Introduzione al Vangelo del 18 aprile 2010 – 12 Porte Bologna

12Porte – Io vado a pescare: è San Pietro che pronuncia queste parole, così poco mistiche, ma bisogna che ci intendiamo: non è la gita di pasquetta. Dopo i fatti di Gerusalemme, della morte e della risurrezione di Gesù e dopo le prime manifestazioni del risorto ai suoi, Pietro il pescatore ritorna alla sua vita di sempre, alle sue responsabilità al suo lavoro. Il vangelo tradisce forse anche una certa frustrazione, lindecisione di chi non sa come muoversi: cosa è cambiato nella vita della comunità? Quali decisioni prendere? Come si manifesta la vittoria di Cristo nella concretezza della loro vita di ogni giorno? E accade il fatto inaspettato: la teofania, la manifestazione della gloria divina, non avviene più sul monte sacro, o nello splendore liturgico del tempio. Il risorto si manifesta nel luogo del lavoro, anzi il lavoro frustrante, proprio là dove quasi non saresti neanche portato a pensare al cielo. Con la sua morte e la sua risurrezione, Cristo ha assunto tutto ciò che è umano e lo ha trasformato in strumento di salvezza. Se ami me, pasci il mio gregge!: è la consegna di Gesù a Pietro. Il Signore mette la sua Chiesa nelle mani di Pietro e degli altri Apostoli e quale garanzia chiede in cambio solamente amore. (mons. Andrea Caniato)


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