Luciano Manicardi – Commento al Vangelo di domenica 24 Luglio 2022

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La preghiera del povero

Il vangelo odierno (Lc 11,1-13) presenta lโ€™insegnamento di Gesรน sulla preghiera. Vedendo Gesรน pregare, i suoi discepoli gli chiedono di insegnare loro a pregare, come anche Giovanni aveva insegnato ai suoi discepoli. Lungi dallโ€™essere uno spontaneo manifestarsi di un impulso interiore, la preghiera รจ ricevuta attraverso una tradizione. โ€œรˆ attraverso una tradizione vivente che lo Spirito santo insegna a pregare ai figli di Dio, nella chiesa โ€˜che crede e pregaโ€™โ€ (Catechismo della Chiesa Cattolicaย n. 2650). Questa trasmissione onora e rispetta ciรฒ che la preghiera รจ in veritร : un dono. Alla preghiera si puรฒ essere certamente introdotti da un padre spirituale, ma il primo, privilegiato e non rimpiazzabile luogo di formazione alla preghiera รจ la liturgia. Essa รจ suscitata nellโ€™uomo dallโ€™azione di Dio nella forza dello Spirito: la preghiera della chiesa non รจ soloย leitourghรญa, azione comune, ma ancheย opus Dei, azione di (genitivo soggettivo) Dio. Ricordare la liturgia come magistero di preghiera รจ essenziale per evitare le sempre possibili cadute nel devozionale e nel pietistico.

Decisiva nella preghiera รจ la categoria dellaย filialitร . Ilย Pater, la preghiera che il Signore ci ha insegnato, non รจ tanto una formula da imparare a memoria, ma la norma della preghiera cristiana e la sintesi del vangelo ((lex orationis;ย breviarium totius evangelii: Tertulliano), un canovaccio di vita cristiana che guida il credente a entrare nella relazione con il Padre, nel Figlio Gesรน Cristo, per mezzo dello Spirito. Pregare significa entrare sempre piรน in profonditร  nella dimensione di figli di Dio.

Nella preghiera del Signore (Lc 11,2-4) le domande fondamentali dellโ€™uomo alle prese con la vita e con la morte (Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?) trovano indicazioni di risposta. Io sono una creatura, amata e chiamata per nome da Dio Padre. Io sono anche un essere fragile, fallibile e peccatore, che ha bisogno del perdono come del pane quotidiano e che prega per non essere abbandonato in balia delle prove e per non soccombere nelle tentazioni.

Nella mia piccolezza amata da Dio io sono anche destinato al Regno, chiamato alla santificazione, a vivere lโ€™oggi narrando la santitร  di Dio con un agire improntato a giustizia e caritร . Radicato in un passato che, in ultima istanza, รจ sotto il segno della paternitร  amorosa di Dio e lo situa nellaย fede, il credente vive il presente praticando laย caritร ย e il perdono verso i fratelli e si apre conย speranzaย al futuro attendendo la venuta gloriosa del Signore e la comunione con lui nel Regno.

Luca sottolinea che la preghiera ha la capacitร  di forgiare lโ€™uomo rendendolo unย povero: chiedere, cercare e bussare (Lc 11,9) sono i gesti propri del mendicante, del cercatore, del pellegrino. Ed รจ proprio del povero anche lโ€™atteggiamento di apertura e fiducia nei confronti di Colui che puรฒ donare. รˆ la fiducia che puรฒ abitare nella relazione traย amici, come afferma la breve parabola dellโ€™amico importuno (cf. Lc 11,5-8). Pregare significa entrare nelle dimensioni dellโ€™amiciziaย e dellaย povertร ย nei confronti del Signore. Se il passo parallelo di Matteo afferma che Dio darร  โ€œcose buoneโ€ a coloro che le domandano (Mt 7,11), Luca parla dello โ€œSpirito santoโ€ come del dono che il Signore non fa mancare ai suoi fedeli (Lc 11,13). Lo Spirito รจ il dono dei doni, il dono veramente essenziale, quello che consente allโ€™uomo di assumere il volere di Dio e farlo proprio giungendo cosรฌ a pregare nel nome del Signore Gesรน e a vivere nella libertร  dei figli di Dio.

Non deve stupire che la preghiera di cui qui si parla sia essenzialmente preghiera di domanda. La domanda esprime filialitร  e povertร . Lโ€™esperienza ci dice che รจ solo allโ€™interno di un rapporto di fiducia e davanti a una persona di cui ci fidiamo totalmente, ovvero, da cui ci sappiamo amati senza riserve, che noi osiamo porre ogni tipo di domanda senza timore. Dunque:ย il coraggio di domandare nasce dalla fiducia ed esprime fiducia. รˆ a chi ci ama che noi domandiamo con fiducia: il domandare di Gesรน stesso nella sua preghiera รจ anzitutto riconoscimento dellโ€™amore del Padre per lui.

La preghiera di domanda in bocca a Gesรน esprime desiderio e attesa, e la fiducia che la attraversa non dice la sicurezza di colui che giร  sa come vanno a finire le cose, ma esprime il suo abbandono alla bontร  del Padre (cf. Mt 7,9-11). Egliย credeย che ciรฒ che domanda gli sarร  concesso. E cosรฌ insegna a fare ai suoi discepoli: โ€œTutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo giร  ottenuto e vi accadrร โ€ (Mc 11,24). Essenziale nel fondare la fiducia del domandare รจ il fatto che il Padre โ€œsaโ€, โ€œconosceโ€ ciรฒ di cui gli uomini hanno bisogno (cf. Mt 6,8), ancor prima che glielo domandino.

Che Gesรน insegni a domandare a Colui che giร  sa il bisogno umano indica che il suo Dio รจ attento e desideroso di incontrare lโ€™uomo, non semplicemente di sopperire al suo bisogno: รจ un padre che vuole dialogare e entrare in relazione con i suoi figli. Ovvero, nel Dio narrato da Gesรน di Nazaret cโ€™รจ unโ€™accoglienza previa, un sรฌ radicale detto allโ€™uomo, unaย fiducia nellโ€™uomo. Lโ€™immagine di Dio manifestata da Gesรน รจ quella di chi sa che lโ€™uomo รจ anche bisogno e mancanza, ed รจ con questโ€™uomo che egli vuole entrare in relazione, รจ questโ€™uomo che egli ama come un padre ama il proprio figlio.

Lโ€™insegnamento di Gesรน sulla preghiera di domanda trova il suo vertice nellโ€™espressione: โ€œChiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร  apertoโ€ (Lc 11,9). Che significano queste parole che sono smentite dal nostro frequente chiedere e non ottenere? Certamente esortano alla perseveranza e alla fiducia, ma prima ancora rivelano la figura dellโ€™orante. Chi รจ colui che prega?

Anzitutto, una persona in ricerca: โ€œCercateโ€! Non ritenetevi giร  arrivati, non pensate di possedere, ma restate nel dinamismo della ricerca. Tenete vivo il desiderio e custodite in voi il vuoto che vi spinge a cercare. Chi รจ nel dinamismo della ricerca non si sazia del presente, del โ€œgiร โ€. Chi prega รจ un cercatore di Dio, e ilย quaerere Deumย รจ il sigillo di una vita di preghiera. E Dio lo si cerca scrutando le Scritture, nellโ€™azione liturgica, nel fratello, nella storia. Ma non lo si possiede mai. Il vero orante non solo sa bene di non possedere Dio, anzi, se egli non smette di cercare ogni giorno, lo fa sapendo che Dio stesso ha cercato lui per primo (cf. 1Gv 4,10). La rivelazione presenta Dio stesso in cerca dellโ€™uomo, lo presenta come il condiscendente, colui che scende lร  dove si trova lโ€™uomo. E questa ricerca trova il suo apice in Gesรน:ย quaerens me sedisti lassus. โ€œNella tua ricerca di me, ti sei seduto stancoโ€: la frase, tratta dalย Dies irae, esprime la veritร  di fede che, prima di essere noi dei cercatori di Dio, รจ Dio stesso che, in Cristo, si รจ fatto cercatore dellโ€™uomo.

Lโ€™uomo che prega, poi, รจ come un viandante o un pellegrino che รจ in cammino e che bussa alla porta di una casa per trovare alloggio. รˆ un pellegrino come lo รจ stato Dio stesso che ha accompagnato la peregrinazione del popolo nellโ€™esodo, che รจ andato in esilio con il suo popolo quando la sua gloria ha abbandonato il tempio per seguire il popolo nella deportazione. Il Dio biblico รจ stato compagno di viaggio del popolo nel cammino del deserto. Il Cristo appare anche lui come un viandante che fa strada con i due di Emmaus che lasciano Gerusalemme e poi si lascia ospitare nella loro casa (cf. Lc 24,13-35). E anche ora egli resta colui che sta alla porta e bussa in attesa che i credenti gli aprano. โ€œIo sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrรฒ da lui, cenerรฒ con lui ed egli con meโ€ (Ap 3,20). Prima di essere noi che bussiamo alla porta di Dio, รจ Dio stesso che, in Cristo, bussa alla nostra porta.

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Infine, colui che prega รจ un uomo che domanda, che non รจ autosufficiente, ma riconosce di aver bisogno di altri. Domandare รจ un atto umano non scontato. Come giร  detto, il domandare implica la fiducia in colui a cui si domanda. E poi, in veritร , ogni autentica domanda รจ sempre unaย domanda di amore. Domandando, chiediamo di essere amati. Colui che domanda รจ umile, e lโ€™uomo di preghiera รจ unย pellegrino del sensoย e un umile cercatore di Dio che non procede con affermazioni perentorie, ma con sussurrate domande. Chi domanda si espone allโ€™altro nella sua povertร , chiede di essere accolto, accetta di rendere lโ€™altro partecipe del suo bisogno, della sua mancanza.

Ma la storia di Dio con lโ€™uomo inizia proprio con la domanda che Dio pone nella sua ricerca dellโ€™uomo: โ€œDove sei, Adamo?โ€ (Gen 3,9); e Gesรน si rivolge allโ€™uomo con analoghe domande: โ€œChe cosa cercate?โ€ (Gv 1,38); โ€œChi cerchi?โ€ (Gv 20,15). Cioรจ, prima di essere lโ€™uomo che cerca, bussa e chiede, Dio stesso รจ colui che cerca lโ€™uomo, bussa alla porta del suo cuore, lo interpella. Dio stesso รจ colui che fa fiducia allโ€™uomo e lo interroga, che lo cerca, che bussa alla sua porta. Dio stesso รจ colui che anzitutto prega lโ€™uomo. รˆ dunque in Dio, e in Gesรน Cristo, sua immagine tra gli uomini, che lโ€™uomo trova il modello del suo pregare. Ecco perchรฉ โ€œchi cerca trova, chi chiede riceve e a chi bussa sarร  apertoโ€, non tanto perchรฉ ottenga qualcosa, ma perchรฉ chi chiede, cerca e bussa si trova nella situazione di Dio stesso, entra nel modo di essere di Dio, nella vita di Dio. Ovvero, โ€œriceve lo Spirito santoโ€ (cf. Lc 11,13).

A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose