Una responsabilitร liberante
Dopo aver enunciato, con le beatitudini, le condizioni che consentono lโingresso nel Regno dei cieli, ora Gesรน approfondisce il senso di quella giustizia che, giร presente tra le beatitudini (Mt 5,6.10), designa la fedeltร obbediente alla volontร di Dio espressa nella Torah. Questa parola โ giustizia โ che ritornerร alcune volte nel discorso della montagna (Mt 5,20; 6,1.33), invita lโascoltatore di Gesรน a una fedeltร piรน radicale alle esigenze richieste dalla Torah stessa. Piรน radicale, cioรจ piรน autentica, piรน integrale, rispetto a interpretazioni correnti allโepoca di Gesรน: โSe la vostra giustizia non supererร quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel Regno dei cieliโ (Mt 5,20). Per questo Gesรน subito specifica di non essere venuto per abrogare la Torah, ma per darle pienezza e compimento, quindi fornisce alcuni esempi di tale comprensione piรน radicale della Torah.
Anzitutto Gesรน afferma il senso della sua missione: egli non รจ venuto per abrogare, per dissolvere la Torah, ma per darle compimento. Questa dichiarazione di fondo impedisce di intendere le frasi successive come antitesi in cui Gesรน si opporrebbe alla Torah. In realtร , il secondo elemento della frase (introdotto da: โma io vi dicoโ) svela il senso racchiuso nel primo (โAvete udito che fu dettoโ): dunque non sopprime, ma esplica. Gesรน non si oppone alla Scrittura, ma a interpretazioni e spiegazioni della Scrittura date dagli scribi. Dunque il testo non autorizza alcuna posizione sostituzionista. โDare pieno compimentoโ significa poi sia realizzare, mettere in pratica, sia riempire, colmare, completare, manifestare il vero significato. Come scrive Ireneo di Lione: โIl Signore non ha abolito, ma ampliato e completato i precetti naturali della Legge, quei precetti per mezzo dei quali lโuomo รจ giustificatoโ (Adversus Haereses IV,13,1). ร talmente vero che Gesรน non intende abrogare la Torah che specifica che neppure un iota, la lettera piรน piccola dellโalfabeto ebraico, e neppure il segno apparentemente meno significativo della stessa Torah โ un trattino โ, passeranno senza che โtutto sia avvenutoโ, ovvero senza che ogni parola dello โsta scrittoโ abbia trovato compimento. Questo โtuttoโ si riassume, per Matteo, nel vangelo del Regno: โQuesto vangelo del Regno sarร annunciato in tutto il mondo, perchรฉ ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrร la fineโ (Mt 24,14). Gesรน poi riprende la distinzione rabbinica fra comandi piccoli e grandi, leggeri e gravi, ed esorta a non trascurare nemmeno i comandi piรน piccoli (Mt 5,19), anche se, certo, chiede di custodire una gerarchia e di non anteporre i comandi piรน piccoli alle esigenze piรน rilevanti e decisive della Torah: โGuai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sullโaneto e sul cimino, e trasgredite le prescrizioni piรน gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltร โ (Mt 23,23).
Quanto poi alla sovrabbondanza della giustizia dei discepoli di Gesรน rispetto a quella di scribi e farisei (Mt 5,20), si tratta evidentemente di un superamento qualitativo, non quantitativo, un superamento che va nella direzione della completezza, della perfezione a cui Gesรน esorta i suoi discepoli: โSiate perfetti come รจ perfetto il Padre vostro che รจ nei cieliโ (Mt 5,48). E di tale giustizia superiore vengono ora dati diversi esempi (Mt 5,21-48). Da questi esempi si puรฒ dedurre che lโapprofondimento e la radicalizzazione del senso dei comandi operati da Gesรน sia anche approfondimento e radicalizzazione della libertร umana che trova nel cuore la sua sede invisibile e nelle relazioni con gli altri il luogo del suo manifestarsi come responsabilitร liberante.
Lo schema ricorrente รจ composto di due parti di cui la prima (โAvete udito che fu detto agli antichiโ) introduce una citazione della Torah e di un suo commento tradizionale; la seconda esprime lโinterpretazione di Gesรน (โMa io vi dicoโ). Per esempio, nei vv. 21-22, Gesรน cita il comando del decalogo โNon uccideraiโ (Es 20,13; Dt 5,17) e la sua interpretazione normativa trasmessa oralmente: โChi avrร ucciso dovrร essere sottoposto al giudizioโ. Lโinterpretazione di Gesรน da un lato radicalizza ed estende lโazione di uccidere, dallโaltro corregge lโinterpretazione tradizionale specificando le diverse istanze giudicanti a cui saranno sottoposti anche coloro che, pur non avendo fisicamente ucciso nessuno, si sono resi responsabili di azioni altrettanto gravi. Ovviamente, Gesรน non si muove su un piano giuridico stabilendo istanze di giudizio ulteriori per altri reati, ma vuole sottolineare la gravitร estrema del peccato verso il prossimo anche se non si giunge a togliergli materialmente la vita. Se la vita, come sottolinea la Bibbia, รจ nel sangue (Lv 17,11), allora anche il far arrossire una persona svergognandola diventa omicida: anche lรฌ si assiste a un versare il sangue dellโaltro. La pratica dellโumiliazione attraverso la violenza verbale con cui si diminuisce lโumanitร di una persona qualificandola come โstupidaโ o โpazzaโ, รจ giร un atto omicida. E anche chi si adira contro il fratello compie un atto che puรฒ menomare lโumanitร dellโaltro.
Dietro queste parole di Gesรน si coglie il problema della collera. Collera che, essendo unโemozione, di per sรฉ non รจ nรฉ buona nรฉ cattiva. Il problema รจ lโuso che ne viene fatto e il modo in cui viene gestita. Si tratta di riconoscere i segni fisici precursori della collera e di esprimerla in modo non violento, cioรจ alla prima persona (โSono molto arrabbiato con teโ, โMi hai fatto star male con il tuo comportamentoโ) piuttosto che alla seconda (โTu sei pazzoโ, โSei una nullitร โ, โNon capisci nienteโ), che รจ giร omicida. La collera รจ rivelatrice e ci aiuta a conoscerci: โNella nostra dottrina non si chiede allโanima credente se va in collera, ma perchรฉโ (Agostino, De Civitate Dei IX,5). Se รจ omicida la collera che definisce lโaltro riducendolo a ciรฒ che ha commesso oppure ingiuriandolo, tuttavia questa emozione, se non espressa, puรฒ essere piรน mortifera di quando viene espressa: โIn certi casi lโira impone allโanimo agitato di non parlare e quanto meno si esprime fuori, tanto piรน brucia dentro โฆ Spesso lโira chiusa nellโanimo col silenzio ribolle con piรน veemenza e, pur senza parlare, forma voci violenteโ (Gregorio Magno, Moralia V,82). Lโira che Gesรน stesso ha provato (cf. Mc 3,5) ed espresso (Mc 10,14; Gv 2,15) mostra poi che vi รจ anche una santa collera che traduce lo sdegno divino di fronte alle ingiustizie e ai peccati degli uomini.
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I vv. 23-24 attestano il primato della relazione sul rito: il rito puรฒ essere interrotto per cercare e attuare la riconciliazione con il fratello. Le relazioni umane sono il luogo del vero culto a Dio. Per questo la riconciliazione con il fratello รจ elemento essenziale per lโautentica celebrazione eucaristica. Meglio non partecipare allโEucaristia che parteciparvi smentendo nella prassi ciรฒ che si celebra con il rito: โChi รจ in lite con il suo amico, non si riunisca con voi finchรฉ non si siano riconciliati, in modo che non sia profanato il vostro sacrificioโ (Didachรฉ XIV,2). Nella Didascalia Apostolorum si ordina: โO vescovi, affinchรฉ le vostre preghiere e i vostri sacrifici siano graditi, quando vi trovate in chiesa per pregare, il diacono deve dire ad alta voce: โCโรจ qualcuno che รจ in lite con il suo prossimo?โ, in modo che, se ci sono persone che sono in lite tra loro, tu li possa convincere a stabilire la pace tra loroโ (II,54,1).
Anche le parole dei vv. 25-26 sottolineano lโurgenza della riconciliazione. Il โprestoโ (Mt 5,25) nasce dalla coscienza che ormai โil Regno dei cieli si รจ avvicinatoโ (Mt 4,17) e il tempo dellโoggi รจ lโoccasione della conversione e della riconciliazione prima della venuta gloriosa del Figlio dellโuomo.
Nei vv. 27-32 Gesรน radicalizza la proibizione dellโadulterio estendendolo anche al solo desiderio di possedere unโaltra donna. Prima che nel gesto, il peccato giace nel cuore e lโocchio rivela ciรฒ che vi รจ nel cuore. Gesรน mette in guardia dalla concupiscenza, dallo sguardo che rende la donna oggetto di possesso per lโuomo. Quindi Gesรน denuncia lo scandalo e chiede la rinuncia a ciรฒ che vi conduce (vv. 29-30). Cavare lโocchio, tagliare la mano e gettarli, se sono occasioni di scandalo, non sono disumane direttive da applicarsi letteralmente, ma indicazioni realistiche โ espresse con linguaggio paradossale e volutamente caricato โ di una lotta da combattere ogni giorno per purificare il proprio cuore e vivere il vangelo con maggiore libertร . Viene qui espressa lโesigenza di una lotta, di un duro combattimento contro le tendenze che portano lโuomo a un agire e a una relazionalitร antievangelici. Nei vv. 31-32 Gesรน (riprendendo Dt 24,1) restringe la possibilitร del ripudio della moglie da parte del marito al solo caso di porneรญa (impudicizia, atto sessuale immorale: cf. Mt 19,9) e afferma che chi โ al di fuori di questo caso โ ripudia la propria moglie, la espone allโadulterio, quasi la โcostringeโ allโadulterio.
Infine, lโammonimento di Gesรน sul giuramento (vv. 33-37) รจ un invito alla responsabilitร della parola. Gesรน radicalizza il divieto divino a giurare il falso e dice di โnon giurare affattoโ. Gesรน opera una desacralizzazione e chiede al credente una laica adesione alla parola pronunciata senza chiamare in causa elementi sacri come testimoni della veridicitร del proprio dire. Il nostro parlare devโessere talmente vero da non aver bisogno di giuramenti.
A cura di Luciano Manicardi – Fonte
Letture della Domenica
VI Domenica del Tempo Ordinario โ ANNO A
Colore liturgico: VERDE
Prima Lettura
A nessuno ha comandato di essere empio.Dal libro del Siracide
Sir 15, 15-20, NV 15, 16-21
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
lร dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarร dato ciรฒ che a lui piacerร .
Grande infatti รจ la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 118 (119)
R. Beato chi cammina nella legge del Signore
Beato chi รจ integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perchรฉ siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. R.
Sii benevolo con il tuo servo e avrรฒ vita,
osserverรฒ la tua parola.
Aprimi gli occhi perchรฉ io consideri
le meraviglie della tua legge. R.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirรฒ sino alla fine.
Dammi intelligenza, perchรฉ io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. R.
Seconda Lettura
Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria
Dalla Prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 2,6-10
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sรฌ, di sapienza, ma di una sapienza che non รจ di questo mondo, nรฉ dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che รจ nel mistero, che รจ rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo lโha conosciuta; se lโavessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
ยซQuelle cose che occhio non vide, nรฉ orecchio udรฌ, nรฉ mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amanoยป. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito;ย lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profonditร di Dio.
Parola di Dio
Vangelo
Cosรฌ fu detto agli antichi; ma io vi dico.
Dal Vangelo secondo Matteoย
Mt 5, 17-37
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In veritร io vi dico: finchรฉ non siano passati il cielo e la terra, non passerร un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirร uno solo di questi minimi precetti e insegnerร agli altri a fare altrettanto, sarร considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverร e li insegnerร , sarร considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererร quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: โNon ucciderai; chi avrร ucciso dovrร essere sottoposto al giudizioโ. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrร essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: โStupidoโ, dovrร essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: โPazzoโ, sarร destinato al fuoco della Geรจnna.
Se dunque tu presenti la tua offerta allโaltare e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lรฌ il tuo dono davanti allโaltare, vaโ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto dโaccordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perchรฉ lโavversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In veritร io ti dico: non uscirai di lร finchรฉ non avrai pagato fino allโultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: โNon commetterai adulterioโ. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti รจ motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geรจnna. E se la tua mano destra ti รจ motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geรจnna.
Fu pure detto: โChi ripudia la propria moglie, le dia lโatto del ripudioโ. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone allโadulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: โNon giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramentiโ. Ma io vi dico: non giurate affatto, nรฉ per il cielo, perchรฉ รจ il trono di Dio, nรฉ per la terra, perchรฉ รจ lo sgabello dei suoi piedi, nรฉ per Gerusalemme, perchรฉ รจ la cittร del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perchรฉ non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: โsรฌ, sรฌโ, โno, noโ; il di piรน viene dal Malignoยป.
Parola del Signore.
Forma breve:
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 20-22a.27-28.33-34a.37
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซIo vi dico: se la vostra giustizia non supererร quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: โNon ucciderai; chi avrร ucciso dovrร essere sottoposto al giudizioโ. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrร essere sottoposto al giudizio.
Avete inteso che fu detto: โNon commetterai adulterioโ. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: โNon giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramentiโ. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: โsรฌ, sรฌโ, โno, noโ; il di piรน viene dal Malignoยป.
Parola del Signore
