Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 28 Maggio 2023

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Lo Spirito e il corpo

โœ๏ธย Commento al brano del Vangelo dellaย Messa del giorno:ย โœย Gv 20,19-23

La solennitร  della Pentecoste dispone il credente a contemplareย lโ€™ultimo dono del Signore Gesรน,ย il suo ulteriore atto di amoreย dopo i tanti che hanno costellato la sua vita e dopo quellโ€™atto estremo di amore che per Gesรน รจ stata la sua morte. Il Risorto, cosรฌ come il Crocifisso e come lโ€™uomo Gesรน di Nazaret, sempre dona, sempre ama. Cosa fa il Risorto? Dona. Dona lo Spirito. Trasmette la sua vita. Alita sui discepoli il respiro che lo ha fatto vivere, trasmette loro la forza e la dolcezza del suo vivere affinchรฉ anchโ€™essi siano capaci di tale forza e di tale dolcezza. E il vangelo (Gv 20,19-23) sottolinea che lo Spirito proviene dal corpo del Risorto. รˆ dal corpo di Cristo, luogo del suo vivere e del suo amare, che il Risorto dona lo Spirito.

Il Risorto โ€œmostrรฒ ai discepoli le mani e il fiancoโ€ (cf. Gv 20,20): รจ dal corpo che ha vissuto e amato che procede lo Spirito. Lo Spirito effuso procede dal corpo che porta le ferite dellโ€™amore, provocate dallโ€™amare, perchรฉ amare รจ sempre rischioso, รจ esporsi, รจ mostrarsi nella vulnerabilitร  che รจ la condizione piรน radicalmente e autenticamente umana. Perchรฉ amare รจ anche perdere. Fino a perdere la vita. Il Risorto glorioso che si presenta con il corpo ferito visibilizza il corpo come atto di amore, come trasfigurato dallโ€™amare, come risignificato dallโ€™amore vissuto e sofferto. Piรน che mai nel Risorto la passione della sofferenza e della morte รจ integrata e assunta nella passione dellโ€™amare. Lo Spirito donato dal Risorto non fa che ricordare Cristo ai discepoli, non รจ che memoria dellโ€™amore di Cristo,ย memoria che istruisce, che insegna ad amare come Cristo ha amato. Ha detto Gesรน: โ€œLo Spirito santo vi insegnerร  ogni cosa e vi ricorderร  tutto ciรฒ che io vi ho dettoโ€ (Gv 14,26). Ecco lo Spiritoย magister amorisย oย magister charitatis. Lo Spirito, ricordando Cristo, insegna lโ€™amore.

Lo Spirito, come dono che proviene dal corpo del Crocifisso Risorto passa in altri corpi, i corpi dei discepoli, che cosรฌ conoscono la gioia (โ€œi discepoli gioirono al vedere il Signoreโ€: Gv 20,20), e plasma un corpo di corpi che รจ la comunitร  cristiana. Se il corpo dona lo Spirito, lo Spirito del Risorto รจ memoria del corpo di Gesรน, che trapassa nel corpo dei discepoli per divenire alito e respiro dei discepoli stessi. E come il Risorto dona il suo Spirito attraverso il suo corpo amante, cosรฌ non vi รจ altra via per donare lo Spirito nel cristianesimo che non sia il corpo, il corpo che ama, il corpo che si fa atto di amore e di donazione. La comunicazione di vita che avviene mediante lo Spirito non รจ intellettuale o intimistica, cerebrale o spiritualistica, ma avviene da corpo a corpo: dal corpo del Risorto al corpo del discepolo. Accogliere lo Spirito รจ dunque esperienza del corpo, avviene nel corpo, impegna la relazionalitร  corporea delle persone. La seconda lettura (1Cor 12,3b-7.12-13) afferma che lโ€™azione dello Spirito, che compagina individuo e comunitร , che fa convivere in unitร  i diversi, i differenti modi di sentire e di pensare, si fonda sull’esperienza delย corpo come comunitร .

Paolo parla della comunitร  come di un corpo, ma questa immagine si fonda sulla realtร  delย corpo umano come comunitร  formata di organi diversi e di diversa importanza, in cui รจ essenziale che vi sia il rispetto dei ruoli reciproci, e soprattutto che vi sia armonia ed equilibrio. La proporzione e lโ€™armonia che devono regnare nel corpo comunitario trovano la propria immagine fondante nellโ€™esperienza della proporzione, dellโ€™equilibrio e dellโ€™armonia degli organi del corpo umano. Infine, la pagina degli Atti (At 2,1-11) parla dello Spirito evocando le immagini del vento, del fuoco, del tuono. Quasi a dire cheย lโ€™esperienza del corpo della terra, del corpo della natura, del corpo del creato, del vento, delle fiamme e del tuono, come delle tante altre realtร  fisiche che la Bibbia utilizza come simbolo dello Spirito (p. es., lโ€™acqua), sia la premessa per accedere anche allโ€™esperienza dello Spirito. Del resto, per la Bibbia lo Spirito รจ diffuso su tutta la terra (cf. Sap 1,7), attraversa e anima il creato, abita il creato e lo porta a gemere e a levare a Dio preghiere e aneliti di redenzione (Rm 8,19-22). Queste esperienze diventano, sotto il soffio dello Spirito, esperienze di amore: del creato, degli altri, di sรฉ, del Signore. Questa lโ€™opera di unificazione che lo Spirito attua. Fare di noi e dei nostri corpi degli atti di amore.

Nel giorno in cui al cuore della festa cโ€™รจ lo Spirito santo, siamo dunque condotti a considerare la centralitร  del corpo: il corpo di Gesรน, il corpo dei discepoli, il corpo che รจ la chiesa. Lโ€™unitร  delle tre letture si fa attorno al tema del corpo. Il vangelo presenta il Risorto che compie unโ€™ostensione del proprio corpo mostrando mani e fianco e trasmette lo Spirito alitando sui discepoli. Nella pagina degli Atti lo Spirito che riempie i discepoli, รจ espresso dal vento, dal fuoco e dal tuono, si manifesta con unโ€™azione talmente sconcertante che molti la interpretano erroneamente come ebbrezza, come alterazione del corpo umano. In realtร , lโ€™azione dello Spirito diviene nei discepoli finezza di discernimento dellโ€™altro. Diviene capacitร  di parlare a tutti, e non solo con diverse lingue, ma comunicando al cuore di ciascuno degli astanti con la parola, ma anche con lโ€™ascolto. Coloro che sentono i Galilei parlare le loro lingue native, si sentono ascoltati e compresi in ciรฒ che sono, nella loro provenienza e nella loro storia. Infine, nella seconda lettura, lo Spirito รจ lโ€™invisibile unitร  che regge e compagina la visibile diversitร  della comunitร  cristiana e la tiene connessa come un corpo. รˆ ciรฒ che dร  unitร  e coesione al corpo comunitario.

Un ulteriore elemento di unitร  tra le letture concerne la dimensione comunitaria dellโ€™azione dello Spirito. Nel vangelo lo Spirito del Risorto porta pace alla comunitร : โ€œPace a voiโ€ (Gv 20,19.21). E lo Spirito abilita al perdono, che รจ ciรฒ che consente lo svolgersi della vita ecclesiale, รจ la conditio sine qua non della vita comunitaria. Secondo gli Atti degli Apostoli lo Spirito scende sui discepoli quando questi sono radunati tutti insieme, in uno stesso luogo (At 2,1), ma soprattutto, nellโ€™unanimitร . Lo Spirito non รจ privilegio di qualcuno o prerogativa personale, ma dono comunitario che si personalizza certamente in ciascuno, ma รจ dato a tutti, รจ dato alla comunitร . E la sua azione รจ apertura e discernimento di altri, di stranieri, รจ capacitร  di far sentire accolte e riconosciute le persone piรน disparate. Nella prima lettera ai cristiani di Corinto, lo Spirito fa sรฌ che la comunitร  sia veramente tale, sia cioรจ un corpo (1Cor 12,12). Esso regola i rapporti tra i membri della comunitร , crea l’armonia di cui la comunitร  ha bisogno e cerca di tenere in equilibrio i rapporti fra individuo e comunitร , fra ciascuno e tutti, che nel vivere quotidiano sono spesso causa di tensioni, incomprensioni, lamenti, recriminazioni, durezze, diffidenze, indifferenze reciproche. Sono causa di conflitti.

Il testo che esplicitamente tratta della Pentecoste รจ il brano degli Atti degli Apostoli. Esso ci situa al compiersi del โ€œcinquantesimo giornoโ€ dalla Pasqua (At 2,1), nel corso di quella festa che in Israele era divenuta, dalle sue origini agricole, memoria dellโ€™alleanza sinaitica e del dono della legge. Un testo di Filone di Alessandria parla dellโ€™evento sinaitico con le stesse espressioni e immagini che troviamo in Atti 2: โ€œUn rombo invisibile si era prodotto nellโ€™aria. Un vento si era articolato in parole e aveva trasformato lโ€™aria in fuoco fiammeggiante. Una voce era scesa dal cielo e si era divisa nel dialetto proprio di ciascun spettatore che era presente al Sinaiโ€. Sempre, quando รจ pronunciata, la Parola si divide su ciascuno degli uditori e diviene molteplice nelle comprensioni, negli ascolti, nelle interpretazioni, nelle recezioni dei destinatari.

Il testo di Atti dice che lo Spirito santo rende capaci di parlare, suscita la potenza comunicativa di coloro che erano riuniti nello stesso luogo e che cominciarono a parlare le lingue degli altri. La comunitร  cristiana nata dallo Spirito vive lโ€™amore anzitutto come capacitร  di ascoltare lโ€™ascolto dellโ€™altro, di percepire la capacitร  di ascolto di ciascuno e di rivolgersi a lui con il linguaggio che lui puรฒ comprendere. Certo, che quei semplici Galilei inizino ad annunciare le grandi opere di Dio nelle lingue dei presenti, non puรฒ che suscitare stupore, sbigottimento, turbamento, meraviglia. Sorgono domande: โ€œChe cosa significa questo?โ€ (At 2,12).

Come mai questi poveri uomini riescono a comunicare con persone cosรฌ diverse? Lo Spirito appareย forza comunicativa e relazionale, che si oppone all’isolamento, alla chiusura in sรฉ.ย Lo Spirito crea relazione e spinge la chiesa a farsi dialogo. Lo Spirito genera in chi lo accoglie laย capacitร  di fine penetrazione del cuore dellโ€™altro, di discernimento delle sue capacitร  di ascolto e di adattamento ad esse, e diviene capacitร  diย trasmettereย con delicatezza e forza, con dolcezza ed efficacia lโ€™amore di Dio, quellโ€™amore che sta dietro a tutte le grandi azioni di Dio nella storia. Come appare molto bene dal Salmo 136 dove a ogni azione di Dio elencata fa seguito il ritornello โ€œperchรฉ l’amore del Signore รจ per sempreโ€ o anche โ€œรจ per il mondoโ€. Lโ€™azione dello Spirito si esprime come capacitร  comunicativa, di ascolto e di parola, e rende i cristiani uomini e donne di ascolto e di dialogo.

A cura di: Luciano Manicardi

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Per gentile concessione del Monastero di Bose