che quella malattia non รจ per la morte ma per la manifestazione della gloria di Dio. E in realtร , quando Lazzaro morirร , si rivelerร  che anche la morte รจ occasione per manifestare la gloria di Dio che per il IV vangelo รจ la gloria dellโ€™amore. Gesรน non invita a lottare per prolungamenti estenuanti e penosi della vita, Gesรน non fa della vita nella sua dimensione biologica un feticcio, ma afferma che il vivere come lโ€™essere malati e il morire sono luoghi di possibile manifestazione della gloria di Dio, la gloria dellโ€™amore. E la gloria di amare si manifesta giร  nel coraggio con cui Gesรน affronta il viaggio per andare in Giudea sfidando la morte: Gv 11,8. Siamo di fronte allโ€™amore che vince la paura di perdere la vita a causa dellโ€™amore. Da sempre lโ€™uomo vive questa strana condizione per cui da un lato teme la morte e il morire, prova ripugnanza per il disfacimento del corpo, ma, al tempo stesso, trova la forza di dare la vita per un altro, di morire per una persona amata, per una causa giusta. Qui, lโ€™amore per Lazzaro spinge Gesรน a intraprendere un viaggio che potrebbe costargli la vita. Anche questo dice lโ€™importanza accordata da Gesรน allโ€™umanissimo rapporto dellโ€™amicizia. Le obiezioni che si possono muovere a Gesรน sono diverse. Non รจ forse un motivo troppo intimo, slegato dalla missione salvifica e al Regno di Dio, il correre rischio di morte per andare da un amico? Se succedesse, si tratterebbe della morte di un martire o di un imprudente che ha accordato troppo peso a relazioni umane? Eppure la ripetizione dei termini affettivi che legano Gesรน a Lazzaro (colui che tu ami, il nostro amico, guardate come lo amava) indicano che la realtร  vissuta da Gesรน con Lazzaro รจ lโ€™amicizia, e che la rivelazione di Dio che Gesรน compie nella sua umanitร , comprende anche la vicenda dellโ€™amicizia, dellโ€™affetto umano. Anche nellโ€™amicizia Gesรน narra la gloria di Dio, narra la potenza dellโ€™amore piรน forte della morte.

Gesรน e i discepoli si recano dunque da Lazzaro. Ed ecco il grido di Tommaso: โ€œAndiamo anche noi a morire con luiโ€ (v. 16). Grido che esprime il suo desiderio di condividere il cammino di Gesรน che, andando in Giudea, puรฒ effettivamente incontrare la morte. Grido che indica la sua volontร  di non lasciarlo solo anche in quellโ€™eventualitร  estrema.

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Giunti a Betania, il narratore annota che Lazzaro era ormai da 4 giorni nella tomba e Marta va incontro a Gesรน facendo quella che al contempo รจ una confessione di fede e una rimostranza: v. 21. Marta soffre per la morte del fratello, perchรฉ non comprende, a dispetto di ciรฒ che sa. Lei sa che tutto ciรฒ che Gesรน chiede a Dio, Dio la concede. Perchรฉ allora Gesรน non รจ venuto scongiurando la morte dellโ€™amico con la sua vicinanza? Gesรน mostra un amore che permane anche oltre la morte avvenuta, un amore che non ha come prima prioritร  quella di evitare a ogni costo la morte. E fa compiere a Marta il passaggio da un articolo di fede, la credenza nella resurrezione dei morti nellโ€™ultimo giorno, alla fede nella vita in Cristo, al vivere come Gesรน, allโ€™immergersi nella realtร  di cui Gesรน vive, che รจ il vero luogo della vita (vv. 25-26). Chi si coinvolge con Gesรน, crede in lui e cerca di vivere la vita di Gesรน, abita lโ€™amore che rimane anche attraverso la morte.

Lโ€™incontro con Maria รจ segnato dalle stesse parole che aveva pronunciato Marta. Ma manca tutta la parte di dialogo teologico sulla resurrezione. I toni sono piรน affettivi, il contesto รจ di lacrime e pianto (vv. 31.33.35.36). Anche Maria abita lโ€™idea di amore per cui la vicinanza scongiura la morte. Ma รจ piรน ripiegata sul passato, sugli affetti vissuti e ora interrotti e solo il pianto puรฒ esprimere tale dolore. Non cโ€™รจ la preoccupazione di Marta per il futuro, la resurrezione a venire, lโ€™ultimo giorno. A fronte di questi due atteggiamenti Gesรน vive il presente della morte di Lazzaro, assume tale morte e afferma che lโ€™amore non muore con la morte. Lโ€™amore vive ancora dopo la morte e ha il potere di creare un ponte tra chi รจ vivo e chi รจ morto. I vv. 32-37 rappresentano il climax emotivo del racconto. Gesรน entra in un gorgo di sentimenti che lo portano a scoppiare in lacrime. Si turba, si commuove, viene contagiato dal pianto altrui e freme per la morte dellโ€™amico. Gesรน scoppia nel pianto liberatore che riorienta le sue emozioni che, da interiori che erano, diventano visibili, si esteriorizzano, diventano corporee. Lโ€™amore non resta nascosto, ma si manifesta. Le lacrime sono lโ€™eloquenza discreta dellโ€™anima, il linguaggio del cuore. Sono la parte visibile, materiale, per quanto tremula e trasparente, del nostro desiderio. Esse uniscono mirabilmente interioritร  ed esterioritร , corpo e anima. E ci dicono qualcosa sulla sapienza del corpo esprimendo una dimensione della veritร  insita nel corpo che le parole e il discorso concettuale non sanno manifestare.

Ed ecco che, di fronte alla tomba, Gesรน comincia ad agire, Marta sembra voler frenarlo. โ€œGiร  manda cattivo odoreโ€ (v. 39). Marta รจ legata alla morte e tiene il fratello ancorato a essa, ma per Gesรน anche la morte รจ luogo di manifestazione della gloria di Dio. Il problema non รจ evitare la morte, ma cogliere che in essa si puรฒ manifestare la gloria di Dio, il suo amore. Solo un amore che assuma in toto la tragicitร  e lโ€™ineliminabilitร  della morte รจ un amore che conduce al passaggio dalla morte alla vita. Gesรน crede lโ€™amore anche davanti alla morte, Gesรน continua ad amare anche davanti al cadavere. E significativamente il comando che Gesรน impartisce dopo aver chiamato Lazzaro รจ โ€œliberatelo e lasciatelo andareโ€ (v. 44). Il comando riguarda gli astanti: Lazzaro giร  si sta muovendo senza problemi. Il problema sono quelli che lo attorniano che devono lasciarlo andare, perchรฉ lโ€™amore non trattiene, non tiene per sรฉ ma, piรน ama, piรน lascia libero lโ€™amato. Gesรน sta insegnando ad amare: non conduce a sรฉ il morto ritornato alla vita, ma insegna ad amare con libertร . Amare รจ liberare lโ€™altro. E neanche la morte puรฒ trattenere lโ€™amore. Il passaggio dellโ€™amato Lazzaro dalla morte alla vita, anticipa ciรฒ che Gesรน farร  di lรฌ a poco quando, avendo amato i suoi, li amerร  fino alla fine (Gv 13,1), consegnandosi a quella morte che non potrร  trattenerlo perchรฉ la potenza dellโ€™amore scioglie i legami degli inferi.

A cura di Luciano Manicardi – Fonte


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