Lโamore non muore con la morte
La narrazione della resurrezione di Lazzaro presenta una pedagogia alla fede cristologica (che culmina nelle parole di Marta: โIo credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondoโ: v. 27), ma contiene anche un profondo spessore umano che si puรฒ sintetizzare cosรฌ: lโamore fa vivere, lโamore dร vita, lโamore fa passare dalla morte alla vita.
Il testo inizia con lโannuncio a Gesรน: โColui che ami รจ malatoโ (v. 3). Il passaggio di Lazzaro dalla tomba alla compagnia dei vivi avviene tra le lacrime che Gesรน versa per lโamico, spingendo i Giudei presenti a riconoscere: โGuarda come lo amavaโ (v. 36). Il narratore specifica che โGesรน amava Marta e sua sorella e Lazzaroโ (v. 5). Se lโepisodio della resurrezione di Lazzaro รจ il segno che anticipa la Pasqua di Gesรน, questo segno – il passaggio dalla morte alla vita – รจ reso possibile dallโamore. Un amore concreto, personale, quotidiano, amicale, come quello che lega Gesรน a Lazzaro, un uomo che non faceva parte del gruppo dei Dodici, ma che, insieme alle sue sorelle, accoglieva Gesรน quando questi andava a Betania (Gv 12,1). Di Maria, si ricordano i gesti concreti di amore che aveva riservato a Gesรน: โMaria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugรฒ i piedi con i suoi capelliโ (v. 2). Ma lโamore non impedisce che la malattia e la morte colpiscano chi si ama, anzi proprio lโamore per lโamico che si ammala e muore rende ancor piรน doloroso il nostro vivere e il nostro amare. Noi conosciamo qualcosa della morte a misura del nostro amore, e questo รจ a volte il motivo che ci spinge a fuggire lโamore, a porvi resistenze, a non voler amare e a non voler lasciarci amare. La paura delle sofferenze che ne possono derivare puรฒ inibire lโamore. Ma questo equivale a licenziarsi dalla vita, a non voler vivere.
Gesรน ama dunque Marta, Maria e Lazzaro ma รจ lontano quando gli viene annunciato che Lazzaro รจ malato. Lโamore vive anche nella distanza, nella non prossimitร fisica, nella non immediatezza del contatto. E quando Lazzaro morirร egli si tratterrร ancora due giorni lร dove si trovava. Per due volte viene rimproverato a Gesรน dalle sorelle la sua non presenza fisica accanto a Lazzaro (vv. 21.32) nella convinzione che questa avrebbe salvato Lazzaro da morte. Anche i Giudei presenti si allineeranno a questa contestazione (v. 37). Marta e Maria legano amore e vicinanza fisica. Gesรน vive un amore assolutamente autentico (e riconosciuto come tale dalla stessa folla: v. 36), ma in unโalternanza di vicinanza e distanza, di prossimitร e lontananza. Gesรน vive lโamore anche nellโattesa e sa che lโamore non impedisce la morte. Cโรจ un limite dellโamare, lโamare non รจ onnipotente. E anche se Lazzaro รจ ritornato in vita – a significare che lโamore puรฒ operare il passaggio dalla morte alla vita – tuttavia Lazzaro dovrร andare incontro alla morte, perchรฉ lโamore non puรฒ impedire la morte. Al tempo stesso, la morte non inibisce lโamore. Ecco un primo messaggio di questo racconto: il fatto che si debba morire non puรฒ e non deve trattenere dallโamare, nรฉ lโamore puรฒ essere visto come ciรฒ che scampa dalla morte.
Gesรน, avvertito che Lazzaro รจ malato, afferma che quella malattia non รจ per la morte ma per la manifestazione della gloria di Dio. E in realtร , quando Lazzaro morirร , si rivelerร che anche la morte รจ occasione per manifestare la gloria di Dio che per il IV vangelo รจ la gloria dellโamore. Gesรน non invita a lottare per prolungamenti estenuanti e penosi della vita, Gesรน non fa della vita nella sua dimensione biologica un feticcio, ma afferma che il vivere come lโessere malati e il morire sono luoghi di possibile manifestazione della gloria di Dio, la gloria dellโamore. E la gloria di amare si manifesta giร nel coraggio con cui Gesรน affronta il viaggio per andare in Giudea sfidando la morte: Gv 11,8. Siamo di fronte allโamore che vince la paura di perdere la vita a causa dellโamore. Da sempre lโuomo vive questa strana condizione per cui da un lato teme la morte e il morire, prova ripugnanza per il disfacimento del corpo, ma, al tempo stesso, trova la forza di dare la vita per un altro, di morire per una persona amata, per una causa giusta. Qui, lโamore per Lazzaro spinge Gesรน a intraprendere un viaggio che potrebbe costargli la vita. Anche questo dice lโimportanza accordata da Gesรน allโumanissimo rapporto dellโamicizia. Le obiezioni che si possono muovere a Gesรน sono diverse. Non รจ forse un motivo troppo intimo, slegato dalla missione salvifica e al Regno di Dio, il correre rischio di morte per andare da un amico? Se succedesse, si tratterebbe della morte di un martire o di un imprudente che ha accordato troppo peso a relazioni umane? Eppure la ripetizione dei termini affettivi che legano Gesรน a Lazzaro (colui che tu ami, il nostro amico, guardate come lo amava) indicano che la realtร vissuta da Gesรน con Lazzaro รจ lโamicizia, e che la rivelazione di Dio che Gesรน compie nella sua umanitร , comprende anche la vicenda dellโamicizia, dellโaffetto umano. Anche nellโamicizia Gesรน narra la gloria di Dio, narra la potenza dellโamore piรน forte della morte.
Gesรน e i discepoli si recano dunque da Lazzaro. Ed ecco il grido di Tommaso: โAndiamo anche noi a morire con luiโ (v. 16). Grido che esprime il suo desiderio di condividere il cammino di Gesรน che, andando in Giudea, puรฒ effettivamente incontrare la morte. Grido che indica la sua volontร di non lasciarlo solo anche in quellโeventualitร estrema.
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Giunti a Betania, il narratore annota che Lazzaro era ormai da 4 giorni nella tomba e Marta va incontro a Gesรน facendo quella che al contempo รจ una confessione di fede e una rimostranza: v. 21. Marta soffre per la morte del fratello, perchรฉ non comprende, a dispetto di ciรฒ che sa. Lei sa che tutto ciรฒ che Gesรน chiede a Dio, Dio la concede. Perchรฉ allora Gesรน non รจ venuto scongiurando la morte dellโamico con la sua vicinanza? Gesรน mostra un amore che permane anche oltre la morte avvenuta, un amore che non ha come prima prioritร quella di evitare a ogni costo la morte. E fa compiere a Marta il passaggio da un articolo di fede, la credenza nella resurrezione dei morti nellโultimo giorno, alla fede nella vita in Cristo, al vivere come Gesรน, allโimmergersi nella realtร di cui Gesรน vive, che รจ il vero luogo della vita (vv. 25-26). Chi si coinvolge con Gesรน, crede in lui e cerca di vivere la vita di Gesรน, abita lโamore che rimane anche attraverso la morte.
Lโincontro con Maria รจ segnato dalle stesse parole che aveva pronunciato Marta. Ma manca tutta la parte di dialogo teologico sulla resurrezione. I toni sono piรน affettivi, il contesto รจ di lacrime e pianto (vv. 31.33.35.36). Anche Maria abita lโidea di amore per cui la vicinanza scongiura la morte. Ma รจ piรน ripiegata sul passato, sugli affetti vissuti e ora interrotti e solo il pianto puรฒ esprimere tale dolore. Non cโรจ la preoccupazione di Marta per il futuro, la resurrezione a venire, lโultimo giorno. A fronte di questi due atteggiamenti Gesรน vive il presente della morte di Lazzaro, assume tale morte e afferma che lโamore non muore con la morte. Lโamore vive ancora dopo la morte e ha il potere di creare un ponte tra chi รจ vivo e chi รจ morto. I vv. 32-37 rappresentano il climax emotivo del racconto. Gesรน entra in un gorgo di sentimenti che lo portano a scoppiare in lacrime. Si turba, si commuove, viene contagiato dal pianto altrui e freme per la morte dellโamico. Gesรน scoppia nel pianto liberatore che riorienta le sue emozioni che, da interiori che erano, diventano visibili, si esteriorizzano, diventano corporee. Lโamore non resta nascosto, ma si manifesta. Le lacrime sono lโeloquenza discreta dellโanima, il linguaggio del cuore. Sono la parte visibile, materiale, per quanto tremula e trasparente, del nostro desiderio. Esse uniscono mirabilmente interioritร ed esterioritร , corpo e anima. E ci dicono qualcosa sulla sapienza del corpo esprimendo una dimensione della veritร insita nel corpo che le parole e il discorso concettuale non sanno manifestare.
Ed ecco che, di fronte alla tomba, Gesรน comincia ad agire, Marta sembra voler frenarlo. โGiร manda cattivo odoreโ (v. 39). Marta รจ legata alla morte e tiene il fratello ancorato a essa, ma per Gesรน anche la morte รจ luogo di manifestazione della gloria di Dio. Il problema non รจ evitare la morte, ma cogliere che in essa si puรฒ manifestare la gloria di Dio, il suo amore. Solo un amore che assuma in toto la tragicitร e lโineliminabilitร della morte รจ un amore che conduce al passaggio dalla morte alla vita. Gesรน crede lโamore anche davanti alla morte, Gesรน continua ad amare anche davanti al cadavere. E significativamente il comando che Gesรน impartisce dopo aver chiamato Lazzaro รจ โliberatelo e lasciatelo andareโ (v. 44). Il comando riguarda gli astanti: Lazzaro giร si sta muovendo senza problemi. Il problema sono quelli che lo attorniano che devono lasciarlo andare, perchรฉ lโamore non trattiene, non tiene per sรฉ ma, piรน ama, piรน lascia libero lโamato. Gesรน sta insegnando ad amare: non conduce a sรฉ il morto ritornato alla vita, ma insegna ad amare con libertร . Amare รจ liberare lโaltro. E neanche la morte puรฒ trattenere lโamore. Il passaggio dellโamato Lazzaro dalla morte alla vita, anticipa ciรฒ che Gesรน farร di lรฌ a poco quando, avendo amato i suoi, li amerร fino alla fine (Gv 13,1), consegnandosi a quella morte che non potrร trattenerlo perchรฉ la potenza dellโamore scioglie i legami degli inferi.
A cura di Luciano Manicardi – Fonte
