Il Signore, ancora una volta, ci parla con parabole. Oggi ci invita a utilizzare i doni che ci ha dato gratuitamente. Lo fa con la parabola delle mine, nella quale si parla di dieci servi a ognuno dei quali viene data una mina perchรฉ la faccia fruttare.
La mina era una moneta greca che equivaleva a cento denari, lโimporto di cento giornate lavorative. Non era una grande somma, e perciรฒ piรน tardi parlerร della fedeltร nel poco.
In realtร รจ poco ciรฒ che ci viene chiesto a confronto di tutto ciรฒ che ci viene promesso: la vita eterna. Come ai servi della parabola, a noi viene chiesto di fare fruttare quello che ci รจ stato consegnato fino al ritorno del Re. E a noi accadrร qualcosa di simile a ciรฒ che รจ accaduto ai servi della parabola. Sono ricompensati quelli che hanno fatto fruttare la mina ed รจ castigato quello che ha avuto paura e lโha conservata in un fazzoletto.
La mina che dobbiamo far rendere รจ la capacitร di amare e di essere amati. Alla fine della nostra vita saremo giudicati da come abbiamo amato nella nostra vita. Come ha scritto in un tono molto bello san Giovanni della Croce: ยซNella sera sarai esaminato sullโamoreยป[1].
Ognuno di noi sarร esaminato su come avrร utilizzato la mina, i talenti, che il Signore ci aveva dato per fare della nostra vita una vita dโAmore.
Comunque non dobbiamo farci trarre in inganno pensando che una vita dโAmore significhi compiere opere straordinarie, che tra lโaltro raramente si presentano nella nostra vita. Dio ci aspetta nel quotidiano: rifinire perfettamente il lavoro di ogni giorno, sorridere, sorvolare su qualche impertinenza, offrirsi volontario per mettere in ordine la tavola, chiamare la persona che ci costa di piรน, curare i momenti di orazione, ecc. Tante occasioni che si presentano durante la giornata e che ci permettono di far rendere la mina che il Signore ha dato a ciascuno di noi.
Neppure dobbiamo pensare che sia un ideale troppo alto per noi. Come ha scritto una volta Benedetto XVI, ยซEssere santo non comporta essere superiore agli altri; anzi il santo puรฒ essere molto debole, con tanti sbagli nella sua vita. La santitร รจ questo contatto profondo con Dio, il farsi amico di Dio: รจ lasciare operare l’Altro, l’Unico che puรฒ realmente far sรฌ che il mondo sia buono e feliceยป[2].
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Javier Massa
[1] San Giovanni della Croce, Avvisi e sentenze, n. 57.
[2] Joseph Ratzinger, โLasciare operare Dioโ, articolo sullโOsservatore Romano del 6 ottobre 2002.
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangeloย
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