Una nascita che รจ giร resurrezione
Maria apre la strada al Signore. Potremmo dire che questo รจ il contenuto essenziale del vangelo della quarta domenica di Avvento che ci introduce alla contemplazione dellโincarnazione con la memoria della nascita di Gesรน. Giovanni Battista ha aperto la strada al Signore con la sua predicazione e la sua testimonianza nel deserto, Maria apre la strada al Messia facendosi sua dimora, facendo del suo corpo il luogo di accoglienza del Signore.
Dal punto di vista del genere letterario, il brano dellโannunciazione (Lc 1,26-38) รจ un testo misto, un racconto di nascita prodigiosa ma anche di vocazione. Si narra la nascita di Gesรน per opera dello Spirito di Dio, ma si presenta anche la vocazione di Maria. Il parallelismo tra il nostro testo e il passo di Giudici 6,11-24, che narra la vocazione e il conferimento di una missione a Gedeone mostra che tale racconto รจ presente in filigrana dietro al nostro testo che ne riceve una chiara connotazione di racconto di vocazione.
La pagina lucana narra dunque la vocazione di Maria. Vocazione che irrompe dall’alto, come mostra il sopraggiungere dellโangelo Gabriele, lโangelo che rappresenta la forza di Dio, quella forza che biblicamente consiste nella parola di Dio abitata e accompagnata dal suo Spirito. La vicenda che si svolge รจ della piรน ordinaria quotidianitร ma resa straordinaria dalla parola di Dio che la illumina di luce nuova e inattesa. Lโimpensato, lโirregolare – una gravidanza fuori dal matrimonio – viene colto come evento dello Spirito e intervento di Dio nella vita umana. Del resto, giร lโAT presenta una lunga storia di interventi divini che si manifestano negli anfratti dolorosi o irregolari dellโesistenza umana: donne sterili e coppie impossibilitate a procreare divengono lo spazio per lโintervento divino, per il rinnovamento della promessa e la prosecuzione della storia di salvezza.
Il nostro testo inizia con una notazione cronologica che colloca lโintero episodio nel quadro della gravidanza iniziata da Elisabetta, โla sterileโ. Siamo โal sesto meseโ del concepimento di Giovanni Battista. E, in continuitร e differenza con la vicenda di Elisabetta, appare Maria, non sterile, ma vergine, che non ha relazioni sessuali con un uomo, come lei stessa afferma al v. 34 (โNon conosco uomoโ). Dallโimpossibilitร a generare si passa a due concepimenti e a due nascite. Da una vergine, Maria, nasce un figlio, e segno di questa nascita รจ il figlio concepito da una sterile, Elisabetta: da situazioni di morte lโintervento di Dio suscita vita. Possiamo cogliere il nostro testo, che ci introduce al Natale, come racconto di resurrezione.
Siamo di fronte alla vicenda di Miriam e Josef, fidanzati in attesa di sposarsi e di andare a vivere insieme. Ma in questa vita quotidiana si fa strada del nuovo. Certo, il testo parla di un angelo, dunque un messaggero divino, ma poi fa ampio ricorso a frasi tratte dalla Scrittura per intessere i dialoghi tra lโangelo e Maria, e parla di un cammino interiore di Maria che si disegna a partire dalle parole dellโangelo. Lโannuncio รจ chiaro: ciรฒ che sta avvenendo viene da Dio. Tipico dellโagire di Dio รจ lโelezione del minore a scapito del maggiore, la preferenza accordata al povero e non al potente: ora Dio posa il suo sguardo elettivo sulla ragazza di Nazaret. Il saluto iniziale dellโangelo, Rallegrati, non รจ solo una formula di saluto, ma lโinvito profetico a gioire per salutare la venuta del Signore in mezzo al popolo. โRallegrati grandemente, figlia di Sion, โฆ il Signore, รจ in mezzo a teโ (Sof 3,14-15); โRallegrati grandemente, figlia di Sion, ecco a te viene il tuo reโ (Zac 9,9:); โGioisci, esulta, figlia di Sion, perchรฉ ecco io vengo ad abitare in mezzo a te, nel tuo seno, dice il Signoreโ (Zac 2,24-25.). Lโinvito a gioire per la visita di Dio negli ultimi tempi diviene lโinvito a gioire rivolto a Maria per ciรฒ che Dio sta per compiere in lei. Lo straordinario della storia di salvezza si concentra e si fa ordinario nella vicenda di una persona semplice come la giovane Maria di Nazaret. Piena di grazia, o meglio, โdonna trasformata dalla graziaโ di Dio, resa accetta a Dio. Questa espressione indica che non รจ per meriti o titoli suoi che Maria conosce questa elezione, ma solo in virtรน della gratuita azione divina.
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Infine, Il Signore รจ con te: espressione che nellโAT indica le persone a cui Dio ha affidato una missione di rilievo nellโambito della storia di salvezza: a Mosรจ, quando ha ricevuto lโincarico di far uscire il popolo dโIsraele dallโEgitto, a Giosuรจ quando ha dovuto far entrare il popolo nella terra promessa, ed รจ unโespressione che denota sempre, in colui a cui รจ rivolta, una dimensione di piccolezza, di debolezza, di impotenza. Mosรจ non sa parlare, Geremia รจ troppo giovane, David รจ il piรน piccolo dei suoi fratelli, e cosรฌ via. Anche Maria รจ in una situazione di debolezza. Anzi, come mostra la prima reazione di Maria alle parole dellโangelo, la sua situazione รจ veramente paradossale. Tanto che Maria entra nel turbamento e si domanda che senso abbia tale saluto. La chiamata che il Signore le rivolge giunge a turbarla e a sconvolgerla, non a rassicurarla. Maria si smarrisce, รจ come persa di fronte a quelle parole che non sa dove possano condurla e che la strappano alla situazione โnormaleโ in cui prima si trovava. Allora lโangelo va incontro alla reazione di Maria con nuove parole. Anzitutto: Non temere. Questo comando รจ in realtร una promessa, un invito alla fiducia, come appare dallโaltra espressione dellโangelo: Hai trovato grazia presso Dio. Trovare grazia presso qualcuno significa che un superiore assume una disposizione favorevole di fronte a un inferiore. ร detto di Noรจ di fronte a Dio (Gen 6,8), di Mosรจ (Es 33,12.13), di David (At 7,46), ecc. Maria puรฒ vincere la sua debolezza contando sulla relazione che Dio instaura con lei. Maria รจ invitata alla fede nellโazione di Dio e nella sua presenza. โIl Signore รจ con teโ: egli mostrerร in te la sua potenza e ti permetterร di portare a termine il compito che ti viene affidato: concepire e generare un figlio che sarร il Messia.
Va sottolineato che, quando Maria obietta allโangelo che lei non conosce uomo, trovandosi in quel momento del fidanzamento in cui i due ancora non convivono sotto lo stesso tetto e non hanno ancora relazioni intime, e dunque chiede come potrร avvenire che lei dia alla luce un bambino, non dice che ciรฒ che le viene prospettato รจ difficile, ma umanamente impossibile. Maria รจ chiamata a un atto di fiducia radicale che assomiglia a una morte. La sua missione, essere madre del Messia, lei la potrร adempiere non contando su se stessa, non calcolando, non misurando le sue capacitร e forze, ma abbandonandosi, con un atto di radicale affidamento, alla parola del Signore. ร come se ci fosse un momento salvifico di resa nel cammino di Maria verso lโaccettazione della sua vocazione e missione. Un momento in cui le difese devono cedere, le resistenze svanire di fronte allโevidenza che cโรจ un impossibile nella propria vocazione: รจ impossibile reggere e sostenere la propria vocazione con le proprie forze, contando su di sรฉ. Occorre aprirsi alla novitร e allโimpensato che il Signore chiede.
Maria acconsente alla chiamata. E dice il suo sรฌ. Lโapertura alla parola di Dio รจ apertura al nuovo, allโimpensato. Obbedire significa restare aperti alla novitร che dal Signore puรฒ sempre venire attraverso le situazioni della vita. Se a volte si pensa lโobbedienza come atteggiamento passivo e chiuso, in realtร lโobbedienza cristiana รจ sempre dinamica apertura al novum.
Maria poi, accettando gli eventi, permette che una situazione di scandalo divenga per lei grazia. Ciรฒ che agli occhi di chiunque appariva come motivo di vergogna e di condanna – il suo essere incinta non dal suo fidanzato e non nel tempo legittimo – diviene per lei, una volta accolto, motivo di radicale rinnovamento dellโesistenza.
Il racconto di nascita e di vocazione diviene cosรฌ anche racconto di liberazione. Accolta la rivelazione di quello che per lei รจ impossibile, Maria vede nascere in lei una forza e una libertร impensabili. Maria si apre al Dio a cui nulla รจ impossibile, come dice lโangelo nel v. 37. Lโacconsentimento di Maria รจ il segno della sua libertร liberata. Liberata dalla paura, dalla volontร di controllo, dal timore del nuovo che sconvolge la routine quotidiana. Oserei dire che Maria si trova liberata dalla paura della morte. Nel senso che, una volta varcata la soglia della fiducia radicale, per cui la propria stessa vita โ il tempo, il corpo, la volontร โ altro non รจ che lโoccasione che consente di vivere a servizio della parola di Dio, quando si รจ entrati in questa dimensione di povertร radicale in cui non si possiede nulla, nemmeno il proprio corpo, il proprio tempo, la propria volontร , paradossalmente si scopre di poter vivere con libertร molto piรน grande il proprio corpo, di poter dirigere verso lโessenziale la propria volontร , di poter vivere gli istanti del proprio tempo con grande efficacia e presenza a se stessi e agli altri, perchรฉ non si รจ piรน impegnati in quelle battaglie di retroguardia che sono il volersi guardare da ciรฒ che ci puรฒ essere tolto e lโesaurire le proprie energie nel controllare e dominare ciรฒ che รจ realmente nostro solo se accolto come dono nella gratuitร . Davvero, il racconto รจ annuncio di una nascita, ma nascita a prezzo di una morte. ร un racconto di resurrezione.
A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose
