Lectio Divina al Vangelo del 6 agosto 2017 – Monastero Matris Domini

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Lectio Divina al Vangelo di domenica 6 agosto 2017 preparata dalle Monache dell’Ordine dei Predicatori del Monastero Matris Domini di Bergamo.

Collocazione del brano

La festa della Trasfigurazione deve la sua collocazione nel calendario alla giorno della dedicazione delle basiliche costruite sul monte Tabor, in Palestina, il luogo in cui secondo la tradizione avvenne appunto questo episodio narrato nei Vangeli. Questa festa รจ in diretto collegamento con quella della Santa Croce, dalla quale รจ volutamente posta a 40 giorni di distanza. La trasfigurazione sul monte Tabor รจ infatti l’anticipazione del mistero di sofferenza e di gloria che si manifesterร  pienamente sul Calvario.

Lectio

  1. Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
    Questo versetto ci dร  in modo sintetico le notizie necessarie per inquadrare l’avvenimento che sta per narrare: quando, chi, cosa, dove avviene.
    Quando? Sei giorni dopo aver annunciato la sua morte. I sei giorni possono fare riferimento alla manifestazione del Signore che era avvenuta sul monte Sinai (Es 24,16: la gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprรฌ per sei giorni). Oppure i sei giorni sono quelli che distanziavano la festa dell’Espiazione da quella delle Capanne (Lv 23,39-43. A questa festa si farร  ancora riferimento nel corso di questo episodio).
    Chi? Gesรน insieme ai suoi tre discepoli piรน intimi: Pietro, Giacomo e Giovanni. Essi furono tra primi ad essere chiamati (Mt 4,18-22) e mentre in Marco la loro presenza รจ espressamente indicata in diversi momenti importanti della vicenda di Gesรน, Matteo li ricorda qui alla Trasfigurazione e nell’agonia dell’orto degli Ulivi (Mt 26,36-39).
    Cosa? Gesรน portรฒ questi suoi amici in un luogo particolare.
    Dove? In disparte, su un monte alto. Matteo dice che qualche volta Gesรน si reca in disparte, in un luogo deserto a pregare, questa volta porta i suoi amici piรน intimi. Il luogo deserto perรฒ questa volta รจ un monte alto. Il monte nella mentalitร  popolare รจ sempre stato il luogo della presenza di Dio. Il monte per eccellenza รจ il monte Sinai, dove Mosรจ ha ricevuto le tavole della legge. Questa immagine di Gesรน come nuovo Mosรจ percorre tutto il vangelo di Matteo e in modo particolare questo brano. Un altro elemento che richiama al monte Sinai รจ la presenza di tre compagni, che per Mosรจ erano Aronne e i suoi due figli Nadab e Abiu (Es. 24,1.9).
    La tradizione ha identificato il monte della trasfigurazione con il monte Tabor, nella piana di Jizreel, che รจ facilmente raggiungibile in “sei giorni” da Cesarea.
  2. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
    Il verbo usato da Matteo per raccontare la trasfigurazione รจ metamorphรฒthe: cambiรฒ di aspetto. Gesรน dona ai suoi discepoli un’anteprima della gloria che sarร  propria di Gesรน dopo la risurrezione e alla fine dei tempi. Nel volto luminoso di Gesรน possiamo trovare un riferimento a Mosรจ che, scendendo dal monte Sinai “non si era accorto che la pelle del suo volto era raggiante per il fatto di aver conversato con Dio” (Es 34,29).
  3. Ed ecco, apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui.
    “Ed ecco” รจ un’espressione letteraria tipica della narrativa biblica che attira l’attenzione dell’ascoltatore e lo porta a conoscere un fatto nuovo: accanto a Gesรน compaiono due altre figure, Mosรจ ed Elia. Questi due sono i personaggi piรน importanti dell’Antico Testamento, sono il simbolo della Legge e dei Profeti. Entrambi sono stati sul monte Sinai e hanno avuto il privilegio di vedere Dio faccia a faccia. Inoltre la morte di entrambi รจ avvenuta in circostanze particolari: Mosรจ morรฌ prima di entrare nella terra promessa, ma la sua tomba non รจ mai stata ritrovata (Dt 34,5-6); Elia fu rapito da un carro di fuoco (2Re 2). La presenza di Gesรน, Mosรจ ed Elia sul monte indica cosรฌ la pienezza della rivelazione: la Legge, i Profeti e il compimento di tutte le Scritture. I tre inoltre conversavano: si tratta dunque di un compimento dinamico, che si realizza nella conversazione, nello scambio di idee tra coloro che rappresentano tutta la rivelazione di Dio.
  4. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: “Signore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Elia”.
    Pietro non si smentisce e si intromette nel discorso dei tre. Nel parallelo di Marco Pietro chiama Gesรน Rabbรฌ. In Luca lo chiama Maestro. Matteo invece usa il termine Signore, poichรฉ non permette ai discepoli di chiamare Gesรน Rabbรฌ /maestro (lo farร  soltanto Giuda, 26,25.49), Gesรน non รจ un maestro come gli altri! Pietro con la proposta di fare delle capanne rivela la tentazione di un messianismo trionfante, vorrebbe impedire a Gesรน la discesa dal monte della gloria. Questo significa annullare il senso dell’incarnazione.
    La menzione delle capanne รจ anche il riferimento alla festa delle Capanne (cf. Lv 23,39-43). Durante questa festa gli israeliti abitavano in capanne per sette giorni, in ricordo del periodo trascorso nel deserto dell’Esodo, una situazione di precarietร , ma anche il momento in cui ricevettero la Legge dalle mani di Dio.
  5. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi รจ il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”
    La nube luminosa interrompe il discorso di Pietro. La nube luminosa รจ un controsenso che si trova solo in Matteo (come puรฒ una nube fare luce?). In questo elemento troviamo ancora l’influsso dell’Esodo: la nube della gloria del Signore “appariva come fuoco divorante, agli occhi dei figli d’Israele, sulla cima della montagna” (Es 24,17). Ancora la nube copriva la tenda del convegno in Es 40,34-35. Vi รจ un accostamento interessante: non c’รจ piรน bisogno di fare capanne, poichรฉ la rivelazione della gloria del Signore รจ stata ormai racchiusa nel cuore dei discepoli!
    Ed ecco (queste parole introducono per la terza volta qualcosa di nuovo) si ode una voce dal cielo, del tutto simile a quella che รจ stata udita dopo il battesimo di Gesรน. Con le sue parole ricorda ancora il destino messianico del Figlio (Salmo 2), con quello di Isacco (il figlio “unico”, “prediletto”: Gn 22) e con quello del Servo (il compiacimento del Padre: Is 42). A differenza della voce del battesimo, qui si aggiunge un “Ascoltatelo” (Dt 18,15). Qui si trova un concentrato di riflessione messianica davvero sorprendente.
  6. All’udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
  7. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: “Alzatevi e non temete”.
    Le parole provenienti dalla nube fanno spaventare gli apostoli. Questo quadro richiama alla memoria la visione apocalittica dell’uomo vestito di lino contenuta in Dn 10,5-21. Ritornano infatti gli stessi elementi di questo brano: lo splendore luminoso del volto, la voce, il timore, l’incoraggiamento. Sono gli elementi della rivelazione, o apocalisse che solitamente esige il segreto e progredisce anche grazie alla conversazione di un angelo interprete. Infatti anche nel vangelo ci sarร  l’ingiunzione di non dire niente a nessuno di “quello che avevano visto”.
  8. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo.
    La visione termina bruscamente. Gesรน rimane solo: ormai non c’รจ piรน bisogno di Mosรจ e di Elia. Gesรน รจ il compimento di tutte le scritture. Perรฒ egli nasconde ancora per un po’ di tempo la sua gloria: รจ necessario che egli affronti la sua croce a Gerusalemme.
  9. Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.
    Come accennato sopra vi รจ il comando di non dire niente e ancora richiama il libro di Daniele l’espressione Figlio dell’uomo (Dn 7,13-14). L’esperienza viene chiamata esplicitamente “visione”, come nelle esperienze di visioni apocalittiche.

Meditatio
– In quale circostanza mi รจ capitato di dire come Pietro: “E’ bello per noi stare qui”?
– Quali reazioni suscita in me guardare Gesรน crocifisso? Vi trovo i lineamenti di Gesรน glorioso?
– Faccio fatica a rimanere fedele a Gesรน “una volta sceso/a dalla montagna”, nell’opacitร  della vita quotidiana?

Preghiamo
(colletta della festa della Trasfigurazione)
O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della sua vita immortale. Egli รจ Dio, e vive…

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Trasfigurazione del Signore – Anno A

Il suo volto brillรฒ come il sole.

Mt 17, 1-9

In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillรฒ come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosรจ ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprรฌ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ยซQuesti รจ il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloยป. All’udire ciรฒ, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesรน si avvicinรฒ, li toccรฒ e disse: ยซAlzatevi e non temeteยป. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesรน solo. Mentre scendevano dal monte, Gesรน ordinรฒ loro: ยซNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai mortiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 06 – 12 Agosto 2017
  • Tempo Ordinario XVIII, Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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