Il testo ed il commento al Vangelo del 4 marzo 2016 – Mc 12, 28-34, ย Tempo di Quaresima – Terza settimana del Tempo di Quaresima.
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- Colore liturgico: viola
- Le letture del giorno: Os 14, 2-10; Sal.80; Mc 12, 28-34
Mc 12, 28-34
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinรฒ a Gesรน uno degli scribi e gli domandรฒ: ยซQual รจ il primo di tutti i comandamenti?ยป.
Gesรน rispose: ยซIl primo รจ: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio รจ l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo รจ questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’รจ altro comandamento piรน grande di questiยป.
Lo scriba gli disse: ยซHai detto bene, Maestro, e secondo veritร , che Egli รจ unico e non vi รจ altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale piรน di tutti gli olocร usti e i sacrificiยป.
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesรน gli disse: ยซNon sei lontano dal regno di Dioยป. E nessuno aveva piรน il coraggio di interrogarlo.
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C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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L’amore prima del mondo. Papa Francesco scrive ai bambini
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Commento al Vangelo di Mc 12, 28-34
Commento a cura dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)
[ads2]Il Signore Dio nostro รจ l’unico Signore: lo amerai.
Rileggiamo oggi le bellissime parole di Gesรน, che costituiscono la definizione di tutto il Vangelo. Si tratta di una interrogazione fatta a Gesรน da un Dottore della Legge, in merito ad una graduatoria dei precetti elencati dalla Legge. Una richiesta necessaria e sincera per il gran numero di leggi che preoccupava la sua mente e la mente di tanti altri dottori e scribi, al quale Gesรน risponde garbatamente, elogiando, poi il breve commento che il dottore stesso ne fa. La risposta di Gesรน non รจ di per sรฉ sconosciuta, cita lo Shemร Yรฌsrael, “Ascolta, Israele”, il credo del pio israelita, tratto dal Deuteronรฒmio, ripetuto, ancora oggi, tre volte al giorno. A questo primo comandamento segue, quasi come conseguenza naturale: “amerai il prossimo tuo come te stesso”, tratto dal Levitico. Con questa risposta, Gesรน vuole riassumere i comandamenti delle due tavole della Legge, quelli della prima tavola con l’amore assoluto a Dio con tutte le potenze dell’uomo: cuore, anima, intelligenza e forze; quelli della seconda tavola con l’amore anch’esso assoluto e disinteressato verso il prossimo. E’ chiaro che con Gesรน il collegamento fra i due precetti viene posto per la prima volta nel senso che essi compendiano tutto il rapporto umano con Dio, e che il significato di “prossimo” viene allargato al massimo fino a comprendere ogni uomo. “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, l’avete fatto a me”, una conferma che ci viene data dal Vangelo nel giudizio finale. E’ anche la confessione di fede, che ne fa il dottore, dei due precetti dell’amore verso Dio e verso il prossimo, inclusi in uno solo, che “vale piรน di tutti gli olocausti e i sacrifici”. L’amore verso i fratelli รจ il vero sacrificio che giunge gradito a Dio.
Commento di Fr. Gavan JENNINGS (Dublรญn, Irlanda)
ยซ Io vi dico: questi (…) tornรฒ a casa sua giustificato ยป
Oggi, Gesรน ci presenta due uomini che, di fronte ad un โosservatoreโ occasionale, potrebbero sembrare quasi identici, giacchรฉ essi si trovano allo stesso posto, svolgendo la stessa attivitร : entrambi ยซsalirono al tempio a pregareยป (Lc 18,10). Ma oltre le apparenze, nel profondo delle loro coscienze personali, i due uomini sono radicalmente differenti: lโuno, il fariseo, ha la coscienza tranquilla, mentre lโaltro, il pubblicano -esattore delle tasse- si trova inquieto a causa dei suoi sentimenti di colpa.
Ai nostri giorni siamo propensi a considerare i sentimenti di colpa โil rimorso- come un qualcosa che si avvicina ad una aberrazione psicologica. Tuttavia la coscienza di colpa consente al pubblicano di uscire dal Tempio, con lโanimo sollevato, giacchรฉ ยซquesti, a differenza dellโaltro, tornรฒ a casa sua giustificatoยป (Lc 18,14) mentre lโaltro no. ยซIl senso di colpaยป, ha scritto Benedetto XVI, quando Egli era ancora Cardinale Ratzinger (โCoscienza e veritร โ), rimuove la falsa tranquillitร di coscienza e puรฒ essere chiamato, contraria alla mia โprotesta della coscienzaโ contro la mia esistenza auto-compiacente. Eโ tanto necessario allโuomo, come il dolore fisico che indica unโalterazione corporale delle funzioni normaliยป.
Gesรน non vuole indurci a pensare che il fariseo non stia dicendo la veritร quando afferma di non essere avido, ingiusto, ne adultero, che digiuna e offre soldi al Tempio (cf. Lc 18,11); ma neppure che lโesattore delle tasse stia delirando al considerarsi peccatore. Non รจ questo il caso. Succede, invece che ยซil fariseo, anche lui, ha colpa. Egli ha la coscienza completamente chiara. Ma il โsilenzio della coscienzaโ lo rende impenetrabile davanti a Dio e dโinnanzi agli uomini, mentre il โgrido della coscienzaโ inquieta il pubblicano e lo rende capace della veritร e dellโ amore. ยซGesรน puรฒ riscuotere i peccatori!ยป (Benedetto XVI).


