Lettera Apostolica Scripturae Sacrae Affectus nel XVI centenario della morte di San Girolamo

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LETTERA APOSTOLICA

SCRIPTURAE SACRAE AFFECTUS

DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
NEL XVI CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN GIROLAMO

Un affetto per la Sacra Scrittura, un amore vivo e soave per la Parola di Dio scritta รจ lโ€™ereditร  che San Girolamo ha lasciato alla Chiesa attraverso la sua vita e le sue opere. Le espressioni tratte dalla memoria liturgica del Santo[1] ci offrono una chiave di lettura indispensabile per conoscere, nel XVI centenario dalla morte, la sua imponente figura nella storia della Chiesa e il suo grande amore per Cristo. Questo amore si dirama, come un fiume in tanti rivoli, nella sua opera di infaticabile studioso, traduttore, esegeta, profondo conoscitore e appassionato divulgatore della Sacra Scrittura; di raffinato interprete dei testi biblici; di ardente e talvolta impetuoso difensore della veritร  cristiana; di ascetico e intransigente eremita oltre che di esperta guida spirituale, nella sua generositร  e tenerezza. Oggi, milleseicento anni dopo, la sua figura rimane di grande attualitร  per noi cristiani del XXI secolo.

Introduzione

Il 30 settembre del 420 Girolamo concludeva a Betlemme, nella comunitร  da lui fondata presso la grotta della Nativitร , la sua vicenda terrena.Si affidava, cosรฌ, a quel Signore che aveva sempre cercato e conosciuto nella Scrittura, lo stesso che come Giudice aveva giร  incontrato, febbricitante, in una visione, forse nella Quaresima del 375. In quellโ€™avvenimento, che segnรฒ una svolta decisiva nella sua vita, momento di conversione e cambiamento di prospettiva, egli si sentรฌ trascinato alla presenza del Giudice: ยซinterrogato circa la mia condizione, risposi che ero cristiano. Ma colui che presiedeva soggiunse: โ€œTu mentisci! Sei ciceroniano, non cristianoโ€ยป.[2] Girolamo, infatti, aveva amato fin da giovane la limpida bellezza dei testi classici latini, al cui confronto gli scritti della Bibbia gli apparivano, inizialmente, rozzi e sgrammaticati, troppo aspri per il suo raffinato gusto letterario.

Quellโ€™episodio della sua vita favorisce la decisione di dedicarsi interamente a Cristo e alla sua Parola, consacrando la sua esistenza a rendere sempre piรน accessibili le lettere divine agli altri, con il suo infaticabile lavoro di traduttore e commentatore. Quellโ€™evento imprime alla sua vita un nuovo e piรน deciso orientamento: diventare servitore della Parola di Dio, come innamorato della โ€œcarne della Scritturaโ€. Cosรฌ, nella ricerca continua che ha caratterizzato la sua vita, valorizza i suoi studi giovanili e la formazione ricevuta a Roma, riordinando il suo sapere nel piรน maturo servizio a Dio e alla comunitร  ecclesiale.

Per questo, San Girolamo entra a pieno titolo tra le grandi figure della Chiesa antica, nel periodo definito il secolo dโ€™oro della Patristica, vero ponte tra Oriente e Occidente: รจ amico di gioventรน di Rufino di Aquileia, incontra Ambrogio e intrattiene una fitta corrispondenza con Agostino. In Oriente conosce Gregorio di Nazianzo, Didimo il Cieco, Epifanio di Salamina. La tradizione iconografica cristiana lo consacra rappresentandolo, insieme ad Agostino, Ambrogio e Gregorio Magno, tra i quattro grandi dottori della Chiesa di Occidente.

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Giร  i miei predecessori hanno voluto ricordare la sua figura in diverse circostanze. Un secolo fa, in occasione del quindicesimo centenario della morte, Benedetto XV dedicรฒ a lui la Lettera enciclica Spiritus Paraclitus (15 settembre 1920), presentandolo al mondo come ยซdoctor maximus explanandis Scripturisยป.[3] In tempi piรน recenti, Benedetto XVI ha presentato in due catechesi successive la sua personalitร  e le sue opere.[4] Ora, nel sedicesimo centenario della morte, desidero anchโ€™io ricordare San Girolamo e riproporre lโ€™attualitร  del suo messaggio e dei suoi insegnamenti, a partire dal suo grande affetto per le Scritture.

In questo senso, egli puรฒ essere posto in connessione ideale, come guida sicura e testimone privilegiato, con la XII Assemblea del Sinodo dei Vescovi, dedicata alla Parola di Dio,[5] e con lโ€™Esortazione Apostolica Verbum Domini (VD) del mio predecessore Benedetto XVI, pubblicata proprio nella festa del Santo, il 30 settembre 2010.[6]

Da Roma a Betlemme

La vita e lโ€™itinerario personale di San Girolamo si consumano lungo le strade dellโ€™impero romano, tra lโ€™Europa e lโ€™Oriente. Nato intorno al 345 a Stridone, al confine tra la Dalmazia e la Pannonia, nel territorio dellโ€™odierna Croazia o Slovenia, riceve una solida educazione in una famiglia cristiana. Secondo lโ€™uso dellโ€™epoca, รจ battezzato in etร  adulta negli anni che lo vedono a Roma studente di retorica, tra il 358 e il 364. Proprio in questo periodo romano diventa insaziabile lettore dei classici latini, che studia sotto la guida dei piรน illustri maestri di retorica del tempo.

Conclusi gli studi, intraprende un lungo viaggio in Gallia che lo porta nella cittร  imperiale di Treviri, oggi in Germania. รˆ lร  che viene a contatto, per la prima volta, con lโ€™esperienza monastica orientale diffusa da Santโ€™Atanasio. Matura cosรฌ un desiderio profondo che lo accompagna ad Aquileia dove inizia, con alcuni suoi amici, ยซun coro di beatiยป,[7] un periodo di vita comune.

Verso lโ€™anno 374, passando per Antiochia, decide di ritirarsi nel deserto della Calcide, per realizzare, in maniera sempre piรน radicale, una vita ascetica in cui grande spazio รจ riservato allo studio delle lingue bibliche, prima del greco e poi dellโ€™ebraico. Si affida a un fratello ebreo, diventato cristiano, che lo introduce alla conoscenza della nuova lingua ebraica e dei suoni che definisce ยซstriduli e aspiratiยป.[8]

Il deserto, con la conseguente vita eremitica, viene scelto e vissuto da Girolamo nel suo significato piรน profondo: come luogo delle scelte esistenziali fondamentali, di intimitร  e di incontro con Dio, dove attraverso la contemplazione, le prove interiori, il combattimento spirituale, arriva alla conoscenza della fragilitร , con una maggiore consapevolezza del limite proprio e altrui, riconoscendo lโ€™importanza delle lacrime.[9] Cosรฌ, nel deserto, avverte la concreta presenza di Dio, il necessario rapporto dellโ€™essere umano con Lui, la sua consolazione misericordiosa. Mi piace al riguardo ricordare un aneddoto, di tradizione apocrifa. Girolamo chiede al Signore: โ€œCosa vuoi da me?โ€. Ed Egli risponde: โ€œAncora non mi hai dato tuttoโ€. โ€œMa Signore, io ti ho dato questo, questo e questo…โ€ – โ€œManca una cosaโ€ – โ€œChe cosa?โ€ – โ€œDammi i tuoi peccati perchรฉ io possa avere la gioia di perdonarli ancoraโ€.[10]

Lo ritroviamo ad Antiochia, dove รจ ordinato sacerdote dal Vescovo Paolino, poi a Costantinopoli, verso il 379, dove conosce Gregorio di Nazianzo e dove prosegue i suoi studi, si dedica alla traduzione in latino di importanti opere dal greco (omelie di Origene e la cronaca di Eusebio), respira il clima del Concilio celebrato in quella cittร  nel 381. In questi anni รจ nello studio che si rivelano la sua passione e la sua generositร . รˆ una benedetta inquietudine a guidarlo e a renderlo instancabile e appassionato nella ricerca: ยซOgni tanto mi disperavo, piรน volte mi arresi; ma poi riprendevo per lโ€™ostinata decisione dโ€™imparareยป, condotto dal โ€œseme amaroโ€ di tali studi a raccogliere โ€œfrutti saporosiโ€.[11]

Nel 382 Girolamo torna a Roma, mettendosi a disposizione di Papa Damaso che, apprezzando le sue grandi qualitร , ne fa un suo stretto collaboratore. Qui Girolamo si impegna in una incessante attivitร  senza dimenticare la dimensione spirituale: sullโ€™Aventino, grazie al sostegno di donne aristocratiche romane desiderose di scelte radicali evangeliche, come Marcella, Paola e la figlia di lei Eustochio, crea un cenacolo fondato sulla lettura e sullo studio rigoroso della Scrittura. Girolamo รจ esegeta, docente, guida spirituale. In questo tempo intraprende una revisione delle precedenti traduzioni latine dei Vangeli, forse anche di altre parti del Nuovo Testamento; continua il suo lavoro come traduttore di omelie e commenti scritturistici di Origene, dispiega una frenetica attivitร  epistolare, si confronta pubblicamente con autori eretici, a volte con eccessi e intemperanze, ma sempre mosso sinceramente dal desiderio di difendere la vera fede e il deposito delle Scritture.

Questo intenso e proficuo periodo si interrompe con la morte di Papa Damaso. Si vede costretto a lasciare Roma e, seguito da amici e da alcune donne desiderose di continuare lโ€™esperienza spirituale e di studio biblico avviata, parte alla volta dellโ€™Egitto โ€“ dove incontra il grande teologo Didimo il Cieco โ€“ e della Palestina, per stabilirsi definitivamente a Betlemme nel 386. Riprende i suoi studi filologici, ancorati ai luoghi fisici che di quelle narrazioni erano stati lo scenario.

Lโ€™importanza data ai luoghi santi รจ evidenziata non solo dalla scelta di vivere in Palestina, dal 386 fino alla morte, ma anche dal servizio per i pellegrinaggi. Proprio a Betlemme, luogo per lui privilegiato, presso la grotta della Nativitร  fonda due monasteri โ€œgemelliโ€, maschile e femminile, con ospizi per lโ€™accoglienza dei pellegrini giunti ad loca sancta, rivelando la sua generositร  nellโ€™ospitare quanti giungevano in quella terra per vedere e toccare i luoghi della storia della salvezza, unendo cosรฌ la ricerca culturale a quella spirituale.[12]

รˆ nella Sacra Scrittura che, mettendosi in ascolto, Girolamo trova sรฉ stesso, il volto di Dio e quello dei fratelli, e affina la sua predilezione per la vita comunitaria. Da qui il suo desiderio di vivere con gli amici, come giร  dai tempi di Aquileia, e di fondare comunitร  monastiche, perseguendo lโ€™ideale cenobitico di vita religiosa che vede il monastero come โ€œpalestraโ€ in cui formare persone ยซche si ritengono inferiori a tutti per essere primi fra tuttiยป, felici nella povertร  e capaci di insegnare con il proprio stile di vita. Ritiene formativo, infatti, il vivere ยซsotto il governo di un unico superiore e in compagnia di moltiยป per apprendere lโ€™umiltร , la pazienza, il silenzio e la mansuetudine, nella consapevolezza che ยซla veritร  non ama gli angoli oscuri, e non cerca i sussurratoriยป.[13] Confessa, inoltre, di ยซanelare alle cellette del monastero, [โ€ฆ] desiderare quella sollecitudine delle formiche, dove si lavora insieme e non esiste niente che sia proprietร  di qualcuno, ma tutto รจ di tuttiยป.[14]

Nello studio Girolamo non trova un effimero diletto fine a sรฉ stesso, ma un esercizio di vita spirituale, un mezzo per arrivare a Dio, e cosรฌ anche la sua formazione classica viene riordinata nel piรน maturo servizio alla comunitร  ecclesiale. Pensiamo allโ€™aiuto dato al Papa Damaso, allโ€™insegnamento che dedica alle donne, specie per lโ€™ebraico, sin dal primo cenacolo sullโ€™Aventino, tanto da fare entrare Paola e Eustochio ยซnei combattimenti dei traduttoriยป[15] e, cosa inaudita per il tempo, garantire loro di poter leggere e cantare i Salmi nella lingua originale.[16]

Una cultura, la sua, messa a servizio e ribadita come necessaria ad ogni evangelizzatore. Cosรฌ ricorda allโ€™amico Nepoziano: ยซLa parola del sacerdote deve prendere sapore grazie alla lettura delle Scritture. Non voglio che tu sia un declamatore o un ciarlatano dalle molte parole, ma uno che comprende la sacra dottrina (mysterii) e conosce fino in fondo gli insegnamenti (sacramentorum) del tuo Dio. รˆ tipico degli ignoranti rigirare le parole e accattivarsi lโ€™ammirazione del popolo inesperto con il parlare velocemente. Chi รจ senza pudore spesso spiega ciรฒ che non conosce e pretende di essere un grande esperto solo perchรฉ riesce a persuadere gli altriยป.[17]

A Betlemme Girolamo vive, fino alla sua morte nel 420, il periodo piรน fecondo e intenso della sua vita, completamente dedicato allo studio della Scrittura, impegnato nella monumentale opera della traduzione di tutto lโ€™Antico Testamento a partire dallโ€™originale ebraico. Nello stesso tempo, commenta i libri profetici, i salmi, le opere paoline, scrive sussidi per lo studio della Bibbia. Il prezioso lavoro confluito nelle sue opere รจ frutto di confronto e di collaborazione, dalla copiatura e collazione dei manoscritti alla riflessione e discussione: ยซNon mi sono fidato mai delle mie proprie forze per studiare i volumi divini, [โ€ฆ] ho lโ€™abitudine di porre questioni, anche a proposito di ciรฒ che credevo sapere, a piรน ragione su ciรฒ di cui non ero sicuroยป.[18] Perciรฒ, consapevole del proprio limite, chiede continuo sostegno nella preghiera di intercessione per la riuscita della sua traduzione dei testi sacri ยซnello stesso Spirito con cui furono scrittiยป,[19] senza dimenticare di tradurre anche opere di autori indispensabili per il lavoro esegetico, come Origene, in modo da ยซmettere a disposizione di chi vuole approfondire gli studi scientifici questo materialeยป.[20]

Lo studio di Girolamo si rivela come uno sforzo compiuto nella comunitร  e a servizio della comunitร , modello di sinodalitร  anche per noi, per i nostri tempi e per le diverse istituzioni culturali della Chiesa, perchรฉ siano sempre ยซluogo dove il sapere diventa servizio, perchรฉ senza un sapere che nasce dalla collaborazione e sfocia nella cooperazione non cโ€™รจ sviluppo genuinamente e integralmente umanoยป.[21] Fondamento di tale comunione รจ la Scrittura, che non possiamo leggere da soli: ยซLa Bibbia รจ stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto lโ€™ispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col Popolo di Dio possiamo realmente entrare con il โ€œnoiโ€ nel nucleo della veritร  che Dio stesso ci vuol direยป.[22]

La robusta esperienza di vita, nutrita dalla Parola di Dio, fa sรฌ che Girolamo, attraverso una fitta corrispondenza epistolare, diventi guida spirituale. Egli si fa compagno di viaggio, convinto che ยซnon cโ€™รจ arte che sโ€™impari senza maestroยป, come scrive a Rustico: ยซciรฒ che desidero farti capire, prendendoti per mano, come se io fossi un marinaio che, fatta ormai lโ€™esperienza di parecchi naufragi, tenta dโ€™istruire un navigante inespertoยป.[23] Da quellโ€™angolo pacifico di mondo segue lโ€™umanitร  in unโ€™epoca di grandi capovolgimenti, segnata da eventi come il sacco di Roma del 410 che lo colpรฌ profondamente.

Alle lettere affida le polemiche dottrinali, sempre nella difesa della retta fede, rivelandosi uomo di relazioni, vissute con forza e con dolcezza, con pieno coinvolgimento, senza forme edulcorate, sperimentando che ยซlโ€™amore non ha prezzoยป.[24] Cosรฌ vive i suoi affetti con impeto e sinceritร . Questo coinvolgersi nelle situazioni in cui vive e opera si riscontra anche nel fatto che egli offre il suo lavoro di traduzione e di commento come munus amicitiae. รˆ un dono prima di tutto per gli amici, destinatari e dedicatari delle sue opere e ai quali chiede di leggerle con occhio amichevole piuttosto che critico, e poi per i lettori, i suoi contemporanei e quelli di ogni tempo.[25]

Consuma gli ultimi anni della sua vita nella lettura orante personale e comunitaria della Scrittura, nella contemplazione, nel servizio ai fratelli attraverso le sue opere. Tutto questo a Betlemme, accanto alla grotta dove il Verbo fu partorito dalla Vergine, consapevole che รจ ยซfelice colui che porta nel suo intimo la croce, la risurrezione, il luogo della nascita e dellโ€™ascensione di Cristo! Felice chi ha Betlemme nel suo cuore, nel cui cuore Cristo nasce ogni giorno!ยป.[26]

La chiave sapienziale del suo ritratto

Per una piena comprensione della personalitร  di San Girolamo รจ necessario coniugare due dimensioni caratteristiche della sua esistenza di credente: da un lato, lโ€™assoluta e rigorosa consacrazione a Dio, con la rinuncia a qualsiasi umana soddisfazione, per amore di Cristo crocifisso (cfr 1 Cor 2,2; Fil 3,8.10); dallโ€™altro, lโ€™impegno di studio assiduo, volto esclusivamente a una sempre piรน piena comprensione del mistero del Signore. รˆ proprio questa duplice testimonianza, mirabilmente offerta da San Girolamo, che viene proposta come modello: per i monaci, innanzitutto, perchรฉ chi vive di ascesi e di preghiera venga sollecitato a dedicarsi allโ€™assiduo travaglio della ricerca e del pensiero; per gli studiosi, poi, che devono ricordare che il sapere รจ valido religiosamente solo se fondato sullโ€™amore esclusivo per Dio, sulla spoliazione di ogni umana ambizione e di ogni mondana aspirazione.

Tali dimensioni sono state recepite nel campo della storia dellโ€™arte, dove la presenza di San Girolamo รจ frequente: grandi maestri della pittura occidentale ci hanno lasciato le loro raffigurazioni. Potremmo organizzare le varie tipologie iconografiche lungo due linee distinte. Lโ€™una lo definisce soprattutto come monaco e penitente, con un corpo scolpito dal digiuno, ritirato in zone desertiche, in ginocchio o prostrato a terra, in molti casi stringendo un sasso nella destra per battersi il petto, e con gli occhi rivolti al Crocifisso. In questa linea si pone il toccante capolavoro di Leonardo da Vinci conservato nella Pinacoteca Vaticana. Un altro modo di raffigurare Girolamo รจ quello che ce lo mostra in veste di studioso, seduto al suo scrittoio, intento a tradurre e commentare la Sacra Scrittura, attorniato da volumi e pergamene, investito della missione di difendere la fede attraverso il pensiero e lo scritto. Albrecht Dรผrer, per citare un altro esempio illustre, lo ha raffigurato piรน di una volta in questo atteggiamento.

I due aspetti sopra evocati si ritrovano congiunti nella tela del Caravaggio, alla Galleria Borghese di Roma: in unโ€™unica scena, infatti, viene presentato lโ€™anziano asceta, sommariamente rivestito da un panno rosso, che sul tavolo ha un cranio, simbolo della vanitร  delle realtร  terrene; ma assieme รจ pure potentemente raffigurata la qualitร  dello studioso, che tiene gli occhi fissi sul libro, mentre la sua mano intinge la penna nel calamaio nellโ€™atto caratteristico dello scrittore.

In modo analogo โ€“ un modo che chiamerei sapienziale โ€“ dobbiamo comprendere il duplice profilo del percorso biografico di Girolamo. Quando, da vero ยซLeone di Betlemmeยป, esagerava nei toni, lo faceva per la ricerca di una veritร  della quale era pronto a farsi incondizionato servitore. E come lui stesso spiega nel primo dei suoi scritti, Vita di San Paolo, eremita di Tebe, i leoni sono capaci di โ€œpotenti ruggitiโ€ ma anche di lacrime.[27] Per questo motivo, quelle che nella sua figura appaiono due fisionomie giustapposte sono, in realtร , elementi con i quali lo Spirito Santo gli ha permesso di maturare la sua unitร  interiore.

Amore per la Sacra Scrittura

Il tratto peculiare della figura spirituale di San Girolamo rimane senza dubbio il suo amore appassionato per la Parola di Dio, trasmessa alla Chiesa nella Sacra Scrittura. Se tutti i Dottori della Chiesa โ€“ e in particolare quelli della prima epoca cristiana โ€“ hanno attinto esplicitamente dalla Bibbia i contenuti del loro insegnamento, Girolamo lo ha fatto in modo piรน sistematico e per certi versi unico.

Gli esegeti negli ultimi tempi hanno scoperto la genialitร  narrativa e poetica della Bibbia, esaltata proprio per la sua qualitร  espressiva; Girolamo, invece, sottolineava piuttosto nella Scrittura il carattere umile del rivelarsi di Dio ed espresso nella natura aspra e quasi primitiva della lingua ebraica, paragonata alla raffinatezza del latino ciceroniano. Non รจ dunque per un gusto estetico che egli si dedica alla Sacra Scrittura, ma โ€“ come รจ ben noto โ€“ solamente perchรฉ essa lo porta a conoscere Cristo, perchรฉ lโ€™ignoranza delle Scritture รจ ignoranza di Cristo.[28]

Girolamo ci insegna che non vanno studiati solo i Vangeli, e non รจ solo la tradizione apostolica, presente negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere, a dover essere commentata, perchรฉ tutto lโ€™Antico Testamento รจ indispensabile per penetrare nella veritร  e nella ricchezza del Cristo.[29] Le stesse pagine evangeliche lo attestano: esse ci parlano di Gesรน come Maestro che, per spiegare il suo mistero, ricorre a Mosรจ, ai profeti e ai Salmi (cfr Lc 4,16-21; 24,27.44-47). Anche la predicazione di Pietro e Paolo, negli Atti, si radica emblematicamente nelle antiche Scritture; senza di esse non puรฒ essere pienamente compresa la figura del Figlio di Dio, il Messia Salvatore. Lโ€™Antico Testamento non deve essere considerato come un vasto repertorio di citazioni che dimostrano il compiersi delle profezie nella persona di Gesรน di Nazaret; piรน radicalmente, invece, รจ solo alla luce delle โ€œfigureโ€ anticotestamentarie che รจ possibile conoscere in pienezza il senso dellโ€™evento di Cristo, compiutosi nella sua morte e risurrezione. Da qui la necessitร  di riscoprire, nella prassi catechetica e nella predicazione, come anche nelle trattazioni teologiche, lโ€™apporto indispensabile dellโ€™Antico Testamento, che va letto e assimilato come nutrimento prezioso (cfr Ez 3,1-11; Ap 10,8-11).[30]

La dedizione totale di Girolamo alla Scrittura si manifesta in una forma espressiva appassionata, simile a quella degli antichi profeti. รˆ da loro che il nostro Dottore attinge il fuoco interiore che diventa verbo impetuoso e dirompente (cfr Ger 5,14; 20,9; 23,29; Ml 3,2; Sir 48,1; Mt 3,11; Lc 12,49), necessario per esprimere lo zelo ardente del servitore per la causa di Dio. Nella scia di Elia, di Giovanni Battista e anche dellโ€™apostolo Paolo, lo sdegno nei confronti della menzogna, dellโ€™ipocrisia e delle false dottrine infiamma il discorso di Girolamo rendendolo provocatorio e apparentemente aspro. La dimensione polemica dei suoi scritti si comprende meglio se letta come una sorta di calco e di attualizzazione della piรน autentica tradizione profetica. Girolamo, dunque, รจ modello di inflessibile testimonianza della veritร , che assume la severitร  del rimprovero per indurre a conversione. Nellโ€™intensitร  delle locuzioni e delle immagini si manifesta il coraggio del servitore che non vuole compiacere gli uomini ma esclusivamente il suo Signore (Gal 1,10), per il quale egli ha consumato ogni energia spirituale.

Lo studio della Sacra Scrittura

Lโ€™amore appassionato di San Girolamo per le divine Scritture รจ intriso di obbedienza. Innanzitutto nei confronti di Dio, che si รจ comunicato in parole che esigono ascolto riverente,[31] e, di conseguenza, obbedienza anche a coloro che nella Chiesa rappresentano la vivente tradizione interpretativa del messaggio rivelato. La ยซobbedienza della fedeยป (Rm 1,5; 16,26) non รจ perรฒ una mera recezione passiva di ciรฒ che รจ noto; essa esige, al contrario, lโ€™impegno attivo della personale ricerca. Possiamo considerare San Girolamo un servitore della Parola, fedele e laborioso, consacrato interamente a favorire nei suoi fratelli di fede una piรน adeguata comprensione del ยซdepositoยป sacro loro affidato (cfr 1 Tm 6,20; 2 Tm 1,14). Senza intelligenza di ciรฒ che รจ stato scritto dagli autori ispirati, la stessa Parola di Dio รจ priva di efficacia (cfr Mt 13,19) e lโ€™amore per Dio non puรฒ scaturire.

Ora, le pagine bibliche non sempre sono immediatamente accessibili. Come รจ detto in Isaia (29,11), anche per coloro che sanno โ€œleggereโ€ โ€“ che hanno cioรจ avuto una sufficiente formazione intellettuale โ€“ il libro sacro appare โ€œsigillatoโ€, chiuso ermeticamente allโ€™interpretazione. รˆ, perciรฒ, necessario che intervenga un testimone competente ad apportare la chiave liberatoria, quella del Cristo Signore, il solo capace di sciogliere i sigilli e aprire il libro (cfr Ap 5,1-10), cosรฌ da svelare il prodigioso effondersi della grazia (cfr Lc 4,17-21). Molti poi, anche fra i cristiani praticanti, dichiarano apertamente di non essere capaci di leggere (cfr Is 29,12), non per analfabetismo, ma perchรฉ impreparati al linguaggio biblico, ai suoi modi espressivi e alle tradizioni culturali antiche, per cui il testo biblico risulta indecifrabile, come se fosse scritto in un alfabeto sconosciuto e in una lingua astrusa.

Si rende dunque necessaria la mediazione dellโ€™interprete che eserciti la sua funzione โ€œdiaconaleโ€, mettendosi al servizio di chi non riesce a comprendere il senso di ciรฒ che รจ stato scritto profeticamente. Lโ€™immagine che puรฒ essere evocata, al proposito, รจ quella del diacono Filippo, suscitato dal Signore per andare incontro allโ€™eunuco che sul suo carro sta leggendo un passo di Isaia (53,7-8), senza perรฒ poterne dischiudere il significato. ยซCapisci quello che leggi?ยป, domanda Filippo; e lโ€™eunuco risponde: ยซE come potrei capire se nessuno mi guida?ยป (At 8,30-31).[32]

Girolamo รจ la nostra guida sia perchรฉ, come ha fatto Filippo (cfr At 8,35), conduce ogni lettore al mistero di Gesรน, sia perchรฉ assume responsabilmente e sistematicamente le mediazioni esegetiche e culturali necessarie per una corretta e proficua lettura delle Sacre Scritture.[33] La competenza nelle lingue in cui la Parola di Dio รจ stata trasmessa, lโ€™accurata analisi e valutazione dei manoscritti, la puntuale ricerca archeologica, oltre alla conoscenza della storia dellโ€™interpretazione, tutte le risorse metodologiche, insomma, che nella sua epoca storica erano disponibili, vengono da lui utilizzate, concordemente e sapientemente, per orientare a una giusta comprensione della Scrittura ispirata.

Una tale dimensione esemplare dellโ€™attivitร  di San Girolamo รจ quanto mai importante anche nella Chiesa di oggi. Se, come insegna la Dei Verbum, la Bibbia costituisce ยซcome lโ€™anima della sacra teologiaยป[34] e come il nerbo spirituale della pratica religiosa cristiana,[35] รจ indispensabile che lโ€™atto interpretativo della Bibbia sia sorretto da specifiche competenze.

A questo scopo servono certamente i centri di eccellenza della ricerca biblica (come il Pontificio Istituto Biblico di Roma, e a Gerusalemme lโ€™ร‰cole Biblique e lo Studium Biblicum Franciscanum) e patristica (come lโ€™Augustinianum di Roma), ma anche ogni Facoltร  di Teologia deve impegnarsi affinchรฉ lโ€™insegnamento della Sacra Scrittura sia programmato in modo da assicurare agli studenti una competente capacitร  interpretativa, sia nellโ€™esegesi dei testi, sia nelle sintesi di teologia biblica. La ricchezza della Scrittura รจ purtroppo da molti ignorata o minimizzata, perchรฉ a loro non sono state fornite le basi essenziali di conoscenza.ย Accanto quindi a un incremento degli studi ecclesiastici, indirizzati a sacerdoti e a catechisti, che valorizzino in modo piรน adeguato la competenza nelle Sacre Scritture, va promossa una formazione estesa a tutti i cristiani, perchรฉ ciascuno diventi capace di aprire il libro sacro e di trarne i frutti inestimabili di sapienza, di speranza e di vita.[36]

Vorrei qui ricordare quanto espresso dal mio Predecessore nellโ€™Esortazione apostolica Verbum Domini: ยซLa sacramentalitร  della Parola si lascia cosรฌ comprendere in analogia alla presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino consacrati. [โ€ฆ] Sullโ€™atteggiamento da avere sia nei confronti dellโ€™Eucaristia, che della Parola di Dio, San Girolamo afferma: โ€œNoi leggiamo le sante Scritture. Io penso che il Vangelo รจ il Corpo di Cristo; io penso che le sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando egli dice: Chi non mangerร  la mia carne e berrร  il mio sangue (Gv 6,53), benchรฉ queste parole si possano intendere anche del Mistero [eucaristico], tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue รจ veramente la parola della Scrittura, รจ lโ€™insegnamento di Dioโ€ยป.[37]

Purtroppo in molte famiglie cristiane nessuno si sente in grado โ€“ come invece รจ prescritto nella Tรดrah (cfr Dt 6,6) โ€“ di far conoscere ai figli la Parola del Signore, con tutta la sua bellezza, con tutta la sua forza spirituale. Per questo ho voluto istituire la Domenica della Parola di Dio,[38]ย incoraggiando la lettura orante della Bibbia e la familiaritร  con la Parola di Dio.[39] Ogni altra manifestazione di religiositร  sarร  cosรฌ arricchita di senso, sarร  guidata nella gerarchia di valori e sarร  indirizzata a ciรฒ che costituisce il vertice della fede: lโ€™adesione piena al mistero di Cristo.

La Vulgata

Il โ€œfrutto piรน dolce dellโ€™ardua seminaโ€[40] di studio del greco e dellโ€™ebraico, compiuto da Girolamo, รจ la traduzione dellโ€™Antico Testamento in latino a partire dallโ€™originale ebraico. Fino a quel momento i cristiani dellโ€™impero romano potevano leggere integralmente la Bibbia solo in greco. Mentre i libri del Nuovo Testamento erano stati scritti in greco, per quelli dellโ€™Antico esisteva una versione completa, la cosiddetta Septuaginta (ossia la versione dei Settanta) fatta dalla comunitร  ebraica di Alessandria attorno al secolo II a.C. Per i lettori di lingua latina, invece, non vi era una versione completa della Bibbia nella loro lingua, bensรฌ solo alcune traduzioni, parziali e incomplete, a partire dal greco. A Girolamo, e dopo di lui ai suoi continuatori, spetta il merito di aver intrapreso una revisione e una nuova traduzione di tutta la Scrittura. Iniziata a Roma la revisione dei Vangeli e dei Salmi, con lโ€™incoraggiamento di Papa Damaso, Girolamo diede poi inizio nel suo ritiro di Betlemme alla traduzione di tutti i libri anticotestamentari, direttamente dallโ€™ebraico: unโ€™opera protrattasi per anni.

Per portare a termine questo lavoro di traduzione, Girolamo mise a frutto la sua conoscenza del greco e dellโ€™ebraico, nonchรฉ la sua solida formazione latina, e si servรฌ degli strumenti filologici che aveva a disposizione, in particolare delle Hexapla di Origene. Il testo finale coniugava la continuitร  nelle formule, ormai entrate nellโ€™uso comune, con una maggiore aderenza al dettato ebraico, senza sacrificare lโ€™eleganza della lingua latina. Il risultato รจ un vero monumento che ha segnato la storia culturale dellโ€™Occidente, modellandone il linguaggio teologico. La traduzione di Girolamo, superati alcuni rifiuti iniziali, diventรฒ subito patrimonio comune sia dei dotti, sia del popolo cristiano, donde il nome Vulgata.[41] Lโ€™Europa del medioevo ha imparato a leggere, a pregare e a ragionare sulle pagine della Bibbia tradotta da Girolamo. Cosรฌ ยซla Sacra Scrittura รจ diventata una sorta di โ€œimmenso vocabolarioโ€ (P. Claudel) e di โ€œatlante iconograficoโ€ (M. Chagall), a cui hanno attinto la cultura e lโ€™arte cristianaยป.[42] La letteratura, le arti, e anche il linguaggio popolare hanno costantemente attinto alla versione geronimiana della Bibbia lasciandoci tesori di bellezza e di devozione.

รˆ in ossequio a questo fatto incontestabile che il Concilio di Trento stabilรฌ il carattere ยซautenticoยป della Vulgata nel decreto Insuper rendendo omaggio allโ€™uso secolare che la Chiesa ne aveva fatto e attestandone il valore come strumento per lo studio, la predicazione e le dispute pubbliche.[43]ย Tuttavia, esso non cercava di minimizzare lโ€™importanza delle lingue originali, come Girolamo non smetteva di ricordare, nรฉ, tantomeno, di vietare in futuro nuove imprese di traduzione integrale. San Paolo VI, raccogliendo il mandato dei Padri del Concilio Vaticano II, volle che il lavoro di revisione della traduzione della Vulgata fosse portato a compimento e messo a disposizione di tutta la Chiesa. รˆ cosรฌ che San Giovanni Paolo II, nella Costituzione apostolica Scripturarum thesaurus,[44]ย ha promulgato lโ€™edizione tipica chiamata Neovulgata nel 1979.

La traduzione come inculturazione

Con questa sua traduzione, Girolamo รจ riuscito a โ€œinculturareโ€ la Bibbia nella lingua e nella cultura latina e questa sua operazione รจ diventata un paradigma permanente per lโ€™azione missionaria della Chiesa. In effetti, ยซquando una comunitร  accoglie lโ€™annuncio della salvezza, lo Spirito Santo ne feconda la cultura con la forza trasformante del Vangeloยป,[45] e si instaura cosรฌ una sorta di circolaritร : come la traduzione di Girolamo รจ debitrice della lingua e della cultura dei classici latini, le cui impronte sono ben visibili, cosรฌ essa, con il suo linguaggio e il suo contenuto simbolico e immaginifico, รจ diventata a sua volta elemento creatore di cultura.

Lโ€™opera di traduzione di Girolamo ci insegna che i valori e le forme positive di ogni cultura rappresentano un arricchimento per tutta la Chiesa. I diversi modi in cui la Parola di Dio รจ annunciata, compresa e vissuta ad ogni nuova traduzione, arricchiscono la Scrittura stessa, poichรฉ essa, secondo la nota espressione di Gregorio Magno, cresce con il lettore,[46] ricevendo lungo i secoli nuovi accenti e nuove sonoritร . Lโ€™inserimento della Bibbia e del Vangelo nelle diverse culture fa sรฌ che la Chiesa si manifesti sempre piรน quale ยซsponsa ornata monilibus suisยป (Is 61,10). E attesta, nello stesso tempo, che la Bibbia ha bisogno di essere costantemente tradotta nelle categorie linguistiche e mentali di ogni cultura e di ogni generazione, anche nella cultura secolarizzata globale del nostro tempo.[47]

รˆ stato ricordato, a ragione, che รจ possibile stabilire unโ€™analogia fra la traduzione, in quanto atto di ospitalitร  linguistica, e altre forme di accoglienza.[48] Per questo la traduzione non รจ un lavoro che riguarda unicamente il linguaggio, ma corrisponde, in veritร , a una decisione etica piรน ampia, che si connette con lโ€™intera visione della vita. Senza traduzione, le differenti comunitร  linguistiche sarebbero nellโ€™impossibilitร  di comunicare tra loro; noi chiuderemmo gli uni agli altri le porte della storia e negheremmo la possibilitร  di costruire una cultura dellโ€™incontro.[49] Senza traduzione, in effetti, non si dร  ospitalitร , e anzi si rafforzano le pratiche di ostilitร . Il traduttore รจ un costruttore di ponti. Quanti giudizi avventati, quante condanne e conflitti nascono dal fatto che ignoriamo la lingua degli altri e che non ci applichiamo, con tenace speranza, a questa interminabile prova dโ€™amore che รจ la traduzione!

Anche Girolamo dovette contrastare il pensiero dominante del suo tempo. Se agli albori dellโ€™Impero romano conoscere il greco era relativamente comune, alla sua epoca giร  si trattava di una raritร . Egli venne comunque a essere uno dei migliori conoscitori della lingua e della letteratura greca cristiana e intraprese un ancor piรน arduo viaggio in solitaria quando si diede allo studio dellโ€™ebraico. Se, come รจ stato scritto, ยซi limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondoยป,[50] possiamo dire che dobbiamo al poliglottismo di San Girolamo una comprensione del cristianesimo piรน universale e, al tempo stesso, piรน coerente con le sue fonti.

Con la celebrazione del centenario della morte di San Girolamo, lo sguardo si volge alla straordinaria vitalitร  missionaria espressa dalla traduzione della Parola di Dio in piรน di tremila lingue. Tanti sono i missionari ai quali si deve la preziosa opera di pubblicazione di grammatiche, dizionari e altri strumenti linguistici che offrono i fondamenti alla comunicazione umana e sono un veicolo per il ยซsogno missionario di arrivare a tuttiยป.[51] รˆ necessario valorizzare tutto questo lavoro e investire su di esso, contribuendo al superamento delle frontiere della incomunicabilitร  e del mancato incontro. Cโ€™รจ ancora tanto da fare. Come รจ stato affermato, non esiste comprensione senza traduzione:[52] non comprenderemmo noi stessi nรฉ gli altri.

Girolamo e la Cattedra di Pietro

Girolamo ha avuto sempre un particolare rapporto con la cittร  di Roma: Roma รจ il porto spirituale al quale torna continuamente; a Roma si รจ formato lโ€™umanista e si รจ forgiato il cristiano; egli รจ homo romanus. Questo legame avviene, in modo del tutto peculiare, nella lingua dellโ€™Urbe, il latino, di cui รจ stato maestro e cultore, ma รจ soprattutto legato alla Chiesa di Roma e, segnatamente, alla cattedra di Pietro. La tradizione iconografica, in modo anacronistico, lo ha raffigurato con la porpora cardinalizia, a segnalare la sua appartenenza al presbiterio di Roma accanto a Papa Damaso. รˆ a Roma che ha iniziato la revisione della traduzione. E anche quando le invidie e le incomprensioni lo hanno forzato a lasciare lโ€™Urbe, รจ rimasto sempre fortemente legato alla cattedra di Pietro.

Per Girolamo, la Chiesa di Roma รจ il terreno fecondo dove il seme di Cristo porta frutto abbondante.[53] In unโ€™epoca convulsa, in cui la tunica inconsutile della Chiesa รจ spesso lacerata dalle divisioni tra i cristiani, Girolamo guarda alla cattedra di Pietro come punto di riferimento sicuro: ยซIo che non seguo nessuno se non il Cristo, mi associo in comunione alla Cattedra di Pietro. So che su quella roccia รจ edificata la Chiesaยป. Nel pieno delle dispute contro gli ariani, scrive a Damaso: ยซChi non raccoglie con te, disperde, chi non รจ del Cristo, รจ dellโ€™anticristoยป.[54] Perciรฒ puรฒ anche affermare: ยซChi รจ unito alla cattedra di Pietro, รจ dei mieiยป.[55]

Girolamo si รจ visto spesso coinvolto in aspre dispute per la causa della fede. Il suo amore per la veritร  e la difesa ardente di Cristo lo hanno forse portato a eccedere nella violenza verbale nelle sue lettere e nei suoi scritti. Egli, perรฒ, vive orientato alla pace: ยซLa pace la voglio anchโ€™io; e non solo la desidero ma la imploro! Ma intendo la pace di Cristo, la pace autentica, una pace senza residui di ostilitร , una pace che non covi in sรฉ la guerra; non la pace che soggioga gli avversari, ma quella che ci unisce in amicizia!ยป.[56]

Il nostro mondo ha bisogno piรน che mai della medicina della misericordia e della comunione. Permettetemi di ripetere ancora una volta: diamo una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa.[57] ยซDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriยป (Gv 13,35). รˆ quello che ha chiesto con intensa preghiera Gesรน al Padre: ยซSiano una sola cosa [โ€ฆ] in noi [โ€ฆ] perchรฉ il mondo credaยป (Gv 17,21).

Amare ciรฒ che Girolamo amรฒ

A conclusione di questa Lettera, desidero rivolgere un ulteriore appello a tutti. Tra i tanti elogi tributati dai posteri a San Girolamo vi รจ quello che egli non fu semplicemente considerato uno dei massimi cultori della โ€œbibliotecaโ€ di cui si nutre il cristianesimo nel corso del tempo, a cominciare dal tesoro delle Sacre Scritture; a lui si puรฒ applicare ciรฒ che egli stesso scriveva di Nepoziano: ยซCon la lettura assidua e la meditazione costante aveva fatto del suo cuore una biblioteca di Cristoยป.[58] Girolamo non risparmiรฒ sforzi al fine di arricchire la propria biblioteca, nella quale sempre vide un laboratorio indispensabile allโ€™intelligenza della fede e alla vita spirituale; e in questo egli costituisce un mirabile esempio anche per il presente. Ma egli andรฒ oltre. Per lui, lo studio non rimase confinato agli anni giovanili della formazione, fu un impegno costante, una prioritร  di ogni giorno della sua vita. Possiamo insomma affermare che assimilรฒ unโ€™intera biblioteca e divenne dispensatore di sapere per molti altri. Postumiano, che nel IV secolo viaggiรฒ per lโ€™Oriente alla scoperta dei movimenti monastici, fu testimone oculare dello stile di vita di Girolamo, presso il quale soggiornรฒ alcuni mesi, e cosรฌ lo descrisse: ยซEgli รจ tutto nella lettura, tutto nei libri; non riposa nรฉ giorno nรฉ notte; sempre legge o scrive qualcosaยป.[59]

A questo proposito penso spesso allโ€™esperienza che puรฒ fare oggi un giovane entrando in una libreria della sua cittร , o in un sito internet, e cercandovi il settore dei libri religiosi. รˆ un settore che, quando esiste, nella maggior parte dei casi รจ non solo marginale, ma sguarnito di opere sostanziose. Esaminando quegli scaffali, o quelle pagine in rete, difficilmente un giovane potrebbe comprendere come la ricerca religiosa possa essere unโ€™avventura appassionante che unisce pensiero e cuore; come la sete di Dio abbia infiammato grandi menti lungo tutti i secoli fino a oggi; come la maturazione della vita spirituale abbia contagiato teologi e filosofi, artisti e poeti, storici e scienziati. Uno dei problemi odierni, non solo della religione, รจ lโ€™analfabetismo: scarseggiano le competenze ermeneutiche che ci rendano interpreti e traduttori credibili della nostra stessa tradizione culturale. Specialmente ai giovani voglio lanciare una sfida: partite alla ricerca della vostra ereditร . Il cristianesimo vi rende eredi di un insuperabile patrimonio culturale di cui dovete prendere possesso. Appassionatevi di questa storia, che รจ vostra. Osate fissare lo sguardo su quellโ€™inquieto giovane Girolamo che, come il personaggio della parabola di Gesรน, vendette tutto quanto possedeva per acquistare ยซla perla di grande valoreยป (Mt 13,46).

Davvero Girolamo รจ la ยซBiblioteca di Cristoยป, una biblioteca perenne che sedici secoli piรน tardi continua a insegnarci che cosa significhi lโ€™amore di Cristo, amore che รจ indissociabile dallโ€™incontro con la sua Parola. Per questo lโ€™attuale centenario rappresenta una chiamata ad amare ciรฒ che Girolamo amรฒ, riscoprendo i suoi scritti e lasciandoci toccare dallโ€™impatto di una spiritualitร  che puรฒ essere descritta, nel suo nucleo piรน vitale, come il desiderio inquieto e appassionato di una conoscenza piรน grande del Dio della Rivelazione. Come non ascoltare, nel nostro oggi, ciรฒ a cui Girolamo spronava incessantemente i suoi contemporanei: ยซLeggi spesso le Divine Scritture; anzi le tue mani non depongano mai il libro sacroยป?[60]

Esempio luminoso รจ la Vergine Maria, da Girolamo evocata, soprattutto nella sua maternitร  verginale ma anche nel suo atteggiamento di lettrice orante della Scrittura. Maria meditava in cuor suo (cfr Lc 2,19.51) ยซperchรฉ era santa e aveva letto le Sacre Scritture, conosceva i profeti e ricordava ciรฒ che lโ€™angelo Gabriele le aveva annunciato e ciรฒ che era stato vaticinato dai profeti [โ€ฆ], vedeva il neonato che era suo figlio, il suo unico figlio che giaceva e vagiva in quel presepe, ma chi veramente vedeva giacente era il Figlio di Dio, ciรฒ che lei vedeva lo paragonava con quanto aveva letto e sentitoยป.[61] Affidiamoci a lei, che meglio di ogni altro puรฒ insegnarci come leggere, meditare, pregare e contemplare Dio che si fa presente nella nostra vita senza mai stancarsi.

Roma, San Giovanni in Laterano, 30 settembre, memoria di San Girolamo, dellโ€™anno 2020, ottavo del mio pontificato.

Francesco

[1]ย ยซDeus qui beato Hieronymo presbitero suavem et vivum Scripturae Sacrae affectum tribuisti, da, ut populus tuus verbo tuo uberius alatur et in eo fontem vitae invenietยป, Collecta Missae Sancti Hieronymi, Missale Romanum, editio typica tertia, Civitas Vaticana 2002.

[2] Epistula (in seguito Ep.) 22,30: CSEL 54, 190.

[3] AAS 12 (1920), 385-423.

[4] Cfr Udienze Generali 7 e 14 novembre 2007: Insegnamenti, III, 2 (2007), 553-556; 586-591.

[5] Sinodo dei Vescovi, Messaggio al Popolo di Dio della XII assemblea generale ordinaria (24 ottobre 2008).

[6] Cfr AAS 102 (2010) 681-787.

[7] Chronicum 374: PL 27, 697-698.

[8] Ep. 125,12: CSEL 56, 131.

[9] Cfr Ep. 122,3: CSEL 56, 63.

[10] Cfr Meditazione mattutina, 10 dicembre 2015. Lโ€™aneddoto รจ riportato in A. Louf, Sotto la guida dello Spirito, Qiqaion, Magnano (BI) 1990, 154-155.

[11] Cfr Ep. 125,12: CSEL 56, 131.

[12] Cfr VD, 89: AAS 102 (2010), 761-762.

[13] Cfr Ep. 125,9.15.19: CSEL 56, 128.133-134.139.

[14] Vita Malchi monachi captivi 7,3: PL 23, 59-60; Opere storiche e agiografiche, a cura di B. Degรณrski, Opere di Girolamo XV, Cittร  Nuova, Roma 2014, 196-199.

[15] Praef. Esther 2: PL 28, 1505.

[16] Cfr Ep. 108,26: CSEL 55, 344-345.

[17] Ep. 52,8: CSEL 54, 428-429; cfr VD, 60: AAS 102 (2010), 739.

[18] Praef. Paralipomenonย LXX, 1.10-15: SCh 592, 340.

[19] Praef. in Pentateuchum: PL 28, 184.

[20] Ep. 80,3: CSEL 55, 105.

[21] Messaggio in occasione della XXIV solenne Seduta pubblica delle Pontificie Accademie, 4 dicembre 2019: Lโ€™Osservatore Romano, 6 dicembre 2019, p. 8.

[22] VD, 30: AAS 102 (2010), 709.

[23] Ep. 125,15.2: CSEL 56, 133.120.

[24]ย Ep. 3,6: CSEL 54, 18.

[25] Cfr Praef. Josue, 1, 9-12: SCh 592, 316.

[26] Homilia in Psalmum 95: PL 26, 1181; cfr S. Girolamo, 59 Omelie sui Salmi (1-115), a cura di A. Capone, Opere di Girolamo IX/1, Cittร  Nuova, Roma 2018, 357.

[27] Cfr Vita S. Pauli primi eremitae, 16,2: PL 23, 28; Opere storiche e agiografiche, cit., 111.

[28] Cfr In Isaiam Prol.: PL 24, 17; S. Girolamo, Commento a Isaia (1-4), a cura di R. Maisano, Opere di Girolamo IV/1, Cittร  Nuova, Roma 2013, 52-53.

[29] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 14.

[30]ย Cfr ibid.

[31]ย Cfr ibid., 7.

[32] Cfr S. Girolamo, Ep. 53,5: CSEL 54, 451; Le lettere, a cura di S. Cola, II, Cittร  Nuova, Roma 1997, 54.

[33]ย Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 12.

[34] ibid., 24.

[35]ย Cfr ibid., 25.

[36] Cfr ibid., 21.

[37] N. 56; cfr In Psalmum 147: CCL 78, 337-338; S. Girolamo, 59 Omelie sui Salmi (119-149), a cura di A. Capone, Opere di Girolamo IX/2, Cittร  Nuova, Roma 2018, 171.

[38] Cfr Lett. ap. in forma di Motu Proprio Aperuit illis, 30 settembre 2019.

[39] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 152.175: AAS 105 (2013), 1083-1084.1093.

[40]ย Cfr Ep. 52,3: CSEL 54, 417.

[41]ย Cfr VD, 72: AAS 102 (2010), 746-747.

[42] S. Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti (4 aprile 1999), 5: AAS 91 (1999), 1159-1160.

[43] Cfr Denzinger-Schรถnmetzer, Enchiridion Symbolorum, 1506.

[44]ย 25 aprile 1979: AAS LXXI (1979), 557-559.

[45]ย Esort. ap. Evangelii gaudium, 116: AAS 105 (2013), 1068.

[46] Homilia in Ezech. I, 7: PL 76, 843D.

[47] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 116: AAS 105 (2013), 1068.

[48] Cfr P. Ricล“ur, Sur la traduction, Bayard, Paris 2004.

[49]ย Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 24: AAS 105 (2013), 1029-1030.

[50] L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 5.6.

[51] Esort. ap. Evangelii gaudium, 31: AAS 105 (2013), 1033.

[52]ย Cfr G. Steiner, After Babel. Aspects of Language and Translation, Oxford University Press, New York 1975.

[53]ย Cfr Ep. 15,1: CSEL 54, 63.

[54] Ibid., 15,2: CSEL 54, 62-64.

[55] Ibid., 16,2: CSEL 54, 69.

[56] Ibid., 82,2: CSEL 55, 109.

[57]ย Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 99: AAS 105 (2013), 1061.

[58] Ep. 60,10: CSEL 54, 561.

[59] Sulpicius Severus, Dialogus I, 9, 5: SCh 510, 136-138.

[60] Ep. 52,7: CSEL 54, 426.

[61] Homilia de nativitate Domini IV: PL Suppl. 2, 191.

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