Luca Lanari – Commento al Vangelo del 24 Luglio 2019

Il Vangelo di oggi parla del seminatore ma io voglio partire da una mongolfiera. (*)

Tutto nasce da una mongolfiera che un’azienda commerciale ha piazzato sabato pomeriggio accanto alla chiesa della mia parrocchia. Gruppi di due/tre bambini potevano entrare nel cesto per provare l’ebrezza di questa macchina volante. L’addetto aumentava la potenza del fornello, un suono sibilante si diffondeva attorno e l’aria calda entrava nel pallone che iniziava ad alzarsi da terra.

Ma l’esperienza finiva a distanza di dieci secondi e a due metri circa dal suolo. Tutto era tenuto ben saldo da tre canapi che impedivano un qualsiasi movimento della mongolfiera. Ho deciso quindi di andarmene, nella certezza che nessun parrocchiano si sarebbe librato in aria per quel pomeriggio.

Tornando a casa non mi capacitavo del fatto che una bellissima ed enorme mongolfiera era stata posizionata nella piazza, in maniera completamente funzionante ma nella precisa consapevolezza che mai si sarebbe alzata in volo. Suonava strana questa cosa. La mongolfiera è fatta per volare, come un cavallo è fatto per correre. E se fosse stato un messaggio che involontariamente veniva consegnato a noi cristiani che quel pomeriggio, come del resto tutti gli altri sabato, bazzichiamo nei pressi della chiesa e nei locali parrocchiali?

Me ne sono convinto. Il nostro seguire Gesù è un po’ come quella mongolfiera: ci capita di ascoltare un’illuminante lectio divina, oppure di vivere un’avventura esaltante, o chissà quale altra esperienza. Allora partiamo in quarta ma, con il passare del tempo, nell’incontro con la realtà di tutti i giorni, il nostro entusiasmo si smorza e la nostra vita diventa di una banalità e normalità disarmante senza nessuna connotazione cristiana.

Azioniamo il bruciatore, riempiamo il “pallone” di aria calda, iniziamo a staccarci da terra e… appena arriva il momento di volare… robuste corde fissate al suolo ci riportano a terra.
Ma allora perché ci siamo comprati ‘sta mongolfiera??

(*) questo accostamento tra la mia storia e la parabola è frutto di un commento di una precedente pubblicazione di questo post, di una amica di fb che ringrazio.

Commento a cura di Luca Lanari.

Via Facebook

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Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13, 1-9

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Parola del Signore.

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