Luciano Manicardi, Commento al Vangelo di domenica 18 Ottobre 2020

- Pubblicitร  -

A chi appartengo in veritร ?

La pagina evangelica odierna, la pericope del โ€œtributo a Cesareโ€, รจ la prima di tre dispute in cui Gesรน รจ trascinato dai suoi avversari che cercano di tendergli un trabocchetto. Se la prima (Mt 22,15-21) รจ politica, la seconda e la terza sono di ordine religioso e vertono sulla fede nella resurrezione (Mt 22,23-33) e su quale sia il comandamento piรน importante (Mt 22,34-40). Lโ€™attenzione dei lettori della nostra pericope e anche dellโ€™interpretazione che ne รจ stata data nel corso dei secoli si รจ normalmente rivolta alle parole di Gesรน sul dare a Cesare quel che รจ di Cesare e a Dio quel che รจ di Dio, tuttavia la prima e maggior parte del testo รจ occupata da annotazioni che mettono in luce le intenzioni perverse degli avversari di Gesรน e le loro macchinazioni. I vv. 15-17 aprono il testo mostrando la preparazione del trabocchetto nei confronti di Gesรน: mentire fa sentire allโ€™uomo un senso di potere perchรฉ con la menzogna egli ricrea la realtร  e si prende gioco degli altri. Il menzognero sa, a differenza di colui a cui mente, e si trova in posizione di vantaggio nei suoi confronti.

Anzitutto si parla di un โ€œtenere consiglioโ€ da parte dei farisei. Si radunano per studiare un piano dโ€™azione con il preciso fine di prendere Gesรน al laccio con una parola. Vogliono ingannarlo inducendolo a pronunciare parole sulla cui base egli possa essere accusato. Per far cadere Gesรน in trappola con le sue parole occorrono parole come trappole. Cosรฌ quello strumento cosรฌ vitale e propriamente umano che รจ la parola, che รจ la via che noi abbiamo per elaborare spazi alternativi alla violenza, viene distorto nel suo contrario e diventa strumento di violenza. Gli avversari di Gesรน scelgono la menzogna. La loro รจ una decisione lucida, una manipolazione intenzionale, studiata e perseguita: โ€œTennero consiglio sul modo di prenderlo al laccio con una parolaโ€ (Mt 22,15). Lโ€™espressione โ€œtenere consiglioโ€, definisce delle riunioni che sono dei complotti. รˆ cosรฌ in Mt 27,1: โ€œGran sacerdoti e anziani del popolo tennero consiglio contro Gesรน per farlo morireโ€. La riunione non รจ in vista di una discussione, ma per trovare la maniera piรน economica di mettere in atto ciรฒ che รจ giร  stato deciso; รจ cosรฌ in Mt 28,12 dove i gran sacerdoti tennero consiglio con gli anziani decidendo di corrompere con molto denaro le guardie che erano al sepolcro per diffondere la menzogna che i discepoli avevano rubato il corpo di Gesรน mentre loro si erano addormentati.

La falsitร  si manifesta poi nellโ€™invio da parte dei farisei di alcuni discepoli con gli erodiani per tendere la trappola a Gesรน. Come? Con una captatio benevolentiae. Con parole di adulazione, parole che dicono il contrario di ciรฒ che i parlanti sentono e pensano. Con parole che sorridono, mentre il cuore esprime odio. Ma Gesรน intuisce la malvagitร  celata dietro a quelle parole cortesi e subito, con una sicurezza che puรฒ stupire, denuncia lโ€™ipocrisia di chi dice una cosa mentre ne pensa unโ€™altra, e di chi pone una domanda non per desiderio di conoscere ma per volontร  di cogliere in fallo e poter accusare. Questo si chiama manipolazione e abuso. Essi dunque pronunciano parole che nelle loro intenzioni dovrebbero rendere Gesรน ben disposto verso di loro e indurlo ad accogliere come innocente la domanda che gli pongono. Lo chiamano โ€œMaestroโ€, ma anche questo รจ falso, perchรฉ per loro Gesรน non รจ un maestro, da lui non vogliono imparare. Quindi proclamano il suo essere veritiero, fanno una sorta di confessione di fede nel suo insegnare secondo veritร  la via di Dio: per due volte in poche parole ricorrono i termini veritร , veritiero e la veridicitร  รจ esattamente ciรฒ che manca a loro. Ma, appunto, lโ€™enfasi sulla veritร  denuncia il menzognero, come lโ€™enfasi sul coraggio denuncia il vile.

Gli interlocutori di Gesรน proclamano poi la sua libertร , la sua indipendenza di giudizio, il suo non guardare in faccia a nessuno. Essi dicono cose vere su Gesรน: spesso si mente dicendo cose vere, o almeno, cose rispondenti alla realtร . E anche la domanda che essi pongono รจ legittima. Ma lโ€™intenzione รจ altrettanto chiara: se Gesรน risponde dicendo che occorre rifiutarsi di pagare lโ€™imposta (il census, la tassa pro capite imposta dagli occupanti romani a partire dal 6 d.C. e consistente in un denaro dโ€™argento, la paga di un giorno di un lavoratore) agli occupanti romani, puรฒ essere accusato davanti al governatore; se invece risponde che occorre pagarla, si rende impopolare di fronte alla gente. Il testo evangelico, presentando il procedimento ingannevole e manipolatorio degli avversari di Gesรน ci pone di fronte e ci mette in guardia dal rischio della doppiezza. Che ha molte sfaccettature: quasi quotidianamente ci imbattiamo in mezze veritร , in piccole menzogne, in cose dette solo in parte, in comunicazioni dettagliatissime su cose periferiche e reticenti su altre piรน importanti. Camaleontismo, dissimulazione, finzione, nascondere accuratamente alcune cose che si intende fare e dirne solo alcune altre piรน accoglibili, dire ciรฒ che lโ€™altro si pensa che voglia sentirsi dire e non dirgli ciรฒ che sarebbe piรน compromettente, non sono che forme di questa penosa quotidianitร  del mentire.

Ma ecco che il testo dice che Gesรน โ€œconosceโ€ la loro โ€œmalvagitร โ€, quella disposizione negativa che si oppone a giustizia e bontร , e che si manifesta disconoscendo veritร  e sinceritร . Gesรน รจ uomo di fede, ma non presta fede a ogni parola e sa che anche discorsi infarciti di affermazioni isolatamente vere, in realtร  si rivelano menzogneri. E cosรฌ Gesรน tuona contro la loro ipocrisia, contro il loro simulare, il loro indossare una maschera, il loro non prendere sul serio la vita, le relazioni e in definitiva nemmeno se stessi. Il menzognero, colui che intenzionalmente dice il contrario di ciรฒ che pensa, รจ una parvenza dโ€™uomo, uno che abdica alla propria dignitร , uno che non ha rispetto di se stesso. Gesรน denuncia questa imperdonabile leggerezza che รจ viltร : lโ€™ipocrita si nasconde dietro una maschera e cosรฌ puรฒ prendersi gioco degli altri. E Gesรน pone la domanda che spesso mette in crisi le nostre macchinazioni: โ€œPerchรฉ?โ€. โ€œPerchรฉ mi tentate?โ€ chiede Gesรน. Perchรฉ tutto questo? E forse ci basta far risuonare nel nostro profondo questa domanda per trovare uno spiraglio di uscita dai tranelli in cui la menzogna ci imprigiona. Se la menzogna infatti ci fa sentire padroni della realtร  e degli altri, essa spesso arriva a schiavizzarci e ci mette in sua balรฌa. Nelle spire della menzogna si puรฒ arrivare a perdere il controllo del proprio agire e a cadere in confusione. Una domanda che risuona semplice e tagliente puรฒ invece aprirci la strada a un ritrovamento di luce. Gesรน sembra voler fare questo con i suoi avversari. E quando essi gli presentano il denaro dโ€™argento, ovvero la moneta che aveva su di sรฉ lโ€™effigie di Tiberio Augusto con lโ€™iscrizione Tiberius Caesar divi Augusti filius augustus pontifex maximus, (Tiberio Cesare, augusto figlio del divino Augusto, pontefice massimo) non mostra alcuna inibizione a maneggiare la moneta, non demonizza il denaro, e afferma la liceitร  di pagare il tributo, ma aggiunge – e questa รจ lโ€™originalitร  di Gesรน – che occorre dare a Dio quello che รจ di Dio. Ecco la libertร  di Gesรน, la sua creativitร , la sua intelligenza, il suo inventare questa risposta che non risponde a nessuna domanda che gli fosse stata posta. La risposta di Gesรน, da un lato, evita la politicizzazione dellโ€™immagine di Dio e, dallโ€™altro, si oppone alla sacralizzazione del potere politico. Gesรน infatti si distanzia dagli zeloti che consideravano Dio come unico โ€œCesareโ€ legittimo e critica la sacralizzazione del potere politico demitizzando Cesare. In entrambi i casi siamo di fronte a tentazioni idolatriche. Nel primo caso la tentazione รจ di dare a Dio quel che spetta a Cesare, allโ€™entitร  statale, cadendo in posizioni religiose totalitarie e non dialogiche, irrispettose della โ€œlaicitร โ€ dello stato e del potere politico; nel secondo, la tentazione รจ di dare a Cesare quel che spetta a Dio, allโ€™interno di una assolutizzazione del potere politico. Sรธren Kierkegaard commenta questo passo giocando sul tema dellโ€™infinita indifferenza di Gesรน nei confronti di Cesare e dellโ€™infinita differenza che egli pone tra Dio e Cesare: โ€œO infinita indifferenza! Che Cesare si chiami Erode o Salmanassar, che sia romano o giapponese, รจ cosa che a Gesรน non importa minimamente. Ma, dโ€™altra parte, quale abisso dโ€™infinita differenza egli stabilรฌ tra Dio e Cesareโ€. Tertulliano scrive: โ€œQuali saranno le cose di Dio che siano simili al denaro di Cesare? Si intende lโ€™immagine e la somiglianza con lui. Egli comanda quindi di rendere lโ€™uomo al creatore, nella cui immagine e nella cui somiglianza era stato effigiatoโ€ (Contro Marcione IV,38,1). Se il tema dellโ€™immagine rinvia naturalmente allโ€™uomo creato da Dio e capax Dei, il tema dellโ€™iscrizione la si ritrova in un passo isaiano in cui designa lโ€™appartenenza dellโ€™uomo a Dio. I convertiti alla fede nel Dio dโ€™Israele porteranno sulla mano lโ€™iscrizione โ€œDel Signoreโ€ e diranno: โ€œIo appartengo al Signoreโ€ (Is 44,5). Le parole di Gesรน spingono cosรฌ anche noi a porci la domanda: a chi appartengo? Chi รจ il mio Signore?

- Pubblicitร  -

Ecco dunque che gli avversari di Gesรน, udita la sua risposta, restarono meravigliati e se ne andarono (Mt 22,22). Ma dopo la meraviglia, che รจ momento spontaneo e incoativo, occorre una scelta, unโ€™elaborazione, per far divenire la meraviglia conversione e ritrovamento di veritร . E questo รจ anche il lavoro del lettore di questa pagina evangelica.

A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose


Altri Articoli
Related

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 (Notte di Natale) Dicembre 2025

Benvenuto, Dio I pastori sono storditi dal freddo e confusi...

don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

"L'anima mia magnifica il Signore" Quando l'anima si innalza spontaneamente...